Negoziati
La Ocean Viking verso Tolone, ma la Francia lascia in Italia altri 3.500 profughi
La nave norvegese attraccherà domani a sud est di Marsiglia, ma il governo francese ritratta sull'accoglienza di diversi migliaia di rifugiati che dal nostro paese dovevano essere riallocati a Parigi. L'Eliseo richiama l'Italia: "Non si è comportata come uno stato europeo responsabile"
Tra il governo francese e quello di Giorgia Meloni si è verificato il primo incidente diplomatico. La contesa è sui migranti e sulla nave di Sos mediterranèe, la Ocean Viking, che batte bandiera norvegese. Il suo viaggio, dopo diciannove giorni passati in mare, finirà domani quando potrà attraccare al porto di Tolone, a sud est di Marsiglia.
I 234 naufraghi, rimbalzati da uno stato all'altro, sbarcheranno quindi in Francia ma contemporaneamente altri 3.500 profughi che dall'Italia dovevano essere trasferiti verso Parigi non saranno più accolti. Entrambe le notizie sono state rese note dal ministro dell'Interno Gerald Darmanin, secondo cui l'Italia "non si è comportata come uno stato europeo responsabile" nella gestione delle navi ong. "Le autorità francesi hanno preso la decisione a titolo eccezionale di ovviare al comportamento inaccettabile del governo italiano e di invitare l'imbarcazione a raggiungere il porto militare di Tolone", ha affermato Darmanin parlando con i giornalisti al termine di un consiglio dei ministri. Un terzo dei migranti sarà distribuito in Francia e un altro terzo in Germania e "altri Paesi europei hanno espresso la loro volontà di contribuire". L'Italia, ha aggiunto, si è rifiutata di "rispondere alle molteplici richieste di assistenza da parte della nave mentre era in acque italiane", una "scelta incomprensibile" ha sottolineato: "La situazione a bordo della nave richiede una azione immediata, ogni ora in più di navigazione pone rischi per i passeggeri".
Al ministro Darmanin ha risposto l'omologo italiano, che ha definito la reazione della Francia incomprensibile, a fronte dei continui richiami alla solidarietà degli ultimi giorni. Matteo Piantedosi ha poi aggiunto: "La solidarietà europea viene sbandierata ma l'Italia ha affrontato finora questo problema da sola e il nostro sistema di accoglienza è in gravissima difficoltà". Dal Viminale si continua poi a sostenere la politica dei porti chiusi: "La soluzione più seria è lavorare insieme per fermare le partenze dal nord Africa".
Il ministro ha anche fornito alcuni numeri per rafforzare la sua tesi. "Quest'anno in Italia sono sbarcate quasi 90 mila persone. Tredici paesi europei si sono impegnati a ricollocare complessivamente circa 8.000 persone, meno di un decimo. Finora ne sono state ricollocate in tutto 117 (lo 0,13 per cento degli arrivati), di cui in Francia 38 (lo 0,04 per cento)". Ma si tratta di dati parziali perché non tengono affatto conto dei movimenti secondari dei migranti: quelli cioè che riguardano le persone che si spostano dal paese di prima accoglienza per rifugiarsi in un altro stato. Così la situazione cambia, perché come emerge dai dati degli Interni francesi, in tutto il 2021, la Francia si è incaricata di ospitare 30 mila richiedenti asilo che hanno fatto domanda in altri paesi, Italia compresa.
Gli scambi diplomatici degli ultimi giorni
Le dichiarazioni del governo francese arrivano dopo giorni di contatti tra le due diplomazie. L'altroieri Palazzo Chigi pubblica una nota esultante, che sembra rimarcare la vittoria della linea del governo italiano, come se si fosse fatto un passo avanti sulla redistribuzione delle persone senza passare per le vie ufficiali: dal colloquio tra il presidente del Consiglio italiano ed Emmanuel Macron a Sharm El-Sheikh – in occasione della Cop27 – sembrava emergere, almeno secondo le deduzioni italiane, il consenso della Francia a far sbarcare i migranti soccorsi dalla Ocean Viking nel porto di Marsiglia. Al comunicato risponde però il portavoce dell'Eliseo, Oliver Véran, il quale ricorda al governo italiano le sue responsabilità nell'accoglienza dei profughi: "Visto che la nave si trova attualmente nelle acque territoriali italiane", l'Italia dovrà "svolgere il suo ruolo" e "rispettare gli impegni europei".
È con questi toni che il governo Macron è rimasto in bilico fino a poche ore fa sulla decisione definitiva, condizionata dalle esigenze di mantenere una linea di prudenza interna e di mandare un messaggio al governo italiano e all'Europa. La Francia ci ha tenuto a sottolineare che l'Italia beneficia di un sostegno finanziario per l'accoglienza, come prevede il meccanismo di redistribuzione dei profughi su base volontaria rilanciato quest'estate. Così l'Eliseo ha fatto un passo indietro, revocando la disponibilità ad accogliere 3.500 rifugiati che ad oggi vivono in Italia. Le sottolineature francesi sull'operato italiano insistono nella stessa direzione dei richiami che Meloni ha ricevuto a Bruxelles e vanno di pari passo con le dichiarazioni della portavoce della Commissione Ue: "Salvare vite in mare è un dovere morale tanto quanto l'obbligo per gli stati membri di rispettare il diritto internazionale".
Al tempo stesso, se sulla questione migranti (e non solo) per il centrodestra italiano si gioca la sfida del comando dopo anni all'opposizione, anche per il governo francese i profughi sono un terreno di scontro politico. Come scrive Le Figaro, il presidente francese sta destreggiandosi su due fronti interni: da una parte combatte una battaglia contro l'opposizione a destra del Rassemblement National e dall'altro cerca di mantenere fermezza sulla questione migratoria, guardando al consenso interno. "Siamo concentrati sull'urgenza della situazione umanitaria", ha affermato il portavoce francese mostrandosi distante dalle destre più nazionaliste, rappresentate in questi giorni dall'esclamazione del deputato lepenista Grégoire de Fournas: "Tornino in Africa". E tuttavia – ritrattando sull'accoglienza volontaria dei 3.500 profughi sbarcato in Italia – Parigi ha dimostrato di non voler fino in fondo "condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria" , come diceva la nota con cui l'altro ieri Palazzo Chigi ringraziava il governo francese.