Foto di Jean-Francois Badias, via LaPresse 

crisi energetica

L'Unione europea spaccata da Berlino: la frattura si allarga

David Carretta

I Ventisette si vedono a Praga nel solco della guerra del gas. Von der Leyen ha già delineato il suo piano per il futuro incentrato sulla solidarietà finanziaria, ma il debito comune secondo una fonte è un tema "troppo sensibile" 

Bruxelles. L’unità dell’Ue di fronte alla guerra del gas di Vladimir Putin si sta rapidamente sfasciando davanti allo scudo da 200 miliardi di euro del governo di Olaf Scholz per mettere un tetto nazionale alla bolletta nazionale. I capi di stato e di governo dell’Ue si vedranno oggi e domani a Praga per una serie di vertici informali. Tra la Commissione di Ursula von der Leyen incapace di scegliere sul price cap e il rifiuto dei paesi frugali di adottare meccanismi europei di solidarietà finanziaria, la frattura tra i Ventisette si sta allargando. Il rischio per i governi dell’Ue è di ripetere gli errori commessi all’inizio della pandemia di Covid-19: una corsa ai sussidi nazionali, alzando il costo complessivo della crisi energetica. 

 

La Germania non è l’unico paese a essersi lanciato nella corsa ai sussidi nazionali. Dalla Spagna all’Italia, tutti hanno adottato misure nazionali per limitare l’impatto dei prezzi dell’energia. I Paesi Bassi hanno appena approvato un piano da 23 miliardi che prevede un price cap nazionale di 1,45 euro per metro cubo di gas e 0,40 euro per chilowattora di elettricità (solo per i primi 1.200 metri cubi e 2.900 chilowattora consumati). Ma lo “scudo” di Scholz, per le sue dimensioni e la tempistica dell’annuncio (appena prima di un Consiglio Energia dell’Ue per trovare un’intesa su misure chieste dalla Germania), ha cambiato tutto. Le proteste della scorsa settimana di Mario Draghi (“non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali”) oggi appaiono moderate rispetto ad altri leader. Il premier ungherese, Viktor Orbán, ha accusato la Germania di “cannibalismo”.

 

Il ministro dell’Economia slovacco, Karel Hirman, ha detto che Scholz sta “distruggendo il nostro mercato unico”. Ieri prima di incontrare Scholz, il premier spagnolo, Pedro Sanchez, pur definendo “giustificato” il piano tedesco, ha ricordato che è “importante preservare un equilibrio” perché “non si deve permettere che il mercato interno imploda come conseguenza della guerra”. Sia la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sia quello del Consiglio europeo, Charles Michel, hanno dovuto ammettere che ci sono rischi. Di fronte alla “frammentazione” serve una “soluzione europea”, ha detto von der Leyen. “Le azioni legittime dei governi per proteggere le loro famiglie e imprese possono causare squilibri. Questo crea un’impressione di ingiustizia. E alla fine mette in pericolo il dinamismo del mercato interno”, ha scritto Michel sul Financial Times.

 

In una lettera ai leader von der Leyen ieri ha delineato il suo piano per il futuro: negoziare prezzi più bassi con Norvegia e Stati Uniti; introdurre un tetto al prezzo del gas per produrre elettricità; e tentare nuovamente gli acquisti congiunti di gas a livello dell’Ue. Von der Leyen ha anche accennato a un possibile price cap sul Ttf di Amsterdam. Ma un suo portavoce ha smentito che si possa applicare a tutto il gas all’ingrosso: “Non è direttamente legato alle importazioni in Europa”. La Commissione resta sulla linea di Germania e Paesi Bassi, contraria a un price cap sulle importazioni di gas per i rischi per la sicurezza degli approvvigionamenti.

 

Von der Leyen ha  preso le parti di tedeschi e olandesi sulla solidarietà finanziaria, declassando la proposta dei suoi commissari, Paolo Gentiloni e Thierry Breton, di uno strumento di debito comune come Sure a “opinione personale”. La presidente della Commissione ieri si è limitata a chiedere di potenziare il piano RePowerEu con “ulteriori finanziamenti comuni”. Ma il giorno prima all’Ecofin, i ministri delle Finanze avevano deciso di depotenziare RePowerEu dal punto di vista finanziario. Inoltre, se può essere di aiuto nel medio periodo per allentare la dipendenza dalla Russia, RePowerEu non può essere usato dai governi per mettere un tetto nazionale alla bolletta.

 

Il price cap su tutto il gas e la solidarietà finanziaria europea surriscalderanno l’atmosfera del Consiglio europeo informale di domani. “Ci sarà un dibattito acceso? Sì”, spiega al Foglio una fonte dell’Ue: “Il meccanismo Sure sarà proposto da alcuni leader. Durante la pandemia è stato un successo. Ma che possa essere adottato è un’altra faccenda”. Secondo la fonte, il debito comune è un tema “troppo sensibile”. Per i Paesi Bassi “non è urgente discutere nuovi strumenti quando ce ne sono così tanti disponibili”, spiega un’altra fonte. Il Consiglio europeo informale di domani non adotterà conclusioni formali. Agli occhi dell’Italia, ci sono comunque dei “passi avanti” nella lettera di von der Leyen, come la piattaforma di acquisti comuni obbligatoria o la rimessa in discussione del Ttf, dice un altro diplomatico. Effettivamente molti tabù degli ultimi mesi sono caduti. “Magari non si ratifica domani, ma si può preparare il terreno a una decisione seria al Consiglio europeo del 20 ottobre”, prevede il diplomatico.