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(foto EPA)
editoriali
I sovranisti italiani e gli interessi ungheresi
FdI e Lega contro il blocco del Recovery di Budapest, “autocrazia elettorale”
Il Parlamento europeo ieri ha detto che l’Ungheria di Viktor Orbán è diventata una “autocrazia elettorale” e una minaccia sistemica ai valori europei, in una durissima risoluzione per chiedere alla Commissione di bloccare le risorse del Recovery fund e gli altri fondi comunitari fino a quando Budapest non rispetterà gli standard dell’Ue sullo stato di diritto. Secondo il Parlamento europeo, l’inazione degli altri stati membri ha aggravato la deriva di Orbán. L’elenco delle contestazioni è lungo: carenze del sistema costituzionale ed elettorale, controllo politico della magistratura, corruzione, conflitti di interesse, mancanza di libertà di espressione e pluralismo dei media. A ciò si aggiungono le preoccupazioni per i limiti alle libertà accademica, di religione e di associazione, e ai diritti delle persone Lgbt, delle minoranze, dei migranti e dei richiedenti asilo. Nella guerra ucraina, Orbán funge da cavallo di Troia di Vladimir Putin dentro l’Ue con il suo veto su alcune sanzioni e i suoi acquisti da Gazprom.
L’ultimo episodio è il boicottaggio ungherese di una risoluzione dell’Ue all’Onu per monitorare la situazione dei diritti umani in Russia. La risoluzione del Parlamento europeo è stata approvata a larghissima maggioranza (433 favorevoli, 123 contrari e 28 astensioni). E’ la dimostrazione di quanto Orbán sia diventato un paria nella famiglia europea. Ma Fratelli d’Italia e Lega hanno votato contro. FdI ha denunciato un “attacco politico”. “Mi occupo di Italia”, ha detto Matteo Salvini. I sedicenti patrioti fingono di ignorare il fatto che ciò che fa Orbán va contro gli interessi italiani. Che siano i fondi comunitari finanziati dall’Italia e sottratti dalla corruzione in Ungheria, o la rottura dell’alleanza occidentale che sta aiutando l’Ucraina a porre fine il più rapidamente possibile alla guerra di Vladimir Putin.
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