la lettera
Il terrorismo genocida di Mosca, ora come 90 anni fa: dall'Holodomor all'invasione
Ancora una volta, dopo la più grande tragedia del nostro popolo, al Cremlino c’è chi vuole cancellare la nostra nazione ucraina. La ricostruzione e l'appello dell'ambasciatore ucraino in Italia
L’Holodomor del 1932-1933 in Ucraina è la più grande tragedia nella storia del nostro popolo. In termini di dimensioni e cinismo da parte delle autorità sovietiche e delle sue conseguenze per le generazioni future, non ha analoghi nella storia. L’analisi degli eventi di quel tempo mostra in modo convincente che tutti gli elementi della politica del genocidio contro gli ucraini si sono verificati. Questa azione politica pianificata mirava a distruggere le basi della nazione, umiliare gli ucraini, eliminare l’opposizione popolare al nuovo regime e rendere impossibili gli sforzi per costruire uno stato indipendente.
Con l’instaurazione del potere sovietico, ci furono cambiamenti significativi nella vita socio-economica e socio-politica dell’Ucraina, che riguardarono, in primo luogo, il villaggio tradizionale. Il regime comunista impose i nuovi costumi, le tradizioni, i riti e le festività al popolo ucraino, costringendolo ad abbandonare il passato. Le autorità sovietiche iniziarono a intervenire e controllare la vita spirituale degli ucraini. La politica di ucrainizzazione divenne gradualmente ridotta.
Nel 1928, la leadership dell’Urss annunciò un percorso di collettivizzazione attraverso l’unificazione delle singole fattorie contadine in fattorie collettive statali. Dato il forte senso di individualismo dei contadini ucraini, la politica di collettivizzazione ricevette una forte opposizione. Di conseguenza, i contadini furono costretti a unirsi in fattorie collettive attraverso la coercizione e il terrore. Il senso di identità nazionale dei contadini, combinato con il suo individualismo mentale, andava contro l’ideologia comunista. Questa fu la base del nazionalismo ucraino e rappresentò una minaccia per l’unità dell’Urss. Pertanto, l’oggetto del genocidio divenne la nazione ucraina, per intimidirla e soggiogarla.
Stalin e i suoi collaboratori elaborarono un piano per sterminare una parte degli ucraini, camuffato da piani gonfiati di requisizione statale del pane. Si trattò del sequestro completo di tutte le scorte di grano, della confisca di altri prodotti alimentari e delle proprietà – oltre alle multe per il mancato rispetto del piano statale per la consegna del pane. L’uso diffuso di metodi repressivi estremamente duri è una prova convincente dell’intenzione del governo totalitario di causare la carestia e di usarla come strumento per distruggere i contadini come ossatura della nazione. La carestia fu pianificata da Mosca per la distruzione mirata dei contadini come bastione nazionale. I contadini ucraini furono sterminati non perché fossero contadini, ma proprio perché erano ucraini.
L’Holodomor fu un elemento di un’operazione punitiva preventiva su più fronti diretta contro la nazione ucraina in quanto tale, poiché la sua rinascita rappresentò una minaccia per l’esistenza dell’impero sovietico. Uccisero la libertà ucraina attraverso una fame pianificata.
Secondo il censimento di tutta l’Unione del 1926, su 32,2 milioni di abitanti, la popolazione rurale era di 23,3 milioni, ovvero più dell’81 per cento, e tra la popolazione rurale, gli ucraini erano 20,6 milioni, ovvero l’87,6 per cento. All’inizio del 1932 la popolazione dell’Ucraina era di 32,5 milioni, di cui 25,5 milioni vivevano nelle zone rurali. Pertanto, gli ucraini erano la stragrande maggioranza e in alcune regioni rurali il loro numero superava il 90 per cento. La nazione subì perdite catastrofiche, le cui conseguenze si faranno sentire per molte generazioni future. Il potenziale demografico dell’Ucraina subì un duro colpo. La struttura tradizionale della società fu completamente distrutta. Le forze del movimento di liberazione nazionale furono significativamente frenate e la capacità della resistenza fu indebolita, antiche tradizioni spirituali furono minate e il processo di rinascita nazionale fu rallentato.
Nel 2006, la legge ucraina “Sull’Holodomor del 1932-1933 in Ucraina” ha riconosciuto l’Holodomor come un genocidio. Nel 2010, la Corte d’Appello di Kyiv ha dimostrato la natura genocida dell’Holodomor. Nonostante i gravi e tragici processi politici, l’Ucraina ha stabilito la propria indipendenza nazionale e continua a difenderla nella lotta contro l’aggressione su vasta scala della Federazione Russa. La comunità mondiale, in cui il neototalitarismo continua a esistere, deve conoscere la verità sul genocidio degli ucraini, proprio perché questa conoscenza può aiutare a evitare simili tragedie. Pertanto, la Verkhovna Rada dell’Ucraina ha fatto l’appello ai parlamenti dei paesi del mondo per riconoscere l’Holodomor come genocidio. Attualmente, lo hanno fatto i parlamenti di 17 stati membri dell’Onu.
Dopo l’invasione russa su vasta scala dell’Ucraina, dopo la liberazione di Kherson, Bucha, Irpin, Hostomel e Borodyanka, il mondo ha visto che l’élite politica del Cremlino si è posta ancora una volta l’obiettivo di distruggere completamente gli ucraini come nazione. Le camere di tortura, l’esecuzioni pubbliche, i numerosi stupri di donne, uomini e persino bambini: tutto questo indica il chiaro piano di Mosca di cancellare l’Ucraina e gli ucraini dalla faccia della terra.
Nel XXI secolo, la Russia definendosi i “liberatori del mondo contro il nazismo” sta compiendo un genocidio intenzionale del popolo ucraino davanti al mondo intero. La memoria storica degli ucraini contiene un intero elenco di scontri con la Russia. Come lo ha fatto centinaia di anni fa, Mosca ha cercato di imporre la sua volontà all’Ucraina e, di fronte alla resistenza, ha fatto ricorso alla guerra cinica e al genocidio. Il cinismo russo non conosce i limiti e, come possiamo vedere ora, il regime del Cremlino ha ampliato i suoi confini geografici e ora minaccia il mondo intero con le crisi alimentari, energetiche e nucleari globali e sta cercando di usare la carestia come arma di distruzione di massa per raggiungere le sue ambizioni imperiali di stabilire il controllo politico totale e cambiamenti nell’ordine mondiale.
Tutto ciò richiede da parte delle autorità ucraine e dalla comunità mondiale di sincronizzare le loro posizioni, consolidare i loro sforzi e creare un chiaro piano di misure sistemiche a tutti i livelli per fermare il paese terrorista, che sta minando le basi della democrazia mondiale e della pacifica convivenza delle nazioni.
Yaroslav Melnyk
Ambasciatore ucraino in Italia