il viaggio asiatico
Perché è importante se Biden dice che difenderà Taiwan
Per tre volte il presidente americano sottolinea "l'impegno" preso dall'America. Le parole che cambiano, e la reazione della Cina
La dichiarazione arriva durante il viaggio asiatico in Corea del sud e Giappone per aumentare la presenza americana nel Pacifico e contenere la Cina
“Presidente, l’America non è stata coinvolta militarmente nel conflitto in Ucraina per ovvi motivi. Ma a proposito di questo, sarebbe disposto a farsi coinvolgere militarmente per difendere Taiwan?”. “Sì”. “Lo è davvero?”. “Questo è l’impegno che abbiamo preso”.
Questo breve scambio tra una giornalista e il presidente americano Joe Biden, durante una conferenza stampa con il primo ministro giapponese Fumio Kishida a Tokyo, cambia di molto la politica americana nel Pacifico.
E’ già la terza volta che Biden cambia completamente la politica di “ambiguità strategica” nei confronti dell’isola de facto indipendente ma rivendicata dalla Cina. La prima volta, dopo il ritiro americano in Afghanistan, disse che gli Stati Uniti avrebbero risposto a qualunque tipo di attacco contro un membro della Nato oppure “contro il Giappone, contro la Corea del sud o contro Taiwan”. Due mesi dopo, nell’ottobre del 2022, a Anderson Cooper della Cnn che gli chiedeva della difesa di Taipei da parte americana in caso d’invasione, rispose: “Sì, abbiamo un impegno a farlo”.
Per tutte e tre le volte, subito dopo le dichiarazioni del presidente, la Casa Bianca ha diffuso dei comunicati per dire che la posizione americana nei confronti della politica dell’unica Cina resta invariata. Un modo per rassicurare Pechino – che da giorni ha alzato la retorica anti americana proprio sulla questione Taiwan – ma nel frattempo, secondo diversi osservatori, comincia a intravedersi un disegno e non la singola esternazione del presidente. A Tokyo, dopo aver detto di essere pronto a difendere Taiwan Biden ha aggiunto: "L'America è impegnata nella One China policy, ma ciò non significa che la Cina abbia la giurisdizione per usare la forza per prendere Taiwan”.
Joe Biden è attualmente impegnato nel suo primo viaggio asiatico da quando è diventato presidente: è stato in Corea del sud e ora è in Giappone. Oggi ci sarà l'importante riunione del Quad, il dialogo quadrilaterale tra America, Australia, Giappone e India. Gran parte della missione di Biden è rivolta ad aumentare la presenza americana nell'area dell'Indo-Pacifico e contenere la Cina.
La politica “dell’Unica Cina” è la condizione necessaria per avere rapporti diplomatici e commerciali con Pechino, che impone al resto del mondo di non avere relazioni formali con Taiwan perché la considera proprio territorio. Negli anni Taipei è stata lentamente isolata diplomaticamente – oggi solo una dozzina di paesi al mondo la riconoscono – ma di recente, con l’aumento dell’assertività cinese, l’isola è diventata sempre più terreno di scontro tra America e Cina.
E così anche la cosiddetta “ambiguità strategica” sta cambiando. Da quando l’America ha deciso di riconoscere formalmente la Repubblica popolare cinese (non riconoscendo più la Repubblica di Cina) nel 1979, le relazioni tra Washington e il governo di Taiwan sono guidate dal Taiwan Relations Act. Una legge che, tra le altre cose, dice che l’America deve fornire a Taiwan armi di carattere difensivo per aiutarla a difendersi, ma è poco chiara su cosa dovrà fare Washington in caso di guerra. Mandare uomini, oltre che missili? Fino a oggi l’ambiguità strategica era proprio questa: non esplicitare la risposta a questa domanda. Biden sta prendendo un’altra strada. La Cina non starà a guardare.
Dalle piazze ai palazzi