La mossa

Nell'est tedesco ostile a Scholz c'è un grosso freno all'isolamento russo

Daniel Mosseri

Il progetto del governatore della Sassonia Michael Kretschmer di rallentare la manovra del ministro dell'Economia è del tutto naturale. La Germania est è già meno sviluppata della metà ovest e il governo federale ha una chiara impronta occidentale: qualcuno, deve garantire che i Länder dell’ex Ddr possano tenere il passo

Berlino. Un “summit energetico per l’est” con lo scopo non esplicito ma evidente di mettersi in mezzo all’azione del governo federale tedesco: se Berlino cerca di rendere la Germania indipendente dagli idrocarburi russi in tempi stretti, in Germania dell’est qualcuno rema contro. Un’iniziativa, quella celebrata ieri nella capitale tedesca, che si potrebbe immaginare targata AfD con lo sponsor esterno di Viktor Orbàn. Al contrario, il promotore del convegno è Michael Kretschmer, Ministerpräsident della Sassonia e uomo della Cdu con in tasca la tessera del partito dal 1989 quando a Berlino crollava il Muro e Kretschmer compiva 14 anni.

In sella a Dresda dal 2017, il governatore  è uno degli esponenti della Cdu dell’est che non si è fatto travolgere dall’ondata sovranista, a differenza per esempio del suo predecessore Stanislaw Tillich che gli lasciò il cadreghino di governatore nel 2017 quando AfD entrò al Bundestag. L’operazione ha avuto successo: Kretschmer ha ereditato una grande coalizione che, dopo le elezioni regionali del 2019, ha allargato ai Verdi. L’uomo che ha sbarrato il passo ad AfD nel più grande dei quattro Länder orientali non è uno che le manda a dire. Così a gennaio 2019, nelle ore in cui l’allora neoeletta presidente della Cdu Annegret Kramp-Karrenbauer faceva professione di fede atlantica alla German American Conference di Berlino, Kretschmer auspicava la fine delle sanzioni occidentali contro la Russia (quelle del 2014 per l’annessione della Crimea), scatenando un putiferio in seno al partito.
 

Venerdì pomeriggio presso la rappresentanza della Sassonia a Berlino, sulla centralissima Isola dei Musei, Kretschmer ha convocato gli altri Länder orientali, le parti sociali e i politici di ogni schieramento per discutere una “Fornitura sicura per la Germania orientale”, questo il sottotitolo del summit. Perché non si può dire di no al gas e al greggio russo su due piedi: l’operazione va preparata e le sue conseguenze valutate con attenzione. Kretschmer non vuole dunque rincorrere il governo federale spronato dal vicecancelliere e ministro dell’Economia, il verde Robert Habeck, fustigatore dello zar Vladimir Putin e di tutti gli idrocarburi fossili. Prima di staccarsi dalle pipeline russe occorre riflettere su come ottimizzare il pompaggio di gas dall’ovest all’est della Germania ché i gasdotti regionali tedeschi non sono nati a questo scopo, è stato osservato. Neppure i Grünen prevedono però che la Germania faccia a meno dell’oro blu russo prima del 2025. Con il greggio, invece, Berlino vuole fare in fretta: una scelta che ha messo paura all’est del paese, sede di due grandi raffinerie (Leuna in Sassonia-Anhalt e Schwedt in Brandeburgo) dove prima del conflitto circa 12 milioni di tonnellate di petrolio sulle oltre 30 importate annualmente venivano pompate direttamente dalla Russia tramite l’oleodotto Druschba (o “dell’amicizia”). Ecco perché al vertice sulle forniture sicure si sono visti i rappresentanti degli altri Länder orientali.
 

Purtroppo per Kretschmer, a dispetto delle promesse a mezzo stampa, il capo del governo della vicina Turingia, Bodo Ramelow, dei socialcomunisti della Linke, non si è fatto vedere “per impegni precedenti”. Oltre ai rappresentanti dei Länder dell’est in platea c’erano anche alcuni deputati al Bundestag targati Cdu e Linke, e qualche sparuto parlamentare della Spd. Assenti invece i Verdi di Habeck: un dato politico che riflette la persistente divisione della Germania. La Linke, per esempio, è un partito in calo ma è ancora ben rappresentata all’est e governa con Ramelow la Turingia. Lo stesso si può dire della Cdu, ultimo Volkspartei nella Germania orientale dove più forti sono i partiti alle estreme (Linke e AfD). Specularmente, oltre alla Cdu in crescita ovunque, Verdi, socialisti e liberali sono le formazioni più in voga nei ricchi Länder occidentali. In quest’ottica, il progetto di Kretschmer di rallentare la manovra di Habeck è del tutto naturale. La Germania est è già meno sviluppata della metà ovest e il governo federale ha una chiara impronta occidentale: qualcuno, e non saranno certo i Verdi forti a Monaco, Colonia e Amburgo a farlo, deve garantire che i Länder dell’ex Ddr possano tenere il passo. Raccolti i dati più importanti, Kretschmer intende parlarne a quattr’occhi proprio con Habeck.

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