Elisabetta II (Ansa)

Una rassegna minima

Il cordoglio della stampa locale per Elisabetta II mostra cosa chiede il nostro paese alle icone pop

Arnaldo Greco

“Amava la mozzarella di bufala”, si legge su un giornale. Un altro ricorda: "Quando scelse di farsi curare dal cardiologo friulano”. Nonostante la lunghissima cerimonia funebre sia completata, gli articoli che ripercorrono le visite italiane della regina sono ancora tantissimi. E dicono molto anche dell'Italia e dei nosti costumi

“La regina Elisabetta amava la mozzarella di bufala: se la faceva spedire direttamente dalla Campania” è il titolo di un giornale locale che, con buona probabilità, resterà il vincitore della competizione a riportare il cordoglio internazionale per la morte di Elisabetta II nella dimensione localistica. Ma è stata una gara molto combattuta che, perfino adesso che la lunghissima cerimonia funebre è completata, non accenna a perdere d’intensità. Il Giornale di Vicenza, per esempio, ha rilanciato l’omaggio in musica realizzato per sua maestà sui colli Berici da un suonatore di cornamusa, “tra i pochissimi suonatori di cornamusa scozzese del Vicentino” ci dice l’articolo (dove ciò che stupisce è forse che ce ne sia più di uno). A Nardò, invece, è stata scoperta una grotta in mare e le è stato dato il nome della regina, forse sperando di attirare qualche turista inglese in più, forse lanciando una nuova modo dopo quella di dare il nome dei personaggi famosi agli asteroidi. (Non sei un vero vip se nessuno ti ha mai dedicato un asteroide, si sa).

 

Ma già anche solo sul versante del cibo, non solo la mozzarella di bufala si è fatta notare. Qualcuno ha segnalato con un pezzo “Cavalletti, la pasticceria romana che preparava il millefoglie alla regina Elisabetta” (non avendole mai potuto chiedere una recensione online doveva trovare altri modi per farsi pubblicità), mentre la Voce di Alba ha ricordato il tartufo bianco che venne donato alla Regina nel 1959. È spuntato da qualche archivio, finito a corredo di diversi articoli e rilanciato dall’Ansa anche il ritaglio di un pezzo del 1969 in cui si vedono la regina Elisabetta e Saragat acconto al titolo “Il Presidente Giuseppe Saragat e la regina Elisabetta, brindano con il 'Brunello'”. Orgoglio italiano d’altri tempi, quando ancora il nome del vino bisognava metterlo tra virgolette. Anche Liguria e Lombardia hanno, però, i loro quarti di nobiltà tanto che una Google News di qualche giorno fa restituisce pure un: “In Liguria il risotto (lombardo) della Regina Elisabetta. Protagonista del '4 mani' Derflingher-Balgisi ad Alassio”.

 

I giornali friulani, non riuscendo evidentemente a costruire storie sulla regina alle prese con frico o montasio, hanno riportato alla luce un altro fatto: “Quando Elisabetta II scelse di farsi curare dal cardiologo friulano”. E dal versante giuliano della regione, un giornale triestino ha ricordato in quello che forse è il più spericolato tentativo di appropriazione un episodio particolare: “Che bello!” La regina d’Inghilterra Elisabetta II aveva così esclamato, quando nel 2008 durante una visita a Lipizza/Lipica aveva ricevuto in dono un cavallo lipizzano”. (Oltretutto Lipizza oggi è in Slovenia, ma qui si scontrano pure orgoglio locale e irredentismo, quindi meglio passare avanti). Questa minima rassegna ci mostra cosa chiede il nostro paese alle icone pop: un ruolo a metà tra il vip in vacanza che, venendo a visitare le nostre zone, ci ricorda quanto sono belle e, di conseguenza, ci spinge ad apprezzare meglio quello che abbiamo, e il ruolo del santo irraggiungibile, la cui santità è acuita proprio dalla distanza e che, però, di tanto in tanto si è palesato anche alle persone comuni e ha fatto il miracolo. Di assumere un artigiano italiano o mangiare la mozzarella.

 

Così i cinque viaggi della regina in Italia, a scorrere i quotidiani locali, sembrano cinquecento, come uno di quegli influencer o di quelle star che hanno dominato l’estate e che in cambio di un cannolo gratis fanno la foto geotaggati e dicono “hmmm, buonissimo” a favore di telecamera. A Torino ricordano “Il mondo piange la Regina Elisabetta II. Il Piemonte culla il ricordo della visita del 1961 e l’incontro con l’Avvocato Agnelli” (il re di allora, più reale dei Savoia), la Sicilia risponde “Elisabetta II è morta, quando la regina rimase incantata dal Duomo di Monreale” e anche “Quando la Regina decise di fare una deviazione imprevista e di recarsi a Palermo perché glielo avevano raccontato i suoi nonni”, da Napoli si ribatte con “Morta la Regina Elisabetta, la sua visita a Napoli nel 1961: “E’ una città bellissima… dov’è Capri?”, dove la trasformazione in turista ammaliato dalla bellezza della città sembra completa. Mentre Milano ci tiene a rimarcare ben due visite e quindi “Due volte in città, due volte alla Scala: ecco la Milano della Regina Elisabetta II. Sala: “Un ricordo da un tuo ammiratore”.

 

E già qualcuno vagheggia di tour guidati alla “Milano della regina” (curioso anche come per molti giornali “regina” sia inspiegabilmente maiuscolo). Altri quotidiani milanesi ricordano “poi la notte all’hotel Principe di Savoia”, mentre il Gazzettino parla di “Quella visita della Regina e del marito Filippo a Venezia per Elisabetta fu un “viaggio memorabile”, viaggio che altrove si arricchisce di un particolare davvero scottante: “Elisabetta II e l’Italia: il viaggio in Sicilia, un tuffo nella “dolce vita” e quel “grazie” al gondoliere”. Incredibile a dirsi, ringraziava anche. Del 1980 è, invece, la visita a Genova ricordata in “Genova e il legame con la Regina Elisabetta d’Inghilterra”, indissolubile nevvero mentre, anche stavolta, la Toscana può reclamare un legame particolare ricordando le “molte visite in Toscana”. La Nuova Sardegna affianca all’ “Addio alla Regina Elisabetta, l’amore per la Costa Smeralda negli anni del boom”, anche un retroscena “Elisabetta, quella volta che Cossiga pranzò con la Regina: la trovò simpatica e così anche Carlo” e pure un “I beniamini sardi della regina Elisabetta: Zola “the footballer” e Dettori il fantino che vinse anche ad Ascot”. Chissà che non avesse anche una bandiera dei quattro mori appesa da qualche parte. Ma come cantavano i Queen, scherzo del destino, the show must go on. E Rieti Life è il primo a inaugurare il nuovo filone con questo titolo: “Carlo ora è re. Quella volta che visitò Amatrice”. Mentre la prova definitiva dell’assunzione nel pantheon delle celebrità, se non in quello dei cieli, arriva dal Mattino che ci fa sapere: “Napoli, a San Gregorio Armeno in tempi record la nuova statuina della regina Elisabetta: “Omaggio dovuto”.

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