Putin s'annette un altro pezzo d'Ucraina

Cecilia Sala

Il presidente russo ha firmato il decreto con cui le regioni occupate diventano russe e apre una nuova fase.  Va di fretta e spera che l’occidente non sia pronto a colpire queste aree. I prossimi passi di Kyiv

Roma. La Russia è stata umiliata dalla controffensiva ucraina nella regione di Kharkiv e ha reagito con i falsi referendum nelle zone occupate che Vladimir Putin oggi ha annesso per decreto alla Russia e la mobilitazione parziale dei maschi maggiorenni. Gli analisti lo hanno soprannominato il momento “all-in” di Mosca. La risposta russa  è stata rapida e adesso l’Ucraina ha poco tempo per decidere come reagire. La strategia di Putin sui referendum ha l’ambizione di ridefinire la cornice della guerra agli occhi dei russi: da offensiva – in un territorio straniero e ostile – a difensiva, a tutela della sicurezza e della sovranità della Federazione russa. Secondo Alexander Baunov, ex diplomatico russo e analista del think tank Carnegie, il discorso sulla “autodifesa irrinunciabile” sarà il nuovo mantra della propaganda del Cremlino. Il presidente russo promuove l’escalation e contemporaneamente fa la vittima, in termini di comunicazione non sta funzionando e lo si capisce dal fatto che, oggi, il numero di cittadini maschi scappati dal paese è quasi lo stesso dei mobilitati. Ma aver spostato il conflitto in una nuova categoria permette a Putin di usare metodi più pericolosi (in teoria, “quasi illimitati”) e Kyiv deve decidere come comportarsi.

 

Com’era ovvio i paesi alleati dell’Ucraina hanno condannato i referendum farsa, ma non si sono esposti su quale sarà il comportamento militare da tenere dopo che l’annessione sarà avvenuta nei fatti. Secondo Baunov, l’annessione è innanzitutto un messaggio all’occidente con cui Putin dice: “‘Hai scelto di combatterci in Ucraina, ora prova a combatterci in quella che noi consideriamo Russia’. Spera che l’occidente non sia pronto a questo”. Un’ipotesi concreta è che la minaccia di conseguenze atomiche serva ai russi per prendere tempo: lasciare gli ucraini e i loro alleati discutere se sia opportuno continuare la controffensiva o se sia meglio prendere precauzioni, mentre Mosca piazza le nuove truppe quasi indisturbata nella striscia occupata che va dal sud all’est. Una settimana fa Volodymyr Zelensky diceva di non credere alle provocazioni di Putin sulle armi nucleari, questa settimana ha detto che la minaccia “forse è reale” e anche gli americani sono preoccupati.

 

Intanto ieri sono arrivate al fronte le prime unità di soldati appena prelevati con la forza dalle loro case, dagli uffici e dagli alberghi dove erano in vacanza. Che siano già sul campo significa che l’addestramento è praticamente inesistente, ma anche che gli effetti della mobilitazione si stanno realizzando più velocemente del previsto. Il generale australiano in pensione Mick Ryan ha detto che “gli ucraini hanno una finestra di opportunità stretta prima che tutte le nuove forze vengano posizionate”, e che devono muoversi rapidamente con una strategia d’attrito fatta così: concentrare i lanciarazzi americani Himars allo scopo di colpire sistematicamente qualsiasi luogo in cui si radunino i rinforzi appena mettono piede in Ucraina. Alcuni indizi su quale sia la posizione degli Stati Uniti sui bombardamenti di Kyiv contro i territori che saranno annessi oggi si possono ricavare dall’ultimo pacchetto di aiuti della Casa Bianca: ci sono diciotto nuovi Himars che si usano esclusivamente per colpire in profondità.