le dichiarazioni in un video

Von der Leyen dà i numeri sull'Ucraina: morti "100 mila soldati". Poi si corregge

Micol Flammini

La grave disattenzione della presidente della Commissione europea sulle vittime della guerra in un video pubblicato e poi modificato. Nello stesso discorso Ursula annuncia anche l'istituzione di un tribunale speciale per punire i crimini russi, ma è un annuncio che non porterà a nulla

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha registrato un video per annunciare un piano di confisca dei beni russi congelati e la creazione di un tribunale speciale per punire la Russia per la guerra in Ucraina. Il testo e il video del discorso sono stati pubblicati sul sito della Commissione e sui social della presidente, salvo poi essere cancellati e ripubblicati con una nuova versione nella quale mancava una frase. Von der Leyen aveva detto che l’invasione russa dell’Ucraina ha causato la morte di “oltre 20 mila civili e 100 mila soldati”. Kyiv è molto attenta a pubblicare il numero delle vittime militari e l’ultima volta era stato il comandante delle Forze armate ucraine a dire, a metà agosto, che i soldati ucraini uccisi erano circa novemila. La Commissione si è affrettata a sottolineare che il dato  faceva riferimento a morti e feriti. Sia che  fosse vero – nel caso sarebbe preoccupante perché superiore alle vittime russe – sia che fosse falso, pronunciarlo è stato una disattenzione grave.

 

L’annuncio presenta anche altri aspetti problematici. Von der Leyen ha detto che sono stati bloccati 300 miliardi di euro dalle riserve della Banca centrale russa e 19 miliardi degli oligarchi, ma non ha detto che usarli non sarà semplice perché la norma non è retroattiva e per essere regolarmente confiscati, beni di lusso e denaro dovrebbero appartenere a individui autori di un reato comprovato. Von der Leyen ha tralasciato quanto fosse complicato il suo piano dal punto di vista giuridico. Neppure l’annuncio sul tribunale speciale riflette la complessità della situazione, perché l’istituzione dovrebbe passare per l’Onu, quindi prima al Consiglio di sicurezza in cui verrebbe bocciato e poi all’Assemblea generale in cui manca la maggioranza. Un punto degno di nota però c’è: la decisione di condizionare la restituzione dei 300 miliardi di riserve a un trattato di pace in cui la Russia accetta le riparazioni in Ucraina. 
 

  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)