"passo dopo passo"

Quanto è ambizioso il piano ucraino per riconquistare Kherson

Micol Flammini

Il ponte Antonivsky è l'arteria usata dai russi per rifornire le truppe nella prima regione conquistata, ora è danneggiato ed è un risultato importante per Kyiv che conta le munizioni e i soldati necessari per la controffensiva e per mettere Mosca di fronte alla scelta: il ritiro o la trappola

L’esercito ucraino ha danneggiato il ponte Antonivsky, che attraversa il fiume Dnipro ed è l’arteria principale con cui i russi riforniscono le truppe incaricate di tenere Kherson. I missili notturni hanno perforato il manto stradale, la struttura è stata chiusa al traffico e la Russia dovrà capire come riorganizzarsi per fermare la controffensiva di Kyiv. Kherson si trova nella parte meridionale dell’Ucraina ed è stata la prima zona che i russi sono riusciti a conquistare dal 24 febbraio. Negli ultimi tempi, per le strade della regione, sono comparsi dei cartelli che pubblicizzano l’amicizia tra il popolo russo e il popolo ucraino e che dicono che la Russia è arrivata per restare per sempre: sul manifesto c’è un bambina sorridente e bionda, vestita con i colori di Mosca. Questi cartelli sono una campagna elettorale subdola, un preludio al referendum che il Cremlino starebbe organizzando nella regione per dichiararne l’indipendenza oppure, direttamente, l’annessione come fece con la penisola di Crimea nel 2014. Non esiste ancora una data precisa, ma la controffensiva ucraina potrebbe cambiare i piani di Mosca, che era riuscita non soltanto a conquistare la regione, ma anche a isolarla, a chiuderla in una bolla propagandistica che ha tagliato fuori da tutto gli abitanti rimasti, circa un terzo della popolazione di 300 mila. 

 

Sui muri di Kherson compaiono però anche altri manifesti, meno vistosi e più piccoli rispetto a quelli affissi da Mosca, e dicono: “Occupanti, andatevene, o vi aiuteranno gli Himars a farlo”. E ancora: “Questo Himars è pronto per un altro attacco”. I lanciarazzi americani hanno cambiato il corso della guerra e sono diventati un’arma fondamentale per passare alla controffensiva, ora l’esercito di Kyiv vuole dimostrare non soltanto di sapersi difendere ma anche di saper recuperare il territorio invaso. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che Kyiv riconquisterà Kherson “passo dopo passo”, l’obiettivo è ambizioso e bisogna essere cauti. Il numero di Himars è ancora limitato, lamentano i vertici ucraini, ma i risultati ottenuti sono già importanti e Kyiv, danneggiando il ponte Antonivsky, come ha detto il ministro della Difesa Oleksij Reznikov, ha creato “un dilemma impossibile” per i russi: “ritirarsi o essere annientati”. 

 

Riconquistare un territorio è un’impresa onerosa che richiede un numero molto grande di uomini e di armi offensive, più di quelle che l’Ucraina ha a disposizione al momento. Ora sta usando dai seimila agli ottomila proiettili al giorno, se dovesse iniziare un attacco attivo a Kherson ne servirebbero il doppio. Il ministro Reznikov ha parlato della necessità di formare un esercito ucraino di un milione di uomini per recuperare i territori persi: la regione di Kherson è in gran parte rurale, ma la città è una metropoli che si sviluppa a cavallo del fiume Dnipro e riprenderla potrebbe portare a una guerriglia urbana molto sanguinosa. Michael Maldonado, ex marine del Kansas che si è unito alla 28esima brigata ucraina, ha detto al New York Times che Kherson potrebbe essere la prossima Falluja: “Saranno molti i combattimenti folli”.  E Kyiv dovrà considerare la parte di popolazione rimasta che non è riuscita a fuggire e che si trova esposta alla propaganda dei governi fantoccio che Mosca ha già insediato e   seguono già le regole della Russia. Kherson è la ferita dell’intelligence ucraina, alla regione è  legata parte dei licenziamenti voluti  da Zelensky: l’area è venuta giù in fretta, segno che il lavoro dei servizi di Mosca ha funzionato, quindi c’è stata disattenzione o addirittura collaborazione. 

 

Il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha sbandierato al pubblico russo le sue conquiste a sud dell’Ucraina più di quelle nella regione orientale del Donbas: è una fonte significativa di pil, qui hanno sede le centrali elettriche e ci sono i porti. Militarmente è una delle basi da cui partono le offensive verso occidente, se la controffensiva riuscisse a recuperare Kherson, le forze russe sarebbero costrette a ripiegare in Crimea e la penisola sarebbe molto vulnerabile agli attacchi di Kyiv. 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)