◉ la giornata
La Banca mondiale vede un possibile rischio stagflazione come negli anni '70. Le notizie del giorno
Continua la durissima battaglia per Severodonetsk e Lysychansk, nel Donbas. Zelensky insiste: le forze ucraine hanno “tutte le possibilità” di contrattaccare. I colloqui di pace sono "a livello zero", dice Kyiv. Ucciso in Donbas uno dei massimi generali russi
Giorno 104 dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. La giornata, in breve
- L'ambasciatore russo alle Nazioni Unite si è ritirato da una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dopo che il presidente del Consiglio europeo ha accusato l'invasione russa dell'Ucraina di aver causato una crisi alimentare globale
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Gli attacchi russi hanno trasformato in "città morte" Severodonetsk e Lysychansk, nella regione del Donbas, dice il presidente ucraino Zelensky, e aggiunge che le truppe ucraine hanno ancora "tutte le possibilità" di tenere Severodonetsk, città strategica assediata dai russi da settimane
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I media russi hanno confermato la morte di uno dei massimi generali di Mosca durante pesanti combattimenti nella regione orientale del Donbas
La banca mondiale avverte: "Il rischio stagflazione è sempre più elevato"
La banca mondiale, nell'ultimo rapporto sulle prospettive economiche pubblicato oggi, parla di un possibile rischio stagflazione – come successo nel 1970 – sottolineando che l'economia globale sta entrando in un periodo di protratta debolezza della crescita e di elevata inflazione. La combinazione tossica di questi due fattori metterà a dura prova la stabilità di diversi paesi a basso e medio reddito che stanno ancora affrontando gli strascichi della pandemia. Le previsioni di crescita globale annuale sono state ridotte dal 4,1 per cento di gennaio al 2,9.
David Malpass, presidente dell’organismo ha parlato di un: grave rischio di malnutrizione e aggravamento della fame nel mondo con conseguenti carestie in alcune aree se la situazione inflattiva dovesse acuirsi ulteriormente.
Il parlamento russo vota per lasciare la Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu)
Dopo oltre 20 anni come membro del Consiglio d' Europa, la massima organizzazione per i diritti umani del continente, i legislatori russi hanno votato per togliere Mosca dalla giurisdizione della Corte europea dei diritti dell'uomo. La Duma ha approvato due progetti di legge, uno che rimuove il paese dalla giurisdizione del tribunale e un secondo che fissa al 16 marzo il giorno a partire dal quale le sentenze emesse contro la Russia non saranno attuate. Il 16 marzo 2022, la Federazione russa era stata infatti espulsa dal Consiglio d'Europa. In ragione di ciò "cesserà di essere Alta Parte contraente della Convenzione europea dei diritti dell’uomo il 16 settembre 2022", come confermato dal Comitato dei ministri in una risoluzione di fine marzo. Prima della mossa di Mosca di oggi, la Cedu avrebbe quindi comunque trattato solo i ricorsi presentati contro la Russia riguardanti le presunte violazioni della Convenzione avvenute fino al 16 settembre 2022.
Dopo il voto Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma, la camera bassa del parlamento, ha dichiarato: "La Corte europea dei diritti dell'uomo è diventata uno strumento di battaglia politica contro il nostro paese nelle mani dei governi occidentali". Alcune delle decisioni della corte “erano in diretta contraddizione con la costituzione russa, i nostri valori e le nostre tradizioni”, ha scritto in una nota.
I ricorsi alla Cedu erano diventati l'ultima risorsa per i querelanti in diversi casi di alto profilo respinti dai tribunali russi, e quindi la mossa di oggi segna la fine di quella che molti attivisti consideravano l'ultima speranza di ricevere giustizia in Russia.
La Corte è un organo internazionale istituito nel 1959 dalla "Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali" del 1950, per assicurarne l'applicazione e il rispetto. Aderiscono alla Cedu tutti i 46 membri del Consiglio d'Europa. Infatti, pur avendo sede a Strasburgo, non fa parte dell'Unione europea.
Le prime navi cargo sono entrate nel porto di Mariupol, dice Mosca
Il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha dichiarato che le prime navi cargo sono entrate nel porto di Mariupol. "Lo sminamento del porto è stato completato. Funziona come al solito e ha ricevuto le prime navi mercantili", ha detto Shoigu, secondo il quale i porti di Mariupol e Berdyansk sono pronti a spedire grano. Secondo il ministro, due giacimenti di petrolio e 14 di gas, oltre a 33 miniere di carbone, continuano a funzionare senza interruzioni dopo essere stati rilevati dalle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. "Inoltre, - ha detto ancora - il 57 per cento delle capacità dell'industria metallurgica ucraina sono concentrate nei territori liberati".
Il viceministro ucraino per la politica agraria e l'alimentazione, Taras Vysotskyi, ha detto che anche se la Russia revocasse il blocco marittimo, rimarrebbero migliaia di mine al largo del porto di Odessa e altrove. Funzionari di Kyiv sostengono che ci vogliano almeno sei mesi per liberare la costa dalle mine.
Novità sul referendum a Kherson
Kirill Stremousov, vice capo dell'amministrazione insediata dal Cremlino nella regione occupata di Kherson, in Ucraina, ha segnalato che Mosca potrebbe tentare di organizzare un voto sull'annessione alla Russia. "Sarà molto probabilmente un referendum", ha detto, ma non ha indicato alcuna data. Sembra improbabile che si possa tenere un voto credibile in una regione nel mezzo di una guerra (le forze ucraine hanno lanciato una controffensiva a Kherson, la prima grande città ucraina a cadere sotto l'occupazione di Mosca).
Le minacce di Medvedev (via Telegram)
Dmitry Medvedev, alleato di lunga data del presidente russo Vladimir Putin e attualmente vicepresidente del consiglio di sicurezza della Russia, questa mattina non ha usato mezzi termini su Telegram. "Mi viene spesso chiesto perché i miei post su Telegram sono così duri. La risposta è che li odio", ha scritto, riferendosi agli occidentali. "Sono bastardi sfigati. Vogliono la morte per noi russi. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire".
L'Ue incolpa la Russia per l'incombente crisi alimentare globale
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha accusato la Russia di utilizzare le scorte di cibo come "un missile invisibile contro i paesi in via di sviluppo" e ha incolpato il Cremlino per l'incombente crisi alimentare globale.
Michel si è rivolto all'ambasciatore russo Vassily Nebenzia direttamente in una riunione del consiglio di sicurezza dell'Onu, dicendo di aver visto, poche settimane fa, milioni di tonnellate di grano bloccate in container e navi nel porto ucraino di Odessa "a causa delle navi da guerra russe nel Mar Nero". Ha aggiunto che gli attacchi di Mosca alle infrastrutture di trasporto e agli impianti di stoccaggio del grano dell'Ucraina, gli attacchi aerei, i bombardamenti e le mine stanno impedendo agli ucraini di seminare e raccogliere. "Questo sta facendo salire i prezzi dei generi alimentari, spingendo le persone nella povertà e destabilizzando intere regioni", ha detto Michel. “La Russia è l'unica responsabile di questa incombente crisi alimentare. Solo la Russia”. L'ambasciatore di Mosca ha abbandonato la riunione.
Intanto la scommessa di Erdogan per sbloccare la crisi mondiale del grano arriva alla prova dei fatti. Ieri i media russi parlavano di un accordo di massima, limitato per ora a Odessa, che sarebbe stato raggiunto da Mosca e Kyiv con la mediazione turca e che finirà domani, mercoledì 8 giugno, al centro della visita del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in Turchia. Uno schema preliminare c'è già: prima lo sminamento del mar Nero da parte dei genieri turchi - un'operazione che potrebbe durare un mese -, poi la scorta della Marina di Ankara ai cargo ancorati nei porti ucraini fino ad acque neutrali, con un centro di coordinamento e monitoraggio a Istanbul.
Sul terreno: continua la battaglia per Severodonetsk e Lysychansk
Severodonetsk e Lysychansk sono due città gemelle che si trovano sui lati opposti del fiume Severskij Donec, in una posizione strategica per controllare la regione di Luhansk nel Donbas. Sono state quasi completamente distrutte dalle unità di artiglieria russe che da settimane cercano di schiacciare i difensori ucraini. "Sono città morte", ha detto il presidente ucraino. È a Severodonetsk che i combattimenti sono più intensi, "sono arrivati nelle strade", ha detto Volodymyr Zelensky. Il presidente di Kyiv ha ammesso che le forze russe hanno il vantaggio numerico nella battaglia ma ha insistito sul fatto che le forze ucraine hanno “tutte le possibilità” di contrattaccare e sono “forti”.
Ci sono notizie contrastanti su chi controlla la città. Gli ucraini nel fine settimana hanno rivendicato una controffensiva, riconquistando metà del centro, ma sembrano essersi nuovamente ritirati. Sapere cosa sta realmente accadendo a Severodonetsk è sempre più difficile.
Nella sua valutazione quotidiana della situazione sul campo in Ucraina il ministero della Difesa del Regno Unito dice che "è probabile che le forze russe continuino ad occupare i distretti orientali. È probabile che il piano più ampio della Russia continui a essere quello di isolare l'area di Severdonetsk sia da nord che da sud". I progressi russi nell'area si sono bloccati nell'ultima settimana, aggiunge Londra.
"Le notizie di pesanti bombardamenti vicino a Izium suggeriscono che la Russia si sta preparando a fare un nuovo sforzo sull'asse settentrionale. Mosca avrà quasi certamente bisogno di realizzare una svolta su almeno uno di questi assi per tradurre i guadagni tattici in un successo a livello operativo e per progredire verso il suo obiettivo politico di controllare tutto l'Oblast' di Donetsk".
In città si stima si trovino ancora tra i 10 e i 15 mila civili
Londra promette armi, Mosca minaccia attacchi al cuore di Kyiv
Se all'Ucraina venissero consegnati lanciarazzi multipli a lungo raggio, Mosca potrebbe colpire il cuore del potere di Kyiv, prendendo di mira infrastrutture strategiche e istituzioni del governo. Dopo che anche il Regno Unito ha annunciato l'invio di missili con una gittata di 80 chilometri, i sistemi lanciarazzi multipli M270 per "colpire in profondità le posizioni russe posizionando le batterie più lontano dal fronte", che vanno ad aggiungersi agli Himars promessi dagli Stati Uniti, la Russia alza il tiro. L'avvertimento è giunto dal capo della commissione Difesa della Duma, la Camera bassa, Andrei Kartapolov, che cita tra gli obiettivi possibili l'aeroporto della capitale ucraina e la Verkhovna Rada, la sede del Parlamento.
Ucciso in Donbas uno dei massimi generali russi
Oggì è stato confermato che la Russia ha perso un altro comandante in capo. I media statali russi hanno affermato che il maggiore generale Roman Kutuzov è stato ucciso durante un assalto a un villaggio ucraino. L'Ucraina ora afferma di aver ucciso 12 generali russi, un fatto senza precedenti nella guerra moderna.
I colloqui di pace sono "a livello zero", dice Kyiv
Zelensky ha affermato che i colloqui di pace con la Russia sono al "livello zero" e che nel frattempo si è sviluppata "la situazione più minacciosa" nella regione di Zaporizhzhia, parte della quale è già stata occupata dalla Russia.