Mappe senza l'Ucraina

Putin non si ferma al Donbas, ha intenzione di far sparire Kyiv

Micol Flammini

Il piano russo per dividere “l’ex Ucraina” in quattro distretti: l’ex presidente ed ex premier russo Dmitri Medvedev ha scritto sul suo canale Telegram che tra due anni potrebbe non esserci più

Roma. Vladimir Putin non ha rinunciato al suo piano originario di conquistare tutta l’Ucraina. Ha mascherato il suo fallimento iniziale dicendo che i missili su Kyiv erano un diversivo per allontanare le truppe ucraine dal Donbas, e qualcuno gli ha anche creduto, sempre partendo dal presupposto che il capo del Cremlino è uno che la guerra la sa fare, non uno che fa errori.  Anche l’intelligence americana ha detto che la Russia non ha abbandonato la sua idea di conquistare tutta l’Ucraina, ha però aggiunto che non ci sono le condizioni per farlo.

 

L’ex presidente ed ex premier russo Dmitri Medvedev ha scritto sul suo canale Telegram che tra due anni l’Ucraina potrebbe non esserci più: “E chi lo dice che tra due anni ci sarà ancora un’Ucraina sulla mappa del mondo?”. Medvedev in questa guerra gioca a superare i falchi putiniani, e tra i funzionari russi – ora è vicepresidente del Consiglio di sicurezza – è tra i più minacciosi. Far sparire l’Ucraina è una delle frasi che ricorrono più spesso non soltanto tra le parole di Medvedev, ma anche di Putin, che ha sempre sostenuto che l’Ucraina non esiste, è una nazione nata da un errore storico – l’errore storico sta tutto nelle parole di Putin in realtà – e il Cremlino ha già un suo progetto proprio per fare in modo che “sulla mappa del mondo” l’Ucraina non ci sia più. Ieri si è aperto il Forum economico di San Pietroburgo, la Davos di Putin che quest’anno ha accolto personaggi meno in vista rispetto al solito – tra gli ospiti è prevista la partecipazione italiana di Vincenzo Trani, presidente della Camera di commercio Italia-Russia, e Alfredo Gozzi, direttore di Confindustria Russia – ed è arrivata anche una delegazione di talebani. Quest’anno ci si aspetta che il Forum abbia un valore più propagandistico che economico e prima del suo inizio ufficiale sarebbe stata mostrata una cartina dell’Ucraina divisa in più distretti. L’immagine è stata fatta girare su Telegram dal giornalista russo della Komsomolskaya Pravda, Aleksandr Kots, un reporter di guerra decisamente schierato dalla parte dell’“operazione speciale”. 

 

La mappa mostra il piano di dividere l’intero territorio “dell’ex Ucraina”, come scrive Kots, in tre o quattro distretti territoriali, ognuno dei quali includerà varie regioni della nazione. Gli obiettivi, secondo quanto si legge nella mappa, saranno raggiunti in un periodo di transizione da tre a cinque anni. Il giornalista fa notare che anche la parte occidentale dell’Ucraina rientra in questo progetto, sarà il distretto territoriale numero uno, composto da otto regioni con capoluogo a Khmelnytskyi. Un sito di notizie filorusso chiamato Topwar scrive che questa è la risposta a tutti coloro che credono che la Russia cederà l’Ucraina occidentale alla Polonia o ad altri – è una delle teorie del complotto che girano in queste settimane e affermano che Varsavia è interessata allo smembramento del territorio ucraino. Mosca ha altri piani per l’Ucraina e ambisce a tenerla tutta per sé. 

 

In Russia si parla di revocare il riconoscimento dell’indipendenza dell’Ucraina e anche dei tre stati baltici, Lituania, Lettonia ed Estonia: è una proposta di un deputato della Duma convinto del fatto che l’iter dei quattro paesi per diventare indipendenti dall’Unione sovietica non sia stato legale. Queste idee si fanno sempre più insistenti, e la mappa dell’Ucraina diffusa a San Pietroburgo mostra che le intenzioni russe vanno ben oltre il Donbas. Questa è anche una delle paure degli ucraini, che ricordano non soltanto quanto sia ingiusto chiedere a Kyiv di cedere parte del suo territorio, ma fanno presente che Mosca non si fermerà, ripartirà fino a quando l’Ucraina non esisterà più. Il sito Topwar, nel commentare la divisione in distretti, conclude con un ragionamento che mostra quanto gli appelli occidentali a cedere territorio siano un favore che la Russia apprezza, ma li vede come un punto di partenza: “Ricordiamo che negli ultimi tempi sono stati sempre più forti gli appelli a fare concessioni territoriali alla Russia affinché non si impadronisca dell’intero territorio dell’Ucraina. La Russia non ha intenzione di impadronirsi, la Russia libera”.

  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)