fine delle trattative
Twitter è ufficialmente proprietà di Elon Musk. E ora?
Il patron di Tesla ha concluso le trattative per l'acquisizione del social dopo mesi di schermaglie legali. Come prima cosa ha allontanato alcuni dei vertici della compagnia, tra cui il ceo Parag Agrawal. E il futuro è un'incognita
"The bird is freed". Le trattative per l'acquisizione più controversa dell'anno sono giunte a una conclusione: con il suo ultimo messaggio, "l'uccello è libero", Elon Musk ha messo un punto definitivo alla vicenda, confermando di essere diventando il nuovo proprietario di Twitter.
Il patron di Tesla e SpaceX ha aggiunto la piattaforma dei cinguettii al suo impero commerciale dopo mesi di schermaglie legali. Invece di stappare una bottiglia di champagne, ha deciso di festeggiare licenziando subito quattro top manager dell'azienda: ad essere silurati sono stati il Ceo Parag Agrawal, il direttore finanziario Ned Segal, il direttore degli affari legali Sean Edgett e Vijaya Gadde, avvocata a capo della divisione “trust and safety”, incaricata della moderazione dei contenuti, alla disinformazione, all'hate speech e alle molestie sul social network.
Dell'acquisto di Twitter se ne parla da aprile, quando il paperone di origine sudafricana aveva avanzato un'offerta da 44 miliardi di dollari, salvo poi ritirarla accusando la società di avergli mentito sulle reali condizioni della piattaforma (la principale contesa era legata all'eccessiva presenza di bot, ovvero di utenti non reali ma comunque attivi). Poi, lo scorso 4 ottobre, aveva presentato una lettera alla Securities and Exchange Commission, in cui affermava il suo impegno nei confronti dell'accordo originale. Dalla travagliata liaision si è passati infine all'ufficialità. Ieri Musk si è presentato di persona nella sede di Twitter, a San Francisco, con un lavandino di ceramica in mano. Un siparietto basato su un gioco di parole legato all’espressione in inglese "Let that sink in", che è traducibile come "Pensateci un attimo" ma letteralmente significa "Fate entrare quel lavandino".
Nelle ultime settimane il miliardario aveva sollevato diverse polemiche sul social a causa della proposta di un “piano di pace” per l’Ucraina, che aveva sottoposto all'attenzione dei suoi follower. Il piano prevedeva la cessione della Crimea alla Russia, dei nuovi referendum sotto il controllo dell’Onu nei territori occupati e la neutralità di Kyiv. Era stato particolarmente apprezzato dai media russi e dal Cremlino e qualcuno aveva persino sostenuto che il tweet fosse il frutto di un colloquio tra Musk e Vladimir Putin, una versione negata dall’imprenditore.
Ora il futuro della piattaforma resta un'incognita. Di cosa Musk intenda farne, nessuno ha conoscenza. Il Washington Post ha riferito che il nuovo proprietario avrebbe intenzione di eliminare il 75 per cento dei dipendenti della compagnia, citando le stime fornite ai potenziali investitori dell'azienda. Nonostante Musk abbia più volte ribadito che l'acquisto della compagnia non sarebbe un "modo per fare soldi", The Verge ha avanzato la tesi che ai governi e alle aziende potrebbe essere addebitato un "leggero costo" per il suo l'utilizzo e potrebbero essere previsti tagli per migliorare i profitti.
Nella mente di Elon Musk resta anche un'altra ipotesi, quella di rendere Twitter "X, l'app per tutto". Se n'era parlato nelle scorse settimane, facendo riferimento all'applicazione cinese WeChat, nata come piattaforma di messaggistica ma cresciuta fino a comprendere molteplici attività, dallo shopping ai pagamenti e ai giochi. "In Cina si vive praticamente su WeChat", aveva spiegato Musk a giugno. "Se riuscissimo a ricreare questa situazione con Twitter, avremmo grande successo".
I conservatori inglesi