Sull'isola di Hans è stata fatta la pace del whisky
Martedì 14 giugno Danimarca e Canada hanno finalmente deciso di risolvere la contesa per l'isolotto di 1,3 chilometri quadrati, andata avanti a colpi di bottiglie fino al 2018. Soluzione salomonica: mezza isola a Ottawa e mezza a Copenaghen
La pace è stata fatta, ma quella del whisky. Forse l’unica possibile, anche se Putin un suo ruolo lo ha avuto. Dopo 51 anni, Danimarca e Canada hanno infine deciso di risolvere la contesa per l’isola di Hans: 1,3 chilometri quadrati, giusto in mezzo allo stretto di Nares. 18 chilometri più a nord-ovest c’è il Nunavut, territorio del Canada; 18 chilometri più a sud-est la Groenlandia, “nazione costitutiva del regno di Danimarca”. Sia il Nunavut che la Groenlandia hanno la maggioranza della popolazione di etnia inuit (“eschimesi” è ormai politicamente scorretto). E in inuit è il nome ancestrale di Tartupaluk “rene”, per la forma dell’isola. Hans viene invece da Hans Hendrik, esploratore groenlandese protagonista della prima spedizione all’isola nel 1853.
Non solo le due entità amministrative che si contendevano Hans erano etnicamente tra loro omogenee. Facevano parte entrambe di paesi Nato. Dalla guerra del merluzzo tra Regno Unito e Islanda alle storiche ben più gravi scaramucce tra Turchia e Grecia o alla rivendicazione di Madrid su Gibilterra, si sa che questa comune appartenenza non ha del tutto risparmiato screzi tra i soci. Se non altro, tra canadesi e danesi le ostilità venivano condotte in stile goliardico. “Guerra del whisky”, in particolare, è da quando nel 1984 il Canada sbarcò sull’isola con delle truppe, che piantarono la bandiera dalla foglia d’acero e sotterrarono una bottiglia di Canadian Whisky, prima di ripartire. La Danimarca rispose piantando a sua volta una bandiera e sotterrando una bottiglia di schnapps, iconico liquore nazionale a base di patate, con in più la scritta: “Benvenuti in Danimarca”.
E così è andata avanti a colpi di bottiglie fino al 2018, quando infine fu stabilito un gruppo di lavoro congiunto. Ma martedì si è arrivati infine all’accordo, cui si è brindato con whisky e schnapps assieme. Soluzione salomonica: mezza isola a Ottawa, e mezza a Copenaghen. “Poiché la sicurezza globale è minacciata, ora è più importante che mai che democrazie come il Canada e il Regno di Danimarca lavorino insieme, mano nella mano con i popoli indigeni, per risolvere le nostre divergenze in conformità con il diritto internazionale”, ha detto la ministra degli Esteri canadese Melanie Joly.