Contro l'inerzia

Michel s'è spazientito e scrive a von der Leyen: presenta le proposte sul price cap

David Carretta

Il presidente del Consiglio europeo ha mandato una lettera alla presidente della Commissione: "Ora dovrebbero essere prese decisioni concrete con urgenza", e "sarei molto grato se tu condividessi con me il calendario atteso delle misure che è necessario proporre"

Di fronte all'inerzia della Commissione europea, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, lunedì ha deciso di compiere un passo inusuale, scrivendo una lettera a Ursula von der Leyen per chiedere di presentare “il più presto possibile” delle proposte legislative sul “price cap” e gli strumenti europei di solidarietà finanziaria, dopo l'accordo che era stato raggiunto dai capi di stato e di governo nel vertice del 20 e 21 ottobre. “Ora dovrebbero essere prese decisioni concrete con urgenza – tra cui un corridoio dinamico temporaneo sui prezzi delle transazioni di gas naturale, l'accelerazione delle procedure di autorizzazione, la mobilitazione degli strumenti pertinenti a livello nazionale e di Ue, per non parlare della riforma strutturale del mercato del gas”, si legge nella lettera di Michel a von der Leyen, che il Foglio è in grado di rivelare. Queste misure “dovrebbero essere presentate il più presto possibile”. Sintomo dell'irritazione di Michel per l'ostruzionismo della Commissione, il presidente del Consiglio europeo ha chiesto a von der Leyen di informarlo del “calendario” delle proposte che saranno presentate. "Sarei molto grato se tu condividessi con me il calendario atteso delle misure che è necessario proporre". Michel ha anche ricordato che senza proposte formali della Commissione è impossibile fare passi. "Per realizzare ulteriori progressi e produrre risultati, le proposte legislative devono essere prontamente presentate dalla Commissione", ha scritto il presidente del Consiglio europeo.

L'impazienza di Michel fa eco a quella di diversi stati membri che da mesi chiedono alla Commissione di intervenire con maggior forza per fronteggiare la crisi dei prezzi dell'energia. Il dibattito sulla riforma del mercato dell'energia, per disaccoppiare il prezzo del gas da quello dell'elettricità, è in corso da oltre un anno. L'Italia è uno dei capifila sul “price cap”, attorno al quale si sono coalizzati 16 paesi, in teoria sufficienti per approvare una proposta a maggioranza qualificata in Consiglio.

Ma il tetto al prezzo del gas – anche nella sua versione di corridodio dinamico dei prezzi – incontra l'opposizione della Germania e dei Paesi Bassi. In un seminario organizzato lunedì, la Commissione ha spiegato che sarebbe impossibile introdurre un corridoio di prezzo dinamico, perché le diverse condizioni fissate dalla stessa Commissione non sarebbero rispettate. Il 18 ottobre la Commissione von der Leyen aveva proposto un meccanismo di correzione dei prezzi per il gas all'ingrosso scambiato sulla principale borsa europea del gas, il Ttf di Amsterdam.

Ma le condizioni indicate di fatto rendono il meccanismo inapplicabile: il "price cap" dinamico deve non pregiudicare la compravendita di gas fuori borsa, non mettere a repentaglio la sicurezza dell'approvvigionamento di gas dell'Ue, non comportare un aumento complessivo del consumo di gas, non impedire i flussi di gas dentro il mercato all'interno, non compromettere la stabilità e il regolare funzionamento dei mercati dei derivati energetici. Ieri Europex, l'associazione che raggruppa le borse europee dell'energia, ha lanciato un avvertimento contro il meccanismo perché potrebbe portare a "un deterioramento della sicurezza degli approvvigionamenti e a rischi alla stabilità finanziaria".

 

Anche sulla solidarietà finanziaria von der Leyen ha messo un freno, nonostante i rischi di frammentazione del mercato unico dell'Ue provocati dal piano da 200 miliardi di euro adottato dalla Germania per proteggere le famiglie e le imprese tedesche. La presidente della Commissione ha fatto sconfessare la proposta dei suoi due commissari, Paolo Gentiloni e Thierry Breton, di creare un meccanismo analogo a Sure per fornire prestiti agli stati membri, definendola una “opinione personale”. “In una riunione del collegio dei commissari von der Leyen ha bocciato la proposta, spiegando che ci sono molti fondi inutilizzati in altri strumenti come il Recovery fund e RePowerEu”, spiega al Foglio un funzionario della Commissione. Anche in questo caso, il “no” viene da Germania e Paesi Bassi. Von der Leyen si oppone “per conto terzi”, accusa un diplomatico europeo. L'unico risultato concreto rispetto alle richieste avanzate dal Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre riguarda le autorizzazioni per l'installazione di impianti di rinnovabili. Oggi il collegio dei commissari presenterà una proposta per semplificare e accelerare le procedure. Un po' poco alla luce del mandato affidato a von der Leyen dai capi di stato e di governo. Venerdì saranno gli ambasciatori dei ventisette stati membri a discutere nuovamente della crisi dei prezzi dell'energia, in quello che diverse fonti a Bruxelles già definiscono come un incontro “ad alta tensione”.

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