controffensiva di classe
Kyiv martella le linee russe a Kherson
Nella regione cruciale per il controllo del sud e l'accesso al Mar Nero, l'Ucraina inizia a lanciare "attacchi di modellamento". E' una delle aree in cui Mosca ha portato più avanti i suoi piani di russificazione, a cominciare dai programmi scolastici
L’esercito ucraino ha lanciato molteplici attacchi contro le posizioni russe nella regione di Kherson, la prima a essere occupata da Mosca e dove il Cremlino si è portato più avanti nel suo tentativo di russificare l’Ucraina. Kyiv sta preparando da mesi una controffensiva per liberare l’oblast e gli attacchi di lunedì hanno dimostrato, anche secondo l’intelligence americana, che le forze ucraine si stanno predisponendo a “operazioni di modellamento”. Oggi l’Ucraina ha annunciato che la controffensiva stava iniziando: ha dimostrato di poter sferrare attacchi precisi ed efficaci e c’è una discreta attività partigiana all’interno della regione che resiste all’occupazione. Anche da parte russa sono arrivate le prime conferme delle attività ucraine nella regione e la più impressionante è stata quella di Igor Strelkov, uno dei fautori della guerra della Russia in Donbas nel 2014, ex colonnello dell’Fsb e coinvolto nell’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines. Sul suo canale telegram, Strelkov ha scritto che l’Ucraina sta “circondando e dirigendo le nostre forze a est di Kherson tra i fiumi Dnipro e Ingulets”. Alcuni analisti dicono che è soltanto l’inizio, che Kyiv deve aver trovato una linea debole della difesa russa e proverà a sfondare.
Kherson, considerata cruciale per il controllo della costa meridionale dell’Ucraina e l’accesso al Mar Nero, è ormai una zona fantasma, sono pochi i cittadini rimasti e che assistono ai tentativi di Mosca di portare la Russia in Ucraina tramite la propaganda, la moneta e la scuola. Il primo settembre ricominceranno le lezioni, il Cremlino ha mandato degli insegnanti che dovranno uniformarsi ai programmi scolastici di Mosca e che, in più, dovranno anche sradicare la cultura ucraina, a cominciare dalla lingua. La scorsa settimana, il regista russo Nikita Mikhalkov, che è stato tra i primi uomini di cultura a iniziare in Russia un’opera di mistificazione contro l’Ucraina, ha tenuto una conferenza il cui obiettivo era spiegare perché non bisogna permettere ai bambini ucraini di imparare la loro lingua. Secondo Mikhalkov l’ucraino è una manifestazione della russofobia di Kyiv, è una lingua che porta in sé, nella grammatica, nella pronuncia, nella costruzione della frase, la volontà di opporsi a Mosca. Per questo, dice il regista, non si può lasciare che i bambini nelle scuole imparino l’ucraino, sarebbe un veicolo di russofobia. Nelle oblast di Kherson, di Zaporizhzhia, di Luhansk e di Donetsk ci saranno programmi scolastici completamente nuovi che cambieranno tutto, a partire dalla lingua fino ad arrivare alla storia e alla geografia.
Il Cremlino ha speso molto in istruzione, circa 22 milioni di rubli, 361 mila euro, e se lo scorso anno alcuni programmi sono stati cambiati in corsa, il nuovo anno scolastico sarà organizzato per “proteggere la società russa dall’influenza informativa e psicologica distruttiva”. Il ministero dell’Istruzione ha stilato nel dettaglio programmi nuovi, classe per classe. L’iter è rigoroso: nelle classi che corrispondono alle nostre prima e seconda elementare agli studenti sarà insegnato a sviluppare l’amore per la natura, “una manifestazione di amore per la propria patria”. In terza le lezioni sono dedicate a “promuovere l’idea di un amore effettivo per la patria” e verranno introdotti elementi militari. Saranno i bambini dai dieci anni in su che sentiranno parlare direttamente della guerra con il nome di “operazione speciale”. Nelle classi equivalenti alle nostre medie, si entra più nel dettaglio sia dal punto di vista militare sia propagandistico. Tutto si fa più intenso alle superiori, dove agli insegnanti verrà affidato il compito di plasmare i veri patrioti. Il sito di notizie Meduza ha potuto leggere alcuni dei testi redatti dal ministero per gli insegnanti e, tra i consigli, il vademecum del perfetto patriota prevede: “Non puoi essere un patriota se tutto ciò che fai è ripetere gli slogan. Le persone veramente patriottiche sono disposte a difendere la propria patria con le armi in mano, ma questo non è l’unico modo per esprimere il proprio patriottismo. Il patriottismo si esibisce in piccoli atti, quindi ognuno di noi che è pronto ad agire per il bene del suo paese, della sua patria, è un patriota”.
Il presidente russo, Vladimir Putin, quest’inverno potrebbe trovarsi nelle condizioni di chiamare alla mobilitazione generale per continuare il conflitto e ha bisogno di preparare la società e i suoi cittadini, a cominciare dai più giovani. Sul campo di battaglia Mosca sta riscontrando diversi problemi, le voci di chi dice che l’“operazione speciale” sta fallendo crescono e si fanno più forti: Strelkov è stato tra i primi a dirlo ed era maggio. Il Cremlino, che ha dovuto rinunciare alla guerra su vasta scala per concentrarsi sull’est e sul sud, ora potrebbe dover rinunciare al progetto dei referendum per l’annessione nei territori occupati a causa della controffensiva. Il primo settembre però le scuole inizieranno e il programma sarà quello di Mosca.