nel pacifico

Il missile nordcoreano sul Giappone è un pezzo della destabilizzazione globale

Giulia Pompili

Nessun missile balistico nordcoreano aveva mai volato così a lungo, per circa 22 minuti. Per un minuto ha attraversato lo spazio sopra alla prefettura di Aomori. L'ultima volta che è successo era il 2017, e abbiamo rischiato lo scontro finale. Tokyo in mezzo al fuoco incrociato di Russia, Cina e Corea del nord

[Articolo aggiornato mercoledì 5 ottobre alle 8.00] 

L'esercito della Corea del sud si è scusato dopo che un un missile balistico Hyumoo-2 a corto raggio si è schiantato al suolo all'interno di una base dell'aeronautica militare alla periferia della città vicino alla città costiera sudcoreana di Gangneung, provocando allarme tra i residenti che pensavano di essere sotto l'attacco dalla Corea del nord. Sebbene il missile non sia esploso (e non ci siano feriti), il rumore e il successivo incendio hanno fatto pensare alla popolazione di Gangneung che il Nord avesse lanciato un attacco. 

  

 

I missili lanciati dovrebbero essere più di quattro, compreso quello che si è schiantato al suolo, riferisce l'esercito di Seul. L'incidente è avvenuto mentre le forze armate sudcoreane e americane hanno lanciato una raffica di missili nel Mar del Giappone, in risposta al lancio di un missile balistico della Corea del nord sul Giappone per la prima volta in cinque anni.

 

  

Washington ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di riunirsi oggi. "per affrontare il pericoloso lancio di missili balistici a lungo raggio della Corea del nord che ha sorvolato il Giappone”, come ha scritto su Twitter l'ambasciatrice americana alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield. "Dobbiamo limitare la capacità della RPDC di portare avanti i suoi programmi illegali di missili balistici e armi di distruzione di massa".


 

Il quinto test missilistico nordcoreano in dieci giorni ha volato per circa 4,500 chilometri. Nessun missile balistico nordcoreano aveva mai volato così a lungo, per circa 22 minuti. Per circa un minuto ha volato nello spazio sopra alla prefettura di Aomori, nel nord del Giappone, per poi inabissarsi nelle acque del Pacifico, a circa 3,200 chilometri a est delle coste nipponiche. Secondo le prime rilevazioni, si tratterebbe di un missile balistico a raggio intermedio Hwasong 12.

 

L’ultima volta era accaduto nel 2017. Il Giappone, allora guidato dal governo di Shinzo Abe, era particolarmente preoccupato dall’aggressività della leadership di Pyongyang di quel periodo – erano i tempi del “fire and fury” del presidente americano Donald Trump. Fu allora che per la prima volta i residenti dell’Hokkaido, l’isola più settentrionale del Giappone, sentirono l’allarme antimissilistico del J-Alert.

 

Cinque anni fa il mondo era completamente diverso, e allora c’erano state parecchie polemiche: vale davvero la pena spaventare così tanto i cittadini giapponesi? I missili nordcoreani sorvolano per modo di dire lo spazio aereo giapponese, in realtà la loro traiettoria è decisamente più alta di quella di qualunque aereo, e non c’è un pericolo concreto e diretto per la popolazione.

 

Le provocazioni del 2017 finirono con i colloqui e il summit tra Kim Jong Un e Donald Trump,  precipitati due anni dopo con il tycoon che lascia il tavolo dei negoziati. Da allora la situazione della comunità internazionale con la Corea del nord è progressivamente peggiorata, soprattutto nei rapporti con il Sud: alla presidenza di Seul non c’è più il dialogante presidente democratico Moon Jae-in, ma un falco populista come Yoon Suk-yeol.

 

La traiettoria del missile balistico nordcoreano ricostruita da Kyodo. L'apogeo è quasi a mille chilometri dalla terra.

 

Il missile lanciato dalla Corea del nord la scorsa notte – quando in Asia orientale erano da poco passate le 7 e 30 del mattino – è un messaggio politico per niente trascurabile. La destabilizzazione internazionale dovuta alla guerra d’invasione della Russia contro l’Ucraina ha effetti concreti anche sugli equilibri asiatici, e la Corea del nord in questo scenario ha un ruolo di primo piano: condivide con la Russia e con la Cina l’opposizione all’ordine internazionale a guida democratica e occidentale, condivide la retorica antiamericana, e possiede un arsenale atomico e missilistico sviluppato nei decenni nonostante le sanzioni internazionali.

 

 

Ma la frequenza dei test missilistici delle ultime due settimane indicano un cambio di passo nella retorica bellicista e provocatoria nordcoreana. Il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, poche ore fa è andato davanti alle telecamere condannando la “serie di atti oltraggiosi” della Corea del nord, mentre l’ufficio della presidenza sudcoreana ha fatto sapere in un comunicato “che la provocazione della Corea del nord viola chiaramente i principi e le regole universali dell'Onu e ha ordinato una risposta rigorosa, nonché il perseguimento di misure corrispondenti in cooperazione con gli Stati Uniti e la comunità internazionale".

 

Cinque giorni fa la vicepresidente americana Kamala Harris era stata per la prima volta nella Zona demilitarizzata sul 38° parallelo, che divide la Corea del nord dalla Corea del sud. Qualche ora prima della visita, la Corea del nord aveva lanciato due missili balistici a corto raggio. Lo stesso test si era ripetuto due giorni dopo. Venerdì scorso America, Giappone e Corea del sud hanno condotto delle esercitazioni militari congiunte – le prime dal 2017 – per rispondere a un eventuale attacco missilistico sottomarino. Le esercitazioni militari congiunte dei paesi alleati dell’America (e della Nato) non riguardano però soltanto la Corea del nord.

 

 

Il Giappone si trova in questo momento al centro di un fuoco incrociato tra Russia, Cina e Corea del nord. Mosca e Pechino, sin dallo scorso anno, effettuano esercitazioni militari e passaggi tattici in formazione navale attraverso le aree più sensibili delle acque limitrofe a quelle territoriali giapponesi. Dopo la visita di Nancy Pelosi a Taiwan, la Cina ha risposto con esercitazioni militari di accerchiamento dell’isola e ha effettuato alcuni lanci missilistici – uno di questi è intenzionalmente caduto all'interno delle acque economiche esclusive giapponesi. Una settimana fa, i servizi segreti russi hanno arrestato ed espulso dalla città di Vladivostok il console giapponese Tatsunori Motoki, colpevole di aver fatto spionaggio sulle “collaborazioni della Russia con un altro paese del Pacifico” – presumibilmente la Corea del nord. 

 

Hong Min, direttore della divisione sulla Corea del nord al think tank governativo Korea Institute for National Unification, ha detto al Korea Herald che Pyongyang “ha sparato il missile Hwasong-12, schierato e operativo, come risposta alla recente esercitazione militare trilaterale tra Corea del sud, America e Giappone". In pratica, la Corea del nord vuole dimostrare “la sua capacità di colpire obiettivi chiave a Guam – cioè in territorio americano –, in Giappone, e contro la Settima Flotta della Marina americana”, oltre che  "illustrare il ruolo strategico dei missili Hwasong-12 in scenari di contingenza o di guerra”.

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.