Sull'isola di Gotland si gioca il futuro di Svezia e paesi Baltici
Stoccolma dopo secoli di neutralità è costretta a correre ai ripari soprattutto nella sua “portaerei inaffondabile” già invasa dalla Russia nel 1808, dove "potrebbe iniziare la Terza guerra mondiale"
Oltre a essere l’isola più grande della Svezia, Gotland è in una posizione particolarmente strategica: al centro del Mar baltico. Richard Milne del Financial Times è andato a Visby, la capitale dell’isola, per capire di più su quest’idilliaco luogo dove, scrive, “potrebbe iniziare la Terza guerra mondiale”. Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, i jet da combattimento svedesi sfrecciano sui cieli dell’isola, ma la maggior parte delle persone sembra poco interessata: “Siamo qui in vacanza, non per pensare alla guerra”, dice al giornalista una coppia del nord della Svezia. Milne invece è qui per la guerra, perché questa località strategicamente importante in Europa è agli occhi dei soldati una “portaerei inaffondabile nel bel mezzo del Baltico”. E questo è il motivo per cui, secondo gli esperti, un’invasione russa degli stati Baltici potrebbe iniziare proprio qui.
La Svezia per decenni l’aveva lasciata quasi smilitarizzata, ma oggi le cose stanno cambiando e dopo l’accordo del 28 giugno che apre la strada all’adesione di Svezia e Finlandia nella Nato le truppe statunitensi e svedesi stanno avviando sull’isola sbarchi militari ed esercitazioni marittime, perché “il controllo militare di Gotland minaccerebbe non solo la Svezia, ma anche Estonia, Lettonia e Lituania”. Una tassista dice al Financial Times: “Siamo stati danesi, poi svedesi, ora siamo gotlandici. Forse saremo i prossimi russi! O forse ora siamo più al sicuro con la Nato”.
L’isola al centro del Baltico è a soli 350 chilometri dalla base navale russa nell’enclave di Kaliningrad, e durante la Guerra fredda ospitava quattro reggimenti di 25 mila soldati – negli anni successivi il numero si è ridotto, tre sono stati chiusi nel 2000, fino a essere poi completamente smilitarizzata nel 2005, quando è stato spostato ogni reggimento militare. Nel 2014, con l’invasione della Crimea, era stata lentamente rimilitarizzata. Ma è a cominciare da un paio di anni fa che la Svezia ha iniziato a inviare un gran numero di soldati e attrezzature sull’isola. Tutte le spiagge e i porti di sbarco sono stati minati, sono stati nascosti numerosi depositi di equipaggiamento nei fienili e altri luoghi dell’isola, insieme a stock di carri armati, pistole e altri armamenti.
L’ufficiale più alto in grado a Gotland dice a Milne: “Pensavamo che la pace eterna fosse qui”. Invece “la Capri del Nord” – così viene definita – è in procinto di affrontare un periodo difficile, in attesa dei mesi di latenza prima di poter entrare formalmente nell’Alleanza atlantica (un periodo sospeso e di attesa, durante il quale non potrà avocare l’articolo 5 della Nato, quello che prevede che in caso gli alleati intervengano militarmente). Per le strade dell’isola sono sparsi cartelli arancioni e blu con la scritta Skyddsrum, rifugio antiaereo, nei cieli volano combattenti e per le strade si notano veicoli corazzati e soldati americani. Sulle spiagge dell’isola continuano a sbarcare navi da guerra e soldati e solo qualche settimana fa si è conclusa l’esercitazione militare Operazioni baltiche, che ha incluso per la prima volta marine statunitensi a Gotland. Gli svedesi, prima che la Russia invadesse l’Ucraina, erano contrari all’adesione alla Nato. Poi le cose sono cambiate: “Ora siamo un po’ più pronti e molto più sospettosi. Ma per ricostruire la difesa ci vuole molto tempo”, dice un ex ufficiale militare in pensione al Financial Times. Nonostante il presidente turco Erdogan abbia tolto il veto per l’ingresso all’Alleanza di Svezia e Finlandia, ci vorrà tempo per il processo di adesione.
La pace e l’idillio sembrano di nuovo finiti: Stoccolma era convinta che non ci sarebbero stati più conflitti in Europa, ma ora, dopo secoli di neutralità, è costretta a correre ai ripari soprattutto a Gotland, la sua “portaerei inaffondabile” già invasa dalla Russia nel 1808. L’isola è chiamata a riprendere il ruolo di “torre di controllo” per mantenere la sicurezza e l’ordine nel nord Europa.
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