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Zelensky: "Ci servono armi, non per attaccare ma per difenderci da chi ci attacca"
Il presidente ucraino interviene al forum dell'Ispi sul voto di domani in Senato: "State finanziando la capacità di resistere del nostro esercito. Ogni nostra avanzata è sul suolo ucraino: non attraversiamo il confine con la Russia né uccidiamo civili russi"
"Abbiamo bisogno del vostro supporto, abbiamo bisogno di armi moderne per contrastare l'esercito russo", ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo in videocollegamento al Global Policy Forum dell'Ispi in corso a Milano. Zelensky ha ringraziato l'Italia e i paesi europei per il sostegno all'Ucraina, anche nel contesto delle sanzioni. "In vista del voto di domani, vi vorrei dire che non state finanziando l'avanzata ucraina ma la capacità di difendersi del nostro esercito. Ogni nostra avanzata è sul suolo ucraino. Non stiamo attraversando il confine, non stiamo uccidendo civili russi", ha ricordato il presidente, evidenziando al contempo come Kyiv non sia "spaventata dal secondo esercito al mondo". Tutti i cittadini ucraini sono motivati" nell'arrivare a una conclusione del conflitto, in cui "vogliamo mantenere il nostro territorio".
"Ciò che vogliamo - ha detto - è la fine della guerra e che la nostra terra non appartenga a nessun altro. Stiamo proteggendo i nostri obiettivi e valori comuni con l'Europa. Per noi questo è un fattore unificante e credo che sia per questo che abbiamo ricevuto lo status di candidato. L'Ue deve solo considerarci un partner alla pari".
Così il presidente ucraino Zelensky - diretto interessato nella questione - si rivolge all'Italia e prova a mettere in prospettiva il tema che ha agitato i palazzi romani nel fine settimana: quello dell'invio di armi a Kyiv, che ha acceso la miccia della crisi interna al M5s, in vista dell'appuntamento di domani in Senato. Appuntamento che non avrebbe nulla di straordinario: come d'abitudine infatti, il presidente del Consiglio si recherà alle Camere per riferire in vista del successivo Consiglio europeo (a Bruxelles il 23 e il 24 giugno). Ma stavolta il M5s ha trasformato l'occasione in una sorta di "referendum" parlamentare sulla questione degli armamenti. Da mesi l'esecutivo decide infatti se e come gestire l'invio di aiuti basandosi sul mandato assegnatogli fino alla fine del 2022 da una risoluzione di maggioranza del marzo scorso. Da allora però i grillini hanno iniziato a criticare le iniziative dell'esecutivo e a chiedere un nuovo voto sull'invio di armi.