l'altro voto francese
Per le legislative Macron si circonda di nuovo delle (sue) vecchie volpi
Per il prossimo turno elettorale il soggetto macronista, Ensemble, punta sui candidati su cui si può già contare, con lunga esperienza alle spalle e fedeli al presidente
Parigi. È un ritorno discreto, sottovoce: è quello dei vieux briscards, delle vecchie volpi della politica francese. C’è un’aria di ancien monde nella nuova confederazione di partiti che sosterrà il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, alle elezioni legislative del 12 e del 19 giugno per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, la Camera bassa francese. Si chiama Ensemble, insieme, e riunisce sotto lo stesso tetto dei veterani come François Bayrou, leader dei centristi del MoDem, Édouard Philippe, ex primo ministro e leader di Horizons, e naturalmente Renaissance, la nuova livrea della République en marche. “Né rivoluzione né rottura: la maggioranza si sviluppa nella continuità”, scrive il Monde. Perché se si da un’occhiata all’identikit dei 502 candidati di Ensemble di cui si conosce il nome attualmente (in tutto dovranno essere 577, pari al numero delle circoscrizioni) si nota che il criterio della lealtà e della fedeltà ha avuto un peso preponderante rispetto agli altri – soprattutto nei confronti di un macronista della prima ora come Richard Ferrand, presidente dell’Assemblea nazionale – e offre uno spunto per capire quali saranno i rapporti di forza nella futura maggioranza centrista e liberale.
Rispetto al 2017, i deputati uscenti, i ministri, i collaboratori, i consiglieri ombra e i membri della società civile che aspirano a essere confermati o a diventare deputati hanno in gran parte una lunga esperienza politica alle spalle e conoscono per filo e per segno gli ingranaggi della République. In conformità con la promessa di Christophe Castaner, capogruppo dei deputati macronisti all’Assemblea nazionale, la stragrande maggioranza dei deputati, ossia 267 (soltanto 30 hanno deciso di non ricandidarsi), si ripresenterà alle elezioni legislative di giugno. Come riportato dal Monde, alcuni nomi giudicati “troppo fragili” figurano nonostante tutto fra i 502 candidati comunicati da Ensemble. Ma ci sono stati anche alcuni allontanamenti: per strizzare l’occhio ai delusi del gollismo e del socialismo, con l’obiettivo di allargare il più possibile la maggioranza.
“Spero che Renaissance non sia anzitutto il partito delle vecchie reti politiche”, ha dichiarato al Monde sconsolata Jacqueline Dubois, dicendosi “tradita” dalla macronia. Alla deputata Lrem della Dordogna è stato preferito un veterano come Jérôme Peyrat, sindaco della Roque-Gageac, stratega del Rassemblement pour la République di Chirac e in seguito dell’Ump di Sarkozy, prima di diventare il consigliere di Macron e del presidente di Renaissance Guerini. La stessa sorte è toccata a Jean-Charles Larsonneur, nel Finistère, che ha perso la sua investitura a favore di Marc Coatanéa, pasdaran di Ferrand ed ex presidente della sezione locale socialista, a Stéphane Vojetta, invitato a togliere il disturbo nella quinta circoscrizione dei francesi all’estero per lasciare il posto a Manuel Valls, ex primo ministro, ma anche a Cédric Roussel, sostituito con Philippe Pradal, candidato di Horizons e vice del sindaco di Nizza Christian Estrosi, ex ministro di Sarkozy.
Nel 2017, quando Macron si presentò per la prima volta alle elezioni legislative con la sua République en marche, aveva puntato tutto sulla società civile per mobilitare gli elettori, reclutando gli aspiranti deputati attraverso cv e colloqui a Parigi nella sede del partito. Cinque anni dopo, Renaissance conta soltanto un decimo di candidati senza un mandato elettivo. Resta da capire, ora, se tra i nomi dei 75 deputati non ancora ufficializzati ci saranno nuovi volti provenienti dalla sinistra allergica al giacobino Mélenchon e alla neonata Nuova unione popolare ecologica e sociale, e dalla destra ostile alla coalizione degli identitari Le Pen-Zemmour-Dupont-Aignan (ancora in fase di costruzione). La loro integrazione, naturalmente, dipenderà molto dalla composizione del futuro governo, che potrebbe essere annunciato la prossima settimana. Attualmente, sono quattro i deputati Républicains che hanno abbandonato la scialuppa gollista e faranno campagna sotto l’etichetta Ensemble: Marine Brenier (Alpi-Marittime), Constance Le Grip (Alti-di-Senna), Robin Reda (Essonne), sostenitore dell’ex candidata alle presidenziali Valérie Pécresse, e soprattutto Éric Woerth, ex ministro di Sarkozy. I ministri uscenti candidati per uno scranno all’Assemblea nazionale saranno 17: molti di loro sono convinti di non essere riconfermati per il prossimo quinquennio.