Scompaiono l’umorismo, i meme e gli slogan. Nella battaglia nel Donbas i russi avanzano e il leader di Kyiv spiega ai suoi che le cose potrebbero andare diversamente e a noi che l’eroismo non basta più: servono ancora armi. Le domande che fanno male all’Ucraina
Roma. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto che l’occidente ha dichiarato una “guerra totale” contro la Russia. Per lui è un dato di fatto: gli occidentali cercano pretesti per litigare con i popoli dell’ex Unione sovietica. Le parole del ministro arrivano mentre Mosca continua la sua opera di distruzione dell’Ucraina, avanza da est, fa programmi di annessione e, per la prima volta dall’inizio della guerra, oltre a essere brutali, i russi, iniziano anche a essere efficaci. Questa volta è l’Ucraina a essere entrata in una nuova fase del conflitto. Una fase mentale e comunicativa molto diversa dalla precedente. In cui non ci sono slogan, non ci sono meme, non ci sono trattori che trainano carri armati. E’ una fase in cui il presidente Volodymyr Zelensky inizia a fare il conto dei suoi morti sul campo di battaglia.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE