L'allora vicepresidente Joe Biden nel 2013 nella Zona demilitarizzata che divide Corea del sud e Corea del nord (Ap)

i piani di biden

Sconfiggere la Russia, contenere la Cina

Biden vola in Corea del sud e Giappone a proporre la Via dell'atlantismo, il patto contro gli autoritarismi

Giulia Pompili

Il presidente americano sarà a Seul e a Tokyo, dove ci sarà anche una riunione del Quad, quella che per la Cina è una "Nato asiatica"

Nonostante la guerra della Russia all’Ucraina, la priorità dell’Amministrazione americana resta la Cina e il suo contenimento. Per la prima volta da quando si è insediato alla Casa Bianca, il presidente Joe Biden arriva oggi in Asia orientale, nei due paesi tradizionalmente alleati – Corea del sud e Giappone. Ed è a Tokyo, all’inizio della prossima settimana, che  svelerà i dettagli del chiacchieratissimo Indo-Pacific Economic Framework (Ipef), un progetto di investimenti e rafforzamento dei rapporti commerciali che permetta di aumentare la presenza americana nel Pacifico. Non sarà un semplice accordo di libero scambio, ha detto la rappresentante per il Commercio americano Katherine Tai, ma un pacchetto di misure agevolate che consenta ai paesi che ne vorranno far parte di avere corsie preferenziali su economia digitale, catene di approvvigionamento, decarbonizzazione e infrastrutture. Anche se non ufficialmente, quello americano è un progetto concorrente alla Via della Seta cinese, che viene presentato in un momento in cui la Cina si trova in estrema difficoltà economica anche per le chiusure conseguenti alla politica Zero Covid.


Gli investimenti all’estero sono diminuiti, l’incertezza provocata dalle sanzioni internazionali e il pericolo di sanzioni secondarie stanno frenando la Cina anche nel sostegno economico a Mosca. Secondo gli ultimi dati dell’agenzia delle dogane, Pechino ha ridotto in media del 42 per cento le sue esportazioni verso la Russia da quando è iniziata l’invasione. Inoltre, una pessima pubblicità per la Via della Seta arriva anche dallo Sri Lanka, il paese che aveva abbracciato il modello economico di sviluppo cinese e ieri ha dichiarato il default. Biden arriva in Asia dopo che anche il Senato americano ha approvato il pacchetto di aiuti per l’Ucraina da 40 miliardi di dollari, e propone ai partner asiatici una Via dell’atlantismo che si basa su una narrazione piuttosto facile in questo momento: ai paesi come la Russia e come la Cina, ai paesi autoritari che cercano di modificare lo status quo con la forza e non seguendo le regole collettive, dobbiamo rispondere uniti. 

 


Non succedeva da molto tempo che un presidente americano iniziasse un viaggio asiatico da Seul, la capitale della Corea del sud, dove il neopresidente Yoon Suk-yeol, che si è insediato una decina di giorni fa, non ha fatto altro che ripetere di voler rafforzare la sua partnership con Washington. La prima tappa di Biden sarà in una fabbrica di microchip della Samsung (mettere in sicurezza la catena di approvvigionamento tech è un’altra priorità dell’Amministrazione) e poi visiterà la Zona demilitarizzata sul 38° parallelo, il luogo più simbolico di una guerra che non è mai davvero finita e soprattutto dell’influenza opposta di Cina e America – si parla da settimane di un imminente test atomico della Corea del nord, attualmente in piena crisi di contagi da Covid. Dopo Seul, Biden volerà a Tokyo dal primo ministro Fumio Kishida, che ha già dimostrato di voler mettersi alla testa di una nuova coalizione asiatica antiautoritarismi. Nella capitale giapponese si terrà la riunione del Quad, la partnership tra America, Australia, India e Giappone che la Cina teme più di altre perché rappresenterebbe l’inizio di una nuova “Nato asiatica”. “Spaventare Pechino è la parte facile”, ha scritto su China Watcher Phelim Kin di Politico. “La sfida di Biden è convincere Giappone, Corea del sud, India e Australia che la sua visione di una coalizione economica e di sicurezza rivitalizzata è più attraente del guardare la Cina dominare la regione”.
 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.