dal Washington Post
Il divieto di importare microchip in Russia funziona. Basta guardare i carri armati
"Semiconduttori estratti da lavastoviglie e frigoriferi". Ecco come i russi, ormai carenti di dispositivi elettronici, cercano di raggirare la mancanza di forniture
Gina Raimondo, segretario al Commercio, mercoledì ha dichiarato che le sanzioni imposte dagli Stati Uniti stanno costringendo la Russia a utilizzare in alcune apparecchiature militari i microchip provenienti da lavastoviglie e frigoriferi. “Gli ucraini ci hanno riferito che quando trovano a terra equipaggiamenti militari russi sono pieni di semiconduttori estratti da lavastoviglie e frigoriferi”, ha detto Raimondo in un’audizione al Senato.
Le esportazioni di tecnologia americana in Russia sono diminuite di quasi il 70 per cento dall’inizio delle sanzioni a fine febbraio, dice Raimondo, il cui dipartimento sovrintende ai controlli sulle esportazioni che costituiscono una parte importante del pacchetto di sanzioni. Oltre trenta paesi hanno adottato divieti di esportazione simili, che vengono applicati anche alla Bielorussia. “Il nostro approccio è stato quello di negare alla Russia la tecnologia, ciò avrebbe paralizzato la sua capacità di continuare un’operazione militare. E questo è esattamente quello che stiamo facendo”, ha risposto il segretario a una domanda della senatrice democratica Jeanne Shaheen sull’impatto dei controlli sulle esportazioni.
L’aneddoto sui semiconduttori è arrivato da funzionari ucraini: hanno riferito al segretario che quando hanno aperto i carri armati russi catturati, hanno trovato parti di frigoriferi e macchinari commerciali e industriali che sembrano compensare altri componenti non disponibili. Il numero di spedizioni statunitensi in Russia, inclusi articoli soggetti alle nuove regole – semiconduttori, apparecchiature per le telecomunicazioni, laser, elettronica aeronautica e marittima – è diminuito dell’85 per cento e il loro valore è diminuito del 97 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. Al Senato, Raimondo ha anche riportato i recenti rapporti secondo cui due produttori di carri armati russi hanno dovuto interrompere la produzione a causa della mancanza di componenti. La Casa Bianca aveva già evidenziato questi rapporti, affermando che la Uralvagonzavod e la Chelyabinsk Tractor Plant hanno interrotto la produzione.
I microchip, noti anche come semiconduttori, sono il cervello che fa funzionare la maggior parte dell’elettronica moderna, dagli elettrodomestici agli aerei da combattimento. La Russia produce pochi chip propri, basandosi storicamente sulle importazioni da società asiatiche e occidentali. Le più grandi aziende mondiali di microchip hanno iniziato a interrompere le forniture alla Russia a fine febbraio, dopo l’entrata in vigore delle restrizioni guidate dagli Stati Uniti. Gli Stati Uniti e altri paesi occidentali avevano già regolamentato le vendite alla Russia di chip e altri componenti elettronici progettati specificatamente per uso militare. Tali vendite richiedevano una licenza governativa per procedere anche prima della recente invasione russa dell’Ucraina.
Le nuove regole hanno inasprito queste restrizioni e bloccato la vendita della maggior parte dei chip dual use (cioè che hanno applicazioni sia militari sia commerciali) a utenti non militari in Russia, compresi quelli nei settori high-tech. L’Amministrazione Biden ha fatto sapere che il divieto taglierebbe più della metà delle importazioni russe high-tech e metterebbe a rischio la capacità del paese di diversificare la sua economia e di sostenere il suo esercito. Il divieto non è stato progettato per bloccare le forniture di elettronica di consumo. Con una mossa innovativa che gli Stati Uniti hanno usato solo una volta in passato – contro la cinese Huawei – stanno richiedendo alle aziende di tutto il mondo di rispettare le regole e di bloccare le vendite alla Russia se utilizzano attrezzature o software di produzione statunitense per produrre chip, che secondo gli analisti, sarebbero la maggior parte delle fabbriche di chip in tutto il mondo. Alcune ricerche dimostrano come le Forze armate russe si affidino da tempo all’elettronica occidentale. I droni militari russi abbattuti sull’Ucraina negli ultimi anni erano pieni di elettronica e componenti occidentali, secondo gli investigatori del gruppo Conflict Armament Research, con sede a Londra, che ha analizzato i droni.