Un foreign fighter italiano è stato ucciso in Donbas
Elia Putzolu, 28 anni, combatteva a fianco dei russi. È il terzo italiano caduto partecipando al conflitto in Ucraina. Intanto è appena rientrata a casa, per un breve periodo, la 23enne Giulia Schiff, ex pilota dell’Aeronautica militare arruolata nell’esercito di Kyiv
La Farnesina ha confermato l'uccisione in Donbas di un foreign fighter italiano che combatteva a fianco delle milizie di Putin nell'autoproclamata repubblica di Donetsk. Elia Putzolu, 28enne di origini sarde, che viveva da tempo a Tangrog nei dintorni della città russa di Rostov è stato ucciso, secondo quanto riportano i media, in combattimento nel Donbas. Il consolato italiano a Rostov sta seguendo la situazione. La notizia, anticipata dalla Adnkronos (ma a rivelare il nome è il Messaggero), è stata confermata dal ministero degli Esteri che non ha per ora fornito altri particolari oltre la conferma che la famiglia, tempestivamente informata, ha chiesto il rientro della salma in Italia.
Dal suo profilo Facebook risulta che, tra le poche pagine che seguiva, fosse iscritto alla community italiana di Fort Rus, una pagina di estremismo filorusso che nella sua home page e sulla rete Vk si definsice: "Pagina informativa e di sostegno alla resistenza dei popoli Russi. Notizie e documenti sulla guerra dell'impero contro la Russia".
Il giovane sardo è il terzo italiano caduto partecipando al conflitto in Ucraina. Il 30 marzo 2022 scorso un altro italiano, il veneto Edy Ongaro, era rimasto ucciso nelnel Donbas. Ongaro combatteva dal 2015 nel battaglione “internazionalista” Prizrak, schierato con i separatisti pro-russi. Sul fronte opposto, è stato ucciso in combattimento nella zona di Kharkiv Benjamin Giorgio Galli, 27 anni, originario della provincia di Varese, arruolatosi come volontario a fianco degli ucraini. Dal lavoro dell'intelligence sono emersi altri casi di arruolamento, come quello di Andrea Palmieri, ex capo ultrà della Lucchese, estremista di destra, schierato con i filorussi. Ivan Luca Vavassori, ex calciatore 29enne partito come foreign fighter a sostengo di Kyiv, è rientrato in Italia a maggio.
È appena tornata in Italia la 23enne Giulia Schiff, ex pilota dell’Aeronautica militare che si era arruolata nell’esercito ucraino per combattere come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale. Resterà in Italia solo per un breve periodo. Schiff ha partecipato a Roma alla manifestazione dell'Associazione cristiana degli ucraini. È partita per Kyiv a marzo, all'inizio dell'occupazione russa, per combattere come volontaria nelle forze speciali della legione internazionale. In Italia qualche anno prima, da allieva dell'Accademia di Pozzuoli, aveva denunciato di essere stata vittima di mobbing e nonnismo. Era stata espulsa dall'Aeronautica militare con la motivazione di "inattitudine militare e professionale" e alcuni mesi fa il Consiglio di stato ha respinto un suo ricorso. Schiff sottolinea di essere un soldato dell'esercito ucraino con un contratto regolare a tutti gli effetti come altri italiani ("ce ne sono molti", dice) che come lei hanno imbracciato le armi contro i russi: "quindi non siamo perseguibili dallo Stato italiano".
Una legge del 1995, la 210, recita infatti: “Chiunque, avendo ricevuto un corrispettivo economico o altra utilità o avendone accettato la promessa, combatte in un conflitto armato nel territorio comunque controllato da uno Stato estero di cui non sia né cittadino né stabilmente residente, senza far parte delle forze armate di una delle Parti del conflitto o essere inviato in missione ufficiale quale appartenente alle forze armate di uno Stato estraneo al conflitto, è punito, se il fatto non costituisce più grave reato, con la reclusione da due a sette anni".