Le teorie complottiste contro la Nato
Mosca svela il complottone che lega Kyiv e i democratici americani. Stupiti?
Il comunicato del ministero della Difesa russo è il tentativo di trovare un pretesto all'invasione russa: ma è un bluff
Il ministero della Difesa russo ha fatto sapere che continua a studiare i “programmi biologici e militari degli Stati Uniti e degli alleati della Nato sul territorio dell’Ucraina”. Cosa c’è di vero? Nulla, visto che, come ha spiegato l’esperta di sicurezza internazionale Filippa Lentzos ad Associated Press, “i laboratori non sono segreti” e “non vengono utilizzati in relazione alle armi biologiche”. Lentzos a un certo punto della sua intervista fa una cosa utile, riassume: “E’ tutta disinformazione”. Ed è proprio così: la bufala era stata diffusa dalla propaganda russa (Russia Today) e poi ripresa dalla galassia di siti complottisti e “controcorrente” che hanno fatto il gioco di Mosca legandola ai soliti spauracchi, cioè case farmaceutiche e istituzioni occidentali. Nonostante la sua falsità, però, il comunicato del ministero russo è comunque rilevante. Perché segnala il bisogno, da parte di Mosca, di giustificare l’invasione del territorio ucraino: segno del fatto che il governo russo inizi a sentirsi sempre di più sotto pressione.
All’inizio del comunicato si legge quella che potremmo considerare la rivendicazione di una vittoria: “L’operazione militare speciale delle truppe russe è riuscita a ottenere ulteriori informazioni sugli incidenti biologici in Ucraina”. Quest’affermazione da una parte deve preoccuparci, perché giustificando l’invasione permette, dal punto di vista russo, di perpetuarla. Dall’altra potrebbe essere un timido segnale di addomesticamento del governo di Putin. Annunciare il raggiungimento di almeno uno dei propri obiettivi infatti potrebbe corrispondere a far sapere che al Cremlino si avvicina il momento in cui ci si può ritenere soddisfatti. Che l’obiettivo in questione sia inventato di sana pianta importa relativamente: è il messaggio trasmesso all’interno della Federazione russa che conta.
Ciò che dice il ministero della Difesa russo è rilevante anche perché stila la lista dei propri nemici, quelli a cui mandare un messaggio indiretto, ma impossibile da fraintendere. Sono citati espressamente la Polonia, la Germania e gli Stati Uniti come finanziatori e corresponsabili di “esperimenti criminali sui civili” e lo sono per un motivo preciso, cioè mettere pressione a governi e alla popolazione di questi paesi. La comunicazione dei governi autoritari e dittatoriali funziona spesso così: si diffondono falsità spacciandole per realtà alternative per rifornire di materiale propagandistico i propri sostenitori oltre confine. Che nel caso russo sono i partiti sovranisti, i complottisti più o meno paranoici e specifici settori dell’estrema destra e della sinistra storicamente legata a Mosca. Il secondo motivo è mandare dei messaggi, anche velati, ai governi considerati nemici o amici (come Berlino) che non devono osare tradire.
Gli Stati Uniti, storici avversari della Russia e primi finanziatori della resistenza ucraina, sono il più ovvio dei nomi a cui addebitare un oscuro disegno internazionale e – si legge – attraverso “Clinton, Rockefeller, Soros e Biden”, si macchiano di qualsiasi malvagità immaginabile. Naturalmente per gli Stati Uniti il comunicato russo fa dei distinguo molto chiari, e dice che il Partito democratico è il male, mentre l’ala trumpiana di quello repubblicano no: “Bisognerebbe notare che gli ideologi delle attività militari-biologiche statunitensi in Ucraina sono i leader del Partito democratico”. Più chiaro di così. La Polonia invece è citata per il suo ruolo di supporto, anche militare, al governo di Volodymyr Zelensky. Attraverso il territorio polacco infatti arrivano i rifornimenti di armi diretti a Kyiv.
Le bugie sulle armi chimiche e i “laboratori segreti” finanziati da paesi Nato sono soltanto un pezzetto della propaganda che da anni la Russia porta avanti puntando su teorie complottiste e bugie antisemite. Un lavoro poco raffinato, che può apparire persino ridicolo, ma ampiamente sufficiente per contribuire al caos informativo e far leva sull’estrema destra e sui sovranisti di ogni latitudine.