Foto di Christophe Ena, via LaPresse 

Solidarietà da rifare

E se fosse un Sure 2.0 la soluzione della crisi tra Francia e Germania? Un'analisi

David Carretta

Macron ha proposto a Scholz un compromesso sulla solidarietà: introducendo un fattore di flessibilità, si potrebbe cominciare a usare i prestiti rimasti di Next Generation Eu nel breve periodo per famiglie e imprese

Bruxelles. Il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ieri ha rilanciato la possibilità di creare uno strumento di debito comune simile a Sure per fornire prestiti agli stati membri dell’Unione europea che non hanno spazio fiscale sufficiente per aiutare le famiglie e le imprese a far fronte al caro bolletta. “Ci stiamo lavorando”, ha detto Gentiloni, senza dare ulteriori indicazioni. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, continua a fare resistenza. Dal governo di Olaf Scholz non sono arrivate aperture in pubblico: per la Germania la priorità è usare i fondi che nono sono stati utilizzati con Next Generation Eu e RePowerEu. 
La solidarietà finanziaria di fronte alla crisi energetica è uno dei temi all’origine della rottura tra Scholz ed Emmanuel Macron. Uno Sure 2.0 per la bolletta potrebbe segnare l’inizio della riconciliazione tra Francia e Germania?

 

È stato lo stesso governo di Olaf Scholz, con il suo piano da 200 miliardi di euro per proteggere le famiglie e le imprese tedesche dall’aumento del prezzo dell’energia, a far emergere la necessità di uno strumento finanziario da mettere a disposizione di altri stati membri. Lo “scudo” adottato dalla Germania ha un effetto distorsivo sul mercato unico, dando un vantaggio competitivo alle imprese tedesche su quelle degli altri paesi, in particolare quelli più piccoli o altamente indebitati. Parlando davanti al Parlamento europeo ieri, Gentiloni ha ricordato che “le azioni non coordinate possono sollevare problemi. Non tutti i paesi hanno lo stesso spazio fiscale per sostenere le loro economie”. Il problema è come “mantenere l’integrità del mercato unico ed evitare la frammentazione”, ha spiegato Gentiloni: “Abbiamo bisogno di una risposta comune europea per affrontare l’attuale crisi. Ci stiamo lavorando, anche ispirandoci a esperienze precedenti di successo di strumenti comuni basati su prestiti”.

 

A inizio ottobre lo stesso Gentiloni, assieme al commissario francese Thierry Breton, aveva lanciato la proposta di uno strumento analogo a Sure in reazione al piano tedesco. Ma la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, finora non ha voluto prenderla in considerazione. Un suo portavoce ieri ha ribadito che la preferenza di von der Leyen è rafforzare la “potenza di fuoco” di RePowerEu, un programma per accelerare su rinnovabili e infrastrutture energetiche, ma che non avrebbe un impatto immediato sui costi di elettricità e gas.
La posizione di von der Leyen è in linea con quella di Scholz. Il governo tedesco vuole che vengano utilizzate le risorse ancora disponibili in Next Generation Eu e RePowerEu, senza escludere categoricamente che in futuro sia necessario fare qualcosa di più. Al Consiglio europeo della scorsa settimana Scholz ha continuato a opporsi, ma di fronte all’insistenza di Mario Draghi ed Emmanuel Macron non ha chiuso definitivamente la porta.

 

Del resto, era stato lo stesso cancelliere a indicare Sure come una soluzione “pragmatica” per le crisi in un discorso sulla sua visione dell’Europa a Praga a fine agosto. Pensato per rilanciare l’economia dopo il Covid-19, Next Generation Eu è uno strumento di debito comune garantito dal bilancio dell’Ue che fornisce sussidi e prestiti agli stati membri per fare investimenti e riforme. Inventato dopo i primi lockdown, Sure era uno strumento di emergenza costruito in modo diverso: il debito comune è garantito dagli stati membri e le risorse sono versate sotto forma di prestiti per finanziarie meccanismi come la cassa integrazione. La versione 2.0 di Sure dovrebbe consentire di usare i prestiti, oltre che per preservare l’occupazione, anche per aiutare le imprese mitigando i costi energetici.

 

Per i paesi ad alto debito, come l’Italia, il risparmio in termini di tassi di interesse sarebbe significativo. Un ulteriore vantaggio riguarda il messaggio ai mercati: di fatto il debito aggiuntivo per far fronte alla crisi energetica sarebbe garantito dalla tripla A della Germania.
Per ora il clima non è ancora propizio a un’intesa tra Francia e Germania. A Bruxelles la decisione di non tenere una conferenza stampa dopo l’incontro di mercoledì all’Eliseo è vista come un pessimo segnale. Dentro la Commissione c’è chi teme che von der Leyen possa fermare il lavoro di Gentiloni su uno Sure 2.0. Tuttavia Macron ha indicato a Scholz un altro possibile compromesso sulla “solidarietà” finanziaria. La Commissione aveva proposto di usare i prestiti non utilizzati di Next Generation Eu per finanziare RePowerEu. Si tratta di circa 220 miliardi di prestiti, che dovrebbero essere destinati a progetti di medio periodo come le rinnovabili e le interconnessioni. Secondo Macron, è possibile introdurre “un po’ di flessibilità” per permettere agli stati membri di usare quei prestiti nel “breve periodo” a beneficio di famiglie e imprese. La riconciliazione potrebbe passare anche da lì.

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