Le proposte radicali di von der Leyen per sfidare Putin sul gas
La Commissione fa sul serio e reagisce alle minacce del Cremlino. Tutte le misure, oltre al price cap
L’Unione europea è pronta a sfidare Vladimir Putin sul gas e a correre il rischio di un taglio totale delle forniture, dopo che il presidente russo ha minacciato di chiudere i rubinetti in caso di imposizione di un tetto ai prezzi. “Questi sono tempi difficili e non finiranno presto, ma sono convinta che, se dimostreremo solidarietà, unità e determinazione, abbiamo la forza economica e la volontà politica per superarli”, ha detto ieri Ursula von der Leyen, presentando il pacchetto che sarà discusso domani dai ministri dell’Energia. “Price cap” sul gas russo, riduzione della domanda di elettricità, limite ai ricavi dalle energie a basso costo, prelievo di solidarietà sulle società petrolifere, liquidità per le imprese energetiche, ridimensionamento del ruolo del Ttf di Amsterdam: il funzionamento del mercato europeo dell’energia potrebbe essere stravolto con misure radicali, anche se temporanee, per gestire l’emergenza e sconfiggere Putin nella guerra del gas.
Se imporrà un tetto al prezzo del gas russo, l’Ue rimarrà “congelata” come la coda del lupo di una famosa fiaba russa, ha detto ieri Putin, minacciando di interrompere tutte le forniture. Ma la Commissione von der Leyen ha comunque deciso di inserire il “price cap” sul gas importato dalla Russia nel pacchetto per il Consiglio energia di domani. “Dobbiamo ridurre le entrate della Russia, che Putin utilizza per finanziare la guerra atroce contro l’Ucraina”, ha detto von der Leyen. Grazie alla diversificazione dei fornitori, alla riduzione della domanda e agli stoccaggi pieni, i rubinetti russi chiusi fanno meno paura. “Sulla base di ciò che è stato fatto siamo messi bene in termini di preparazione”, spiega una fonte dell’Ue: “Non significa che l’inverno sarà facile. Ma siamo ben preparati”. Altri partner sono pronti a soccorrere l’Ue. Jonas Gahr Støre, il premier della Norvegia che è diventata il primo fornitore di gas dell’Ue prendendo il posto della Russia, ha detto al Financial Times di essere disponibile a discutere di “price cap” e contratti di lungo periodo a prezzi più bassi di quelli attuali.
Oltre al tetto sul gas russo, la Commissione propone di ridurre la domanda di elettricità, con un obiettivo obbligatorio (una bozza indicava il 10 per cento generale e il 5 per cento nelle ore di picco). La misura più innovativa è un tetto ai ricavi per la produzione di energia che non sia il gas, le cosiddette tecnologie inframarginali (rinnovabili, nucleare, carbone e petrolio). In una bozza è stato indicato un tetto di 200 euro per megawattora. La differenza con il prezzo di mercato dell’elettricità verrebbe prelevata dai governi per finanziare misure di sostegno per famiglie e imprese. La Commissione vuole poi introdurre un “contributo di solidarietà” per le imprese del settore fossile, che hanno beneficiato di grandi profitti. Entrambe le misure avrebbero un effetto indiretto sulla bolletta. Inoltre, gli aiuti dovrebbero essere diretti alle categorie più fragili, alle imprese che riducono la domanda o ai settori energivori.
Le regole sugli aiuti di stato saranno adattate per permettere ai governi di soccorrere le imprese energetiche in difficoltà per la volatilità dei mercati. Il mercato Ttf di Amsterdam dovrebbe restare il riferimento per il prezzo del gas via gasdotto, ma la Commissione propone di istituire un nuovo mercato per fissare quello del gas naturale liquefatto nell’Ue. La discussione tra i ministri si annuncia difficile per le critiche di alcuni governi a singole misure. I tempi di approvazione sono incerti, anche se la Commissione intende procedere a maggioranza qualificata, togliendo la possibilità di veti. Sotto pressione e in ritardo, von der Leyen ha fatto proposte radicali. Putin rischia di sottovalutare la capacità dell’Ue di reagire in tempi di crisi.