impegni
Il Parlamento europeo contro le ingerenze straniere
L'idea del socialista Glucksmann per proteggere i processi democratici dalle campagne sistematiche di stati come Russia e Turchia: "Serve una presa di coscienza da parte dell’Europa dinanzi a questi regimi autoritari"
Parigi. “Le nostre democrazie si trovano ad affrontare minacce e attacchi permanenti e dobbiamo difenderle dalle ingerenze straniere, sempre più massicce e sofisticate. I lavori della commissione speciale Inge 2 hanno come missione quella di valutare la messa in opera delle raccomandazioni formulate nel rapporto della commissione speciale Inge 1, di portare avanti l’analisi delle minacce e di assicurare che le elezioni europee del 2024 siano protette”. Con queste parole, l’eurodeputato socialista francese Raphaël Glucksmann ha inaugurato lo scorso 12 maggio i lavori dell’Inge 2, la seconda edizione della commissione speciale sulle Ingerenze straniere nei processi democratici dell’Unione europea costituita per la prima volta nel giugno 2020.
“Da alcuni anni, c’è un enorme problema di ingerenze straniere nelle nostre democrazie, di campagne sistematiche di stati stranieri come la Russia e la Cina, ma anche di attori non legati a uno stato, come Steve Bannon o alcune fondazioni islamiste internazionali. L’idea è quella di schiacciare sul pulsante pausa, fare un resoconto e interrogarsi su questa guerra ibrida e queste forme di ingerenza per stabilire una diagnosi”, disse due anni fa, dopo aver assunto la presidenza della Inge 1. Ora che è stato confermato anche alla guida della Inge 2, composta da 33 membri provenienti da tutti i gruppi dell’Europarlamento (compreso Identità e Democrazia), Glucksmann promette di continuare sulla scia di quanto fatto dalla prima commissione: identificando le lacune delle legislazioni europee che alcuni paesi terzi potrebbero sfruttare, lottando contro ogni forma di destabilizzazione nei confronti dei legislatori, dei partiti politici e dei giornalisti europei, e suggerendo misure contro la disinformazione, in primis sui social network.
Secondo Glucksmann, oggi uno dei deputati più attivi a Bruxelles dopo aver contribuito per anni, da sinistra, a vivacizzare il dibattito delle idee parigino, l’Europa non può più permettersi di essere ingenua dinanzi alla Russia e alla Cina. “Siamo in uno stato di guerra ibrido da ormai diversi anni, non solo dal 24 febbraio del 2022 con l’invasione dell’Ucraina. Alcuni regimi autoritari stranieri conducono una guerra volta a minare le fondamenta delle istituzioni democratiche europee. I due principali attori di queste campagne sono la Russia di Vladimir Putin e la Cina di Xi Jinping”, ha spiegato a Ouest-France Glucksmann, prima di aggiungere: “Serve una presa di coscienza da parte dell’Europa dinanzi a questi regimi autoritari che vogliono destabilizzare le nostre democrazie e far crollare la costruzione europea”.
Il presidente dell’Inge 2 invoca “una rivoluzione culturale” rivolgendosi ai cittadini europei, perché l’operazione russa in Ucraina si iscrive in un disegno globale e multiforme contro l’occidente, condito di disinformazione, destabilizzazione democratica, finanziamento dei partiti populisti (il caso dei bonifici a fini elettorali al Rassemblement national di Marine le Pen, attraverso banche vicino al potere putiniano, è l’esempio più eclatante), strumentalizzazione delle falle legislative dell’Ue, guerra dei vaccini, terrorismo, ma anche di “élite capture”.
È a proposito di questo fenomeno, in particolare, che la commissione Inge 1 ha raccolto informazioni importanti, rese pubbliche lo scorso gennaio, prima dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, e messo in evidenza le liaisons dangeureuses di ex primi ministri e ministri europei con il mondo russo e cinese. È il caso degli ex premier François Fillon e Jean-Pierre Raffarin, il primo membro del consiglio di amministrazione della società petrolifera russa Zarubezhneft, il secondo presentato come “promotore degli interessi cinesi in Francia”, dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, presidente del consiglio di sorveglianza della compagnia energetica statale russa Rosneft e coinvolto nella messa in opera del gasdotto Nord Stream 2, dell’ex ministra austriaca degli Affari esteri Karin Kneissl, membro del cda di Rosneft, ma anche dell’ex premier finlandese Paavo Lipponen, consulente per Gazprom. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, hanno lasciato uno dopo l’altro gli incarichi russi, ma il problema è tutt’altro che archiviato.
Il 17 maggio, la prima riunione dell’Inge 2 ha trattato il tema della disinformazione e della propaganda russa nel contesto della guerra in Ucraina assieme alla sottocommissione per la sicurezza e la difesa (Sede). Il secondo incontro si è tenuto a Riga il 24 e 25 maggio, dove Glucksmann e gli altri membri hanno partecipato al dialogo per la comunicazione strategica (StratCom) della Nato, durante il quale sono stati affrontati i temi presenti nella risoluzione finale dell’Inge 1 del 9 marzo. Lo stesso è stato fatto il 30 giugno, quando la commissione speciale per le ingerenze straniere ha dialogato con Vera Jourová, vicepresidente della Commissione europea per i Valori e la trasparenza. La risoluzione del 9 marzo è stata approvata a larga maggioranza dal Parlamento europeo: 552 voti favorevoli, 81 contrari e 60 astenuti. Il rapporto finale della Inge 2 è previsto per la primavera 2023, a un anno dalle elezioni europee.
I conservatori inglesi