I Pigs contro il taglio dei consumi del gas fatto a protezione della Germania
Portogallo, Italia, Grecia e Spagna rinfacciano a Berlino l'azzardo morale sul gas putiniano e respingono la proposta solidaristica della Commissione europea
Bruxelles. I Pigs, Portogallo, Italia, Spagna e Grecia sono contrari alla proposta della Commissione europea di imporre un razionamento obbligatorio del gas a tutti gli stati membri in solidarietà con i tedeschi in caso di taglio totale delle forniture dalla Russia. Durante la crisi della zona euro, i Pigs avevano speso oltre i loro mezzi, accumulando debiti insostenibili. All’epoca il governo di Angela Merkel aveva usato l’argomento dell’azzardo morale.
Il comportamento opportunistico incurante dei rischi, l’azzardo morale appunto, era stato utilizzato da Berlino per giustificare l’imposizione di austerità e riforme in cambio degli aiuti finanziari. Sono i Pigs oggi a utilizzarlo per opporsi all’obbligo di tagliare del 15 per cento i loro consumi di gas solo perché la Germania ha messo la sua sicurezza energetica nelle mani di Vladimir Putin. “A differenza di altri paesi, noi spagnoli non abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi dal punto di vista dell’energia”, ha detto giovedì il ministro spagnolo per la Transizione ecologica, Teresa Ribera, ricordando gli investimenti nei rigassificatori: “La Spagna ha fatto i suoi compiti in questo settore”. Il segretario di stato all’Energia del Portogallo, João Galamba, ha usato argomenti simili: “Non possiamo permetterci un sacrificio sproporzionato”. Il ministro greco, Kostas Skrekas, ha annunciato una lettera per chiedere interventi come il tetto sui prezzi e agli acquisti comuni di gas: “In questo momento la Grecia è pronta. Ha l’infrastruttura necessaria che può assicurare le forniture anche nello scenario più avverso di un taglio totale del gas”, ha spiegato Skrekas. L’Italia non ha preso posizione pubblicamente, ma fonti diplomatiche dicono che nei negoziati in vista del Consiglio Energia del 26 luglio l’Italia sarà contraria all’obbligatorietà del razionamento.
La proposta è stata presentata mercoledì da Ursula von der Leyen sotto la bandiera della solidarietà e del mercato unico. La logica: se la Germania perderà il 40 per cento del gas, andrà in una grave recessione e le conseguenze ricadranno su tutti. Von der Leyen ha invocato i vaccini e il Recovery fund. Il piano è di ridurre i consumi di tutti del 15 per cento e condividere il gas con accordi bilaterali. “Noi in Europa dobbiamo risparmiare gas e questo significa che anche quei paesi che non sono direttamente interessati dal taglio delle forniture di gas dalla Russia dovrebbero aiutare altri paesi. Altrimenti non c’è solidarietà europea”, ha detto il ministro tedesco dell’Energia, Robert Habeck. La proposta della Commissione è stata costruita su misura delle esigenze della Germania. I Pigs hanno detto di non essere stati consultati in anticipo. Von der Leyen non ha voluto tenere conto delle richieste di altri paesi, come un tetto al prezzo del gas importato dalla Russia o a quello all’ingrosso. Alcuni dettagli – come gli swap dei contratti sul gas naturale liquefatto o la priorità per le industrie delle catene di approvvigionamento dell’Ue – servono a limitare i danni per il motore economico tedesco. Anche la tempistica era a uso tedesco: alla vigilia della fine del periodo di manutenzione di Nord Stream 1, che rischiava di non tornare operativo.
La sommossa non si limita ai Pigs. Diversi paesi hanno contestato la richiesta della Commissione di dotarla di poteri straordinari, compreso il razionamento obbligatorio del 15 per cento della domanda di gas. “Vorrei vedere la stessa solidarietà da parte della Germania con forniture di armi all’Ucraina per rendere l’Europa più sicura”, ha detto il portavoce del governo polacco, Piotr Müller. L’Ungheria ha vietato le esportazioni di idrocarburi verso l’Ue e il suo ministro degli Esteri, Péter Szijjártó, giovedì è volato a Mosca per comprare più gas dalla Russia. La presidenza ceca dell’Ue spera comunque di trovare un’intesa al Consiglio Energia del 26 luglio. Una possibilità è di fare solo razionamenti volontari. Un’altra è discutere seriamente di tetto al prezzo. Ma, con la sua proposta, von der Leyen è riuscita a facilitare il lavoro di Putin di dividere gli europei sul gas.