Le menzogne di Gérald Darmanin
Il ministro dell'Interno ha fatto una pessima figura imputando a “40 mila tifosi inglesi senza biglietto o con biglietti falsi” i disordini verificatisi all’esterno dello Stade de France in occasione della finale di Champions League del 28 maggio
Parigi. “Menzogna di stato”, ha scritto ieri Dov Alfon, direttore di Libération. Perché la ricostruzione del ministro dell’Interno Gérald Darmanin, secondo cui i disordini verificatisi all’esterno dello Stade de France in occasione della finale di Champions League del 28 maggio sono da imputare a “40 mila tifosi inglesi senza biglietto o con biglietti falsi”, fa acqua da tutte le parti, è falsa, e assolutamente irresponsabile. Libération ha ridicolizzato le cifre avanzate da Darmanin per coprire, col supporto del prefetto di Parigi Didier Lallement, il disastro organizzativo di sabato scorso e sottolineato quanto sia fragile la sua posizione.
Mercoledì, assieme alla ministra dello Sport, Amélie Oudéa-Castéra, Darmanin è stato costretto a presentarsi davanti al Senato per fornire spiegazioni sui fatti e il Canard enchaîné ha dato notizia di uno scatto d’ira del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, contro il suo ministro. “Uno spettacolo indegno, pietoso e non degno della Francia”, avrebbe commentato l’inquilino dell’Eliseo, chiedendo a Darmanin di temperare i toni delle sue dichiarazioni e smetterla di dire che “non siamo responsabili di nulla”.
Una serata che doveva essere una festa dello sport si è trasformata in un’affaire d’État tra Francia e Inghilterra, con il coinvolgimento del presidente del Liverpool, Tom Werner, che ha chiesto alle autorità francesi di scusarsi, della sindaca della città inglese, Joanne Anderson, dettasi “disgustata dal trattamento riservato ai tifosi inglesi”, e anche del premier britannico, Boris Johnson, che, tramite il suo portavoce, ha manifestato la sua delusione, affermando che “i sostenitori inglesi hanno il diritto di sapere cosa sia veramente accaduto”.
Di certo la Francia ha fatto una pessima figura in mondovisione, e in vista delle Olimpiadi del 2024, che si terranno a Parigi, le scene viste sabato destano parecchia preoccupazione. Darmanin ha ancora la fiducia di Macron, ma al prossimo scivolone rischia di essere accompagnato alla porta.
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