Delusione nel Ppe
Gli eurodeputati di Övp e Csu ci dicono che la fine del governo Draghi è una perdita grave
“Forza Italia sarà proeuropea e il Ppe sarà al suo fianco”, ha twittato Manfred Weber. Ma è solo una speranza. L’eurodeputato tedesco Markus Ferber dice al Foglio che ci sono "molte discussioni in vista"
Berlino. Othmar Karas, primo vicepresidente del Parlamento europeo e membro del Partito popolare austriaco (Övp), definisce Mario Draghi “un politico molto esperto che ha sempre dimostrato di avere a cuore i migliori interessi dell’Italia e dell’Europa”. Non cita direttamente Forza Italia, che è membro della sua stessa famiglia europea, il Ppe, dal 1994, ma ci tiene a dire al Foglio: “Mi dispiace profondamente che sia stato vittima di giochi tattici di partito. Le sue dimissioni sono una tragica perdita. Draghi è un fattore di stabilità in tempi difficili. Spero sinceramente che le forze politiche in Italia concordino su un percorso costruttivo, lungimirante e chiaramente europeo”. Il presidente del Partito popolare europeo, il tedesco Manfred Weber dei cristiano-sociali bavaresi (Csu), in un tweet dopo aver ringraziato Draghi e criticato i Cinquestelle che hanno innescato la crisi, ha scritto che in Italia “non era più possibile governare”, e che ora all’Europa serve un governo italiano di centrodestra e che “Forza Italia sarà proeuropea e il Ppe sarà al suo fianco”: o è stato informato male o ha cercato goffamente di difendere Fi, nella speranza che il partito del Cavaliere non si faccia trascinare verso lidi populisti dalla Lega o da Fratelli d’Italia Più articolata è invece l’analisi di Markus Ferber, eurodeputato tedesco della Csu, a Strasburgo proprio dal 1994, l’anno di fondazione di Forza Italia.
Draghi è un personaggio che suscita ancora sentimenti forti in Germania, con gli Herr e le Frau Müller orfani degli interessi che i depositi in banca fruttavano prima dell’allentamento monetario impostato da SuperMario. Ma nel giorno in cui l’ex eurobanchiere lascia Palazzo Chigi e dalla Bce Christine Lagarde alza di mezzo punto i tassi di interesse (nel primo ritocco all’insù dal 2011), Ferber non ha dubbi: “Draghi, con il quale ho avuto numerosi incontri a quattr’occhi, ha mantenuto la stabilità dell’euro in tempi burrascosi, un compito tanto più difficile per una valuta espressione di tante economie diverse”. Per un tedesco che sostiene SuperMario, il voto con cui anche Forza Italia ha dato il benservito al presidente-banchiere, “è stato una sorpresa”. Sia per la scelta politica sia perché “fino a poco prima a noi risultava che avrebbero votato in maniera diversa”. Ferber rispetta la scelta dei colleghi italiani del Ppe ma non la condivide. E’ evidente, osserva, che Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia sono convinti di poter uscire vittoriosi da nuove elezioni. “Ma non so se ci riusciranno davvero”.
L’eurodeputato tedesco al quale non mancano i contatti in Italia, argomenta i propri dubbi spiegando come “molti elettori di Lega e Forza Italia, soprattutto del nord, avrebbero preferito che il governo Draghi proseguisse nell’azione di riforma a di rilancio dell’economia, e dubito che nelle urne ringrazieranno chi lo ha rovesciato”. Per Ferber non si tratta solo di una scelta politica sbagliata ma osserva anche che se Fratelli d’Italia corre nei sondaggi, la Lega e Fi lavorano, sì, a stretto contatto ma sono ben lontane dall’aver formato un patto comune. “Insomma, io non so se si sono fatti un favore”. Per l’eurodeputato non è neanche un problema di mancanza di stabilità dei governi romani: Ferber per primo ricorda che in Germania Helmut Kohl ha governato per 16 anni consecutivi e che per altri 16 anni capo dell’esecutivo è stata Angela Merkel.
“I due sistemi non sono neanche paragonabili, e poi i miei amici in Italia mi dicono sempre che alla fine l’Italia si riprende sempre”. Il nodo è tutto politico e Ferber prevede “molte discussioni in vista”. Perché gli eurodeputati del Ppe non lavorano di solito con quelli della Lega che siede a Strasburgo accanto al Rassemblement National della francese Marine Le Pen e soprattutto con i sovranisti di Alternative für Deutschland, vero spauracchio dei moderati tedeschi. “Si tratta di un gruppo con cui non ci confrontiamo affatto e che evitiamo consapevolmente”. Appena meglio potrebbe andare con Fratelli d’Italia che appartiene invece al gruppo Ecr, quello dei conservatori, di cui fa parte anche il PiS polacco, “ma li riteniamo inaffidabili sotto molti aspetti”. E il fatto che Fratelli d’Italia non sia molto influente all’Europarlamento mentre a Roma ha trascinato Lega e Fi contro Mario Draghi conferma che il tweet di Weber illustra solo una speranza. “Il voto dimostra già che ci saranno pressioni sul Ppe per spostarsi a destra, a seguito di Forza Italia che si è mossa fortemente in quella direzione”.