Nessuno pensava che i russi ci avrebbero messo tanto ad arrivare a questo momento, e ora che è arrivato, ora che le cittadine dell'est piccole e irriconoscibili ai nostri occhi cadono, ci approcciamo alla guerra come se fosse già vinta
Milano. C’è un termine che ricorre spesso nelle conversazioni sulla guerra: è off ramp, l’uscita, lo svincolo, la strada per uscire dal conflitto. Quale off ramp potremmo offrire a Vladimir Putin perché si convinca a fermarsi? Ieri il Cremlino ha fatto sapere che i negoziati con l’Ucraina, qualsiasi essi siano, sono stati sospesi dall’Ucraina stessa: la versione russa non è mai cambiata, Kyiv è intransigente, la Nato ci accerchia e ci costringe a difendersi. Ma mentre noi ci scervelliamo per individuare l’off ramp risolutiva, Putin sta ribaltando il corso della guerra: se già non aveva preso in considerazione nessuna possibilità di tregua, quando forse gli conveniva visti i risultati militari miseri, perché dovrebbe farlo ora? L’esercito russo avanza lento ma avanza, la riorganizzazione è stata fatta, la distruzione continua non soltanto nel Donbas: ogni giorno cadono bombe lontane dall’est ucraino, la possibilità di rimettersi in piedi dell’Ucraina viene quotidianamente distrutta dalle bombe.
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