Una spia iraniana gira per le Americhe dopo una plastica facciale. Israele si preoccupa
Un cargo atterrato in argentina non è quello che sembra: il pilota è un pasdaran che si occupa delle operazioni speciali all’estero. Ora però è irriconoscibile
C’è una spia iraniana che va in giro per le Americhe e il presidente del Paraguay, Mario Abdo Benitez, è arrabbiato perché – se tutti avessero seguito le indicazioni date dalla sua intelligence – questo problema si sarebbe potuto evitare facilmente. Domenica, Benitez ha detto che la spia è scappata a Cuba ed è stata in una clinica di chirurgia plastica per rifarsi la faccia. Con ogni probabilità, da ora in poi girerà anche con un passaporto falso, e la fototessera sarà quella scattata appena il gonfiore post operazione si sarà riassorbito. Trovarla diventa difficile, e tutto questo non sarebbe successo se i servizi segreti argentini avessero dato retta a quelli paraguaiani fin da subito.
All’inizio di giugno, i secondi avevano avvisato i primi: c’è un aereo cargo parcheggiato all’aeroporto internazionale di Buenos Aires, ma non è quello che i documenti dicono essere. Ufficialmente, si trattava di un Boeing 747 venezuelano adattato per funzionare come aereo da trasporto, il carico erano pezzi di ricambio Volkswagen per il mercato automobilistico argentino e l’equipaggio era composto da dipendenti della compagnia Emtrasur di Caracas. In realtà: il Boeing ha solo le scritte sulle fiancate della Emtrasur, questo da quando la vera proprietaria – che sarebbe l’iraniana Mahan Airlines – è sotto sanzioni americane. La merce era una copertura e il pilota era Gholamreza Ghasem, un capitano dell’aviazione delle forze speciali Quds dei pasdaran, quelle comandate dal generale Qasem Soleimani fino al giorno in cui è stato ucciso da un drone americano all’aeroporto di Baghdad il 3 gennaio 2020. Le Quds si occupano delle operazioni speciali fuori dai confini sia in medio oriente sia, nel resto del mondo, soprattutto contro dissidenti iraniani e cittadini israeliani all’estero. A bordo, insieme a Ghasem, c’erano altri quattro iraniani e quattordici venezuelani.
Degli altri non si conoscono le identità, ma Ghasem è un personaggio interessante: è anche l’amministratore delegato della Qeshm Fars Air (una compagnia di aerei da trasporto che di fatto risponde ai pasdaran), anche questa sanzionata perché portava le armi degli iraniani in Siria e ai miliziani di Hezbollah in Libano. Ghasem sarebbe poi imparentato con Ahmad Vahidi, l’attuale ministro dell’Interno della Repubblica islamica. Il paradosso è che Vahidi è sospettato di essere uno degli autori materiali dell’attentato contro l’Associazione mutualità israelita argentina del 18 luglio 1994, quello in cui sono morti ottantacinque ebrei e più di trecento sono stati feriti – e per questo motivo il governo di Buenos Aires si era lamentato quando, undici mesi fa, era stato nominato ministro.
Per l’Argentina, gli attentati contro gli ebrei sul proprio territorio sono un tema sensibile. Ma nell’ultimo mese il governo di Alberto Fernández non ha mai preso seriamente la questione del Boeing venezuelano: prima c’era stato un comunicato dell’unità della polizia che si occupa della sicurezza dell’aeroporto, diceva che avevano controllato il carico con i cani antiesplosivo e antidroga, ma non era venuto fuori niente di strano (l’ipotesi non era mai stata questa e nel caso in cui qualcuno, su quel volo, stesse pianificato un attentato: non si sarebbe portato l’esplosivo in aereo). Il ministro dell’Interno argentino è stato piuttosto sbrigativo è ha detto che Ghasem non è “quel Ghasem”, ma solo un omonimo, e che il capo dei servizi segreti del Paraguay, Esteban Aquino, “ha il diritto di dire quello che vuole, ma io non parlo sulla base di congetture, secondo i documenti e i database non esiste nessun tipo di collegamento”. Aquino gli ha risposto che “il Ghasem in questione è senza dubbio lo stesso Ghasem delle forze Quds” e ha pubblicato una foto del capitano delle Quds con, accanto, quella del pilota del volo Emtrasur con la divisa venezuelana: sono identici.
A quel punto, anche una procuratrice di Buenos Aires ha aperto un fascicolo d’indagine, ma Ghasem era già lontano e forse aveva già prenotato la plastica facciale a Cuba.
Il Paraguay aveva raccolto tutte queste informazioni, compresa la foto in divisa da pilota civile, perché lo stesso aereo aveva sostato nel loro aeroporto di Minga Guazú a maggio: c’erano stati alcuni movimenti sospetti e l’intelligence aveva iniziato a fare delle ricerche.
L’ambasciata israeliana a Buenos Aires ha protestato e – da quando un colonnello dei pasdaran è stato ucciso (a fine maggio) da due agenti operativi del Mossad nel centro di Teheran – le autorità dello Stato ebraico si aspettano una vendetta iraniana, cioè un attentato contro cittadini israeliani all’estero.
Il luogo più pericoloso era considerato la Turchia, adesso si fa molta attenzione anche a tutta l’America latina.
La prossima Commissione