questioni diplomatiche
L'Ue avverte l'Italia: "Non facciamo differenze" tra le ong e le altre navi
Oggi l'incontro tra i ministri degli Esteri: Tajani spera di portare il tema al tavolo con i suoi omologhi europei, ma la Commissione chiarisce che per discutere di politiche migratorie serve un Consiglio straordinario Giustizia e affari interni. E continua a mandare messaggi al governo Meloni: all'accoglienza non si deroga
"C'è un obbligo giuridico chiaro e inequivoco: il salvataggio della vita umana deve esserci", ha affermato la portavoce della Commissione europea, Anitta Hipper, durante il briefing quotidiano della Commissione, aggiungendo che non fa alcuna differenza se a soccorrere i naufraghi siano navi umanitarie o commerciali. Un messaggio che si rivolge ancora al governo di Giorgia Meloni, che secondo il Corriere sta studiando delle regole ad hoc destinate alle navi umanitarie. Secondo le indiscrezioni, le navi ong, prima di attraccare nei porti italiani, dovranno dimostrare di aver soccorso solo i migranti a rischio naufragio. Ma la legge del mare e il diritto internazionale non fanno distinzioni in merito alla natura delle navi.
La portavoce della Commissione ha inoltre voluto specificare che "l'Italia è il principale beneficiario del meccanismo volontario di solidarietà". Le sue parole arrivano dopo giorni di tensione tra il governo Meloni e quello francese, scaturite dalla vicenda della nave Ocean Viking e proseguite con una guerra di numeri: il Viminale sostiene che l'Italia accoglie più migranti, mentre la Francia risponde con i dati dei movimenti secondari che smentiscono la versione italiana. Ad oggi sono stati ricollocati in Europa 117 richiedenti asilo, come ha specificato anche la Commissione: "So che il numero non sembra molto, ma abbiamo 8.000 impegni" di redistribuzione, ha detto Hipper. Quei 117 comunque non tengono conto dei migranti che riescono ad arrivare in un altro paese da quello di prima accoglienza. Attraverso questo meccanismo che aggira Dublino, la Francia ha accolto nel 2021 circa 30 mila persone.
La Commissione ha dunque chiarito ancora una volta la sua posizione al governo italiano: la portavoce ha anche sottolineato come, dal loro punto di vista, "il meccanismo di ricollocamento sta funzionando". Di questo spera di parlare oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani con gli omologhi europei durante il Consiglio affari esteri. Tajani ha ottenuto di inserire il tema tra le "varie ed eventuali" previste nell'ordine del giorno del vertice, ma la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, potrebbe riferire che il Consiglio non è la sede adatta per discutere in merito agli sbarchi dei migranti. Inoltre, non è previsto un bilaterale tra Tajani e la sottosegretaria francese, Laurence Boone, che partecipa al Consiglio di oggi a Bruxelles.
Sulla possibilità di riaprire il dibattito è intervenuto un altro portavoce della Commissione, Eric Mamer, rimandando però a un'altra sede: "È arrivato il momento di un Consiglio straordinario Giustizia e affari interni per discutere del tema migrazioni e su come progredire insieme nel concreto". "Dietro qualsiasi soluzione temporanea che potremmo dover trovare – ha concluso Mamer – è necessario progredire nell'adozione delle varie proposte che compongono il Patto sulla migrazione e l'asilo, che possono permetterci di risolvere in modo strutturale e permanente le questioni fondamentali che gli stati membri devono affrontare".