negli stati uniti
La nuova strategia di Biden ora che i repubblicani controllano la Camera
Quali sono gli obiettivi della destra americana ora che il Congresso è diviso. Gli alt right sembrano orientati a una campagna più vendicativa che politica, soprattutto sul fronte della giustizia. Gli attacchi potrebbero anche coinvolgere Hunter, il figlio del presidente
I repubblicani, in queste inaspettate midterm che hanno favorito i democratici e messo in crisi il trumpismo, sono riusciti a guadagnarsi un risicato controllo della Camera. Il partito di Joe Biden, pur mantenendo la maggioranza al Senato, ha perso il controllo del Congresso e questo vuol dire che per i prossimi due anni, fino alle nuove presidenziali, i giochi si faranno non tanto tra le anime interne dei democratici quanto con il Partito repubblicano che ha promesso di volersi opporre in modo deciso al governo. Tra gli obiettivi dei repubblicani c’è quello di iniziare delle investigazioni sul presidente Biden, quasi una forma di rappresaglia dopo gli impeachment e gli attacchi giudiziari verso Donald Trump.
Un programma basato più sulla vendetta che su proposte legislative. Biden viene attaccato su più fronti, dove i repubblicani sperano di lanciare investigazioni che possano portare anche a un eventuale impeachment, sfruttando la funzione di bilanciamento dei poteri che dà alla Camera il compito di supervisionare l’operato del governo. Hanno già detto che la commissione Esteri indagherà sul ritiro considerato troppo affrettato dall’Afghanistan, visto come uno dei grandi errori di questa Amministrazione, per capire se le scelte siano state fatte per motivi politici interni o per mal calcolate strategie geopolitiche. Il deputato repubblicano Kevin McCarthy ha detto che farà istituire anche una commissione per capire come il Covid sia arrivato dalla Cina e per analizzare la gestione della pandemia di Biden e del suo principale consulente in materia, Anthony Fauci, per vedere se tutto sia fatto stato al meglio, tra vaccini, lockdown e mascherine. McCarthy, ex moderato della California diventato poi uno dei principali facilitatori del trumpismo, è stato votato internamente per rappresentare la maggioranza alla Camera.
Bisogna però vedere se a gennaio riuscirà a ottenere i 218 voti necessari per diventare speaker e prendere il posto di Nancy Pelosi, dato che dovrà mediare con gli elementi più a destra del partito che potrebbero bloccarlo.
Nella to do list repubblicana c’è anche la possibilità di mettere sotto inchiesta il segretario alla Sicurezza interna, Alejandro Mayorkas, che da tempo è considerato lassista sugli ingressi di richiedenti asilo dal Messico – diversi membri del Partito repubblicano hanno parlato del suo impeachment come di una priorità. Ma gli attacchi potrebbero anche arrivare fino alla famiglia del presidente. Il figlio Hunter Biden, da tempo feticcio dell’alt right, potrebbe arrivare davanti a una commissione per capire se i suoi affari – con un’azienda energetica ucraina e con private equity cinesi – nascondono qualche intrigo segreto con la Casa Bianca.
Il presidente si trova in una posizione classica, con il Congresso diviso, in cui si sono trovati quasi tutti i suoi predecessori, ma è la prima volta che sembra esserci un accanimento di questo genere sul fronte della giustizia.
Lo scontro legislativo sarà sull’economia, essendo il tema su cui i repubblicani potrebbero guadagnarsi la prossima vittoria presidenziale. Biden vorrebbe alzare il tetto del debito, mentre i repubblicani sono contrari. Secondo Alec MacGillis, giornalista di ProPublica, “sarà duro per i democratici passare nuove leggi importanti”. Ha detto al Foglio: “Una possibile area di azione bipartisan potrebbe essere la riforma del Big Tech”. Al momento, la Silicon Valley, sembra l’unico nemico comune dei due partiti, per via dei massicci licenziamenti in corso, per le questioni fiscali, della gestione della sicurezza dei dati e dell’uso dei socal per fake news e propaganda elettorale.
Biden, col controllo del Senato, potrà stare tranquillo sulle riforme chiave che i repubblicani avevano promesso di smantellare e modificare, come le politiche climatiche, la sanità pubblica e la riforma fiscale. E anche gli aiuti economici all’Ucraina e la nomina dei giudici sono al sicuro. Come dice al Foglio Paul Frymer, professore di Scienze politiche a Princeton: “Il presidente Biden avrà comunque il potere di veto su ogni legge, e i repubblicani non hanno i voti per scavalcarlo. Quindi, almeno per i prossimi due anni, le libertà civili e il processo costituzionale dovrebbero essere ben protetti”. Ma le azioni di Biden dipendono molto anche dal suo desiderio di ricandidarsi nel 2024, perché in quel caso molti giochi interni e molte proposte legislative potrebbero essere influenzate dal clima della campagna elettorale che, dopo l’annuncio di Donald Trump martedì, potrebbe iniziare prima del solito.