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Avercene di Boris Johnson

Claudio Cerasa

Soltanto un pagliaccio?  Solo un bugiardo? Dai vaccini fino all’Ucraina passando per la globalizzazione e i valori occidentali. BoJo ha fallito, ma i veri buffoni della destra europea sono altri

Ora che ha miseramente fallito, ora che ha inevitabilmente scelto di fare un passo indietro, ora che il gregge del suo partito, come ieri lo ha chiamato lui, ha finalmente ottenuto il suo scalpo, tutti saranno lì a infierire sul suo essere stato un primo ministro simile a un clown, sul suo essere stato un politico inaffidabile, sul suo essere stato un leader bugiardo. E in effetti, se si mettono insieme i puntini, se si ragiona sulla sua disastrosa gestione della Brexit, se si ragiona sul suo approccio disumano sull’immigrazione, se si ragiona sulle menzogne raccontate sui festini a Downing Street durante il lockdown, se si ragiona sullo stato in cui si trova oggi l’economia inglese, con l’inflazione più alta del G7 e con la più bassa previsione di crescita per il prossimo anno fra tutti i paesi del G7, si può capire bene perché ieri giornali come l’Economist abbiano festeggiato per il suo addio al potere.

 

Nella storia politica di Boris Johnson, almeno nella sua storia recente, c’è però qualcosa che merita di essere isolato, forse persino salvato, ed è qualcosa che non può essere trattato come un elemento marginale nella storia di BoJo. Un clown, d’accordo, ma Boris Johnson è stato anche altro e non ci vuole molto a capire perché la sua parabola discendente non abbia nulla a che fare con quella dei Donald Trump, delle Marine Le Pen o dei Matteo Salvini. E’ stato un pagliaccio in molte circostanze, in circostanze importanti, ma non lo è stato in almeno tre circostanze che non si possono dimenticare e che ci portano facilmente a dire che se la destra europea, la nuova destra europea, quella che avanza, quella più attratta dal sovranismo che dal merkelismo, avesse qualcosa di Boris Johnson sarebbe una destra meno estremista. Trovate voi qualcuno, tra le nuove destre europee, e non solo tra quelle, che durante la pandemia abbia difeso e promosso i vaccini con la stessa forza con cui lo ha fatto Boris Johnson, che i vaccini oltre ad aver fatto di tutto per produrli in Inghilterra ha fatto di tutto per promuoverli tra tutte le fasce d’età del suo paese. Trovate voi qualcuno, tra le nuove destre europee, e quando parliamo di nuove destre europee parliamo ovviamente anche di quelle italiane, da Giorgia Meloni a Matteo Salvini, che durante la pandemia abbia sfidato a più riprese il corpaccione del suo partito imponendo in diverse occasioni restrizioni alla libertà, come i lockdown e come i green pass, senza spacciarle come prove indelebili di un inevitabile passaggio dalla democrazia parlamentare alla dittatura sanitaria. Trovate poi qualcuno, tra le destre europee, non solo quelle estremiste ma anche quelle moderate, che abbia difeso in modo così forte i valori non negoziabili dell’occidente, di fronte all’aggressione della Russia in Ucraina, arrivando a essere oggi, il Regno Unito, il secondo paese al mondo per sostegno alla sicurezza in Ucraina (2,53 miliardi di dollari). Provate voi a essere un leader di destra fieramente antirusso. Provate voi a essere un leader di destra fieramente pro vax. E provate voi a essere un leader di destra fieramente a favore della globalizzazione.

 

Perché sì, è vero, Boris Johnson ha fatto campagna per la Brexit, anche se il giorno prima del risultato della Brexit aveva preparato due articoli, uno a favore e uno contro. Perché sì, è vero, Boris Johnson, ancora prima della Brexit, ha fatto di tutto per alimentare l’euroscetticismo del suo paese. Ma allo stesso tempo, da brexiteer, Johnson ha tentato sempre di dare al Regno Unito una dimensione globale, non protezionista, trasformando il rapporto dell’Inghilterra con i vecchi paesi del Commonwealth in un terreno fertile per costruire accordi di libero scambio.

 

Verrà descritto, oggi, come un pagliaccio, come un clown, come un bugiardo, ma se si osserva ciò che  offre la destra in giro per l’Europa, e non solo in Europa, e se si paragona BoJo con tutto ciò che ha prodotto il trumpismo, non si fa fatica a dire, nonostante tutto, che i veri pagliacci della destra, in Europa, sono altri. Avercene di Boris Johnson.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.