Pedro Sánchez, primo ministro spagnolo, durante una conferenza stampa (Getty Images)

tra spagna e germania

Madrid ha un piano salvagas per Berlino (che passa per l'Italia)

Guido De Franceschi

Sánchez e Scholz si incontrano: sul tavolo c'è un importante investimento per il trasporto del gas fino all'Europa centrale. L'ostacolo è la perplessità francese. E il piano B prevede una "via italiana"

Oggi il premier spagnolo Pedro Sánchez, appena rincasato da un giro diplomatico in America Latina, incontrerà in Germania il collega Olaf Scholz e presenzierà a una riunione con tutto il governo tedesco nel castello di Meseberg, a qualche decina di chilometri da Berlino. I due più importanti capi di governo socialisti dell’Unione europea si confronteranno sui temi energetici e in particolare su come forzare (o aggirare) le perplessità francesi intorno agli investimenti urgenti per potenziare le infrastrutture per il trasporto del gas.

  

Dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico la Spagna, insieme con il Portogallo, si trova in una posizione particolare in Europa, che è stata etichettata come “eccezione iberica” o come “isola iberica”. I due paesi, infatti, non dipendono, se non per una porzione marginalissima, dal gas proveniente dalla Russia. E, se possono contare sulla presenza di rigassificatori che funzionano come terminale di trasporto marittimo di gas e sull’esistenza di pipeline sottomarine con l’Algeria, sono invece poco interconnessi attraverso gasdotti con il resto dell’Europa.

 

Per questo nei mesi scorsi l’Ue ha consentito ai governi di Madrid e di Lisbona di stabilire un tetto “dinamico” al prezzo del gas: gli aumenti saranno graduali e controllati, per evitare picchi improvvisi. Inoltre, nell’ambito dell’impegno da parte dei paesi dell’Ue di ridurre del 15 per cento il loro consumo di gas dal 1 agosto 2022 al 31 marzo 2023 (un impegno per ora volontario ma che potrebbe diventare obbligatorio in caso di aggravamenti della crisi energetica), la Spagna ha ottenuto una riduzione della riduzione: dovrà contrarre il suo uso di gas solo del 7 per cento, dal momento che non avrebbe grande possibilità di redistribuire ad altri paesi gli eventuali risparmi di materia prima – anche l’Italia, peraltro, ha ottenuto la stessa deroga, sebbene per ragioni diverse.

 

Oggi Sánchez parlerà con il cancelliere Scholz di come convincere Emmanuel Macron a rimuovere il veto francese sulla costruzione del MidCat. Questo acronimo che sta per Midi-Catalunya (laddove “Midi” si riferisce alla Francia meridionale) si riferisce al progetto di un breve gasdotto transpirenaico per unire i due paesi che era stato concepito qualche anno fa per poi essere archiviato ma che è ritornato nuovamente in auge dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. La Francia, che punta sul nucleare e sui propri rigassificatori e che sottolinea come i costi e i tempi di costruzione del MidCat siano eccessivi, ha finora rifiutato una sua partecipazione a questo progetto, che consentirebbe la distribuzione in Europa centrale di gas che la Spagna può procacciarsi da fornitori diversi dalla Russia e che sta quindi molto a cuore sia a Madrid sia a Berlino, dal momento che con sei impianti operativi la Spagna vanta il 40 per cento della capacità di rigassificazione e un terzo della capacità di stoccaggio dell’Ue.

 

Se Parigi dovesse confermare il suo persistente disinteresse per il MidCat, Sánchez ha già pronto un piano B da sottoporre a Scholz. L’ipotesi sarebbe quella di costruire un gasdotto sottomarino di 800 km tra Barcellona e Livorno per bypassare la Francia e connettere la Spagna alla ramificata rete di tubi che dall’Italia porta nel nord Europa.

 

I costi e i tempi di realizzazione sarebbero superiori rispetto a quelli prospettati dal MidCat, ma alcuni pensano che sul lungo periodo questa “via italiana” sarebbe strategicamente più sensata. Innanzitutto perché costituirebbe una connessione della penisola iberica con una rete distributiva internazionale italiana che è molto potente e poi perché, mentre il nostro paese ha collegamenti sottomarini con fornitori diversificati, la Spagna può contare su collegamenti via tubo solo con l’Algeria. E da ultimo i rapporti della Spagna con questo paese si sono molto deteriorati in seguito a un eccessivo avvicinamento diplomatico tra il governo di Madrid e quello del Marocco, il grande avversario regionale dell’Algeria.

 

Il gasdotto Magreb-Europa, che è la più importante pipeline che connette l’Algeria e la Spagna passando dal Marocco, è stato già chiuso dall’autunno scorso e il fatto che qualche mese fa la Spagna abbia appoggiato un piano che di fatto legittima la sovranità di Rabat sul Sahara Occidentale, un territorio del cui desiderio di indipendenza l’Algeria è il principale sponsor, rischia di creare problemi anche per quanto riguarda le forniture attraverso la pipeline Medgaz, che connette direttamente la Spagna e l’Algeria. 

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