editoriali
La Bulgaria bersaglio della Russia
L'ex stato satellite non ammette ufficialmente di rifornire l'Ucraina di armi, ma secondo molti esperti è così. Le elezioni politiche che si terranno a Sofia il prossimo 2 ottobre sono un obiettivo sensibile per Mosca
Nelle prime ore di domenica mattina, a Karnobat, nell’est della Bulgaria, c’è stata una grande esplosione in una zona industriale. Non ci sono state vittime e per molte ore non ci sono stati commenti, mentre i droni perlustravano la zona raccogliendo informazioni. Si tratta dell’ultima di molte esplosioni avvenute in Bulgaria e in Repubblica ceca, entrambi paesi dell’Unione europea, negli ultimi dieci anni. Entrambi i governi hanno sempre ritenuto la Russia la responsabile di queste esplosioni, e hanno avviato, in vari momenti e con intensità differenti, delle rappresaglie diplomatiche espellendo dipendenti dell’ambasciata russa. Lo stabilimento esploso a Karnobat è di proprietà di Emilian Gebrev, produttore di armi bulgaro che sembra molto attivo nelle forniture militari all’esercito ucraino (lui nega). Gebrev è molto conosciuto in Europa non soltanto perché produce ed esporta armi ma perché nel 2015 sopravvisse a un tentativo di avvelenamento per il quale furono poi condannati tre uomini di nazionalità russa. Nelle ultime ore Gebrev si è limitato a dire che questa esplosione, come le altre, non è stata un incidente.
La Bulgaria, ex stato satellite sovietico con una notevole industria di armi, non ammette ufficialmente di rifornire l’Ucraina, ma secondo molti esperti le munizioni e le armi di tipo sovietico richieste da Kyiv che arrivano da Polonia e Slovacchia sono di provenienza bulgara. Proprio il sostegno all’Ucraina e contro la guerra di Putin, con le forniture militari e l’espulsione di 70 diplomatici russi accusati da Sofia di essere spie, ha fatto cadere il governo di Kiril Petkov, che ha cambiato radicalmente la posizione storica della Bulgaria nei confronti di Mosca, subendo anche la rappresaglia energetica. Le prossime elezioni (anticipate) sono previste per il 2 ottobre, e la campagna di destabilizzazione della Russia è già ben avviata.