La Russia sta studiando una legge che consentirà allo stato di impadronirsi delle attività delle aziende occidentali che stanno lasciando il paese più sanzionato del mondo. Nelle ultime settimane molti grandi marchi hanno messo da parte l’ottimismo e ceduto le proprie attività locali a controparti russe, spesso a prezzi simbolici, perdendo il valore dei propri asset. Altri aspettano, come Ikea, Burger King, l’italiana UniCredit, l’austriaca Raiffeisen, e centinaia di aziende più piccole che ancora tengono in sospeso le attività in Russia. L’idea di molti operatori è che Vladimir Putin voglia in qualche modo tornare a una sorta di normalità dopo un accordo di pace, magari in cambio della Crimea e del Donbass. Le sue parole però dicono tutt’altro.
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