Il Ps francese s'ispira al patto di Mélenchon e lancia la “linea popolare”
La gauche deve recuperare tematiche come ordine, sicurezza, nazione e lavoro che ha abbandonato alla destra sovranista, proponendo un “discorso forte” in grado di riavvicinarla al popolo. Ecco i volti da cui una nuova sinistra potrebbe ripartire per un progetto nazionale
Parigi. La domanda è sempre quella da quando il socialista François Hollande ha lasciato la presidenza della Repubblica francese a Emmanuel Macron, aprendo una crisi dalla quale il Ps non si è più risollevato: chi salverà la gauche? C’è chi, come Renaud Dély, ex direttore del settimanale Marianne e giornalista politico di lungo corso, scrive con pessimismo che la sinistra francese di oggi non può essere salvata da nessuno, è una missione impossibile, perché ha sacrificato il suo dna sull’altare delle politiche identitarie, non sa più dibattere, anzi, non vuole più dibattere, arroccata sulla sua torre d’avorio di certezze apodittiche. Ma c’è anche chi, come il settimanale Politis, prova a mettere in risalto dei volti da cui una nuova sinistra potrebbe ripartire per un progetto nazionale, riunendo le sue varie anime sulla scia di quanto già fatto dalla Nupes (Nouvelle union populaire écologique et sociale) per le elezioni legislative di giugno.
Sul suo account Twitter, a fine novembre, Politis ha pubblicato una copertina su cui campeggiano esponenti della sinistra politica e intellettuale con il titolo: “Y a-t-il quelqu’un pour sauver la gauche?”, c’è qualcuno per salvare la sinistra? Sandrine Rousseau, figura in ascesa dei Verdi francesi, è in prima fila accanto a Clémentine Autain, femminista e deputata della France insoumise, una delle più ascoltate del partito di Jean-Luc Mélenchon. Alle loro spalle, si riconoscono due rappresentanti della gauche francese in Europa, che molti elettori progressisti vorrebbero riportare in patria: l’esperta Karima Delli, eurodeputata ecologista da più di dieci anni e attuale presidente della Commissione per i trasporti e il turismo a Strasburgo, e la battagliera Manon Aubry, 32 anni, copresidente del gruppo Sinistra Unitaria Europea.
Certo, nella lista dei volti della gauche non poteva mancare Anne Hidalgo, la sindaca di Parigi, perché, nonostante la delusione delle ultime presidenziali, può mettere a disposizione la sua esperienza. La presenza di Assa Traoré, Rokhaya Diallo e Danièle Obono, le tre profetesse del Black Lives Matter in salsa francese, farà storcere il naso ai vecchi elefanti del socialismo. Ma è innegabile che la loro popolarità nelle banlieue multietniche possa essere un atout per una sinistra che ha bisogno come l’aria di riconciliare gli elettorati. Il settimanale della gauche, come provocazione, mette anche i volti della scrittrice e attivista Virginie Despentes, e di Annie Ernaux, premio Nobel per la Letteratura 2022. “Un altro mondo è possibile”, scrive Politis, che ha deciso espressamente di mettere solo donne in copertina, in risposta al Figaro Magazine di due settimane fa che, sotto al titolo “Qualcuno può salvare la destra?”, ha proposto solo uomini, bianchi e dai quarantacinque anni in su: da Laurent Wauquiez, ex ministro di Sarkozy, a Éric Ciotti, favorito come prossimo presidente dei Républicains, passando da Édouard Philippe, ex premier di Macron, e Éric Zemmour, leader della destra sovranista.
E’ evidente che per Politis la strada da seguire sia quella indicata dalla Nupes, la grande coalizione delle sinistre che, nonostante settimane di estenuanti negoziazioni, sono riuscite a trovare un compromesso e a mettere da parte i rispettivi dogmatismi. Ora, socialisti, ecologisti e mélenchonisti dovranno anche radicarsi in maniera compatta sul territorio, esportare il marchio Nupes a livello locale per prepararsi alle prossime scadenze elettorali, dimostrare che la gauche non è così litigiosa come certi osservatori si ostinano a dipingerla. L’ex ministra della Famiglia sotto la presidenza Hollande, Laurence Rossignol, oggi senatrice, ha spiegato su Libération con alcuni colleghi socialisti che l’accordo Nupes è stato “una boccata d’ossigeno per gli elettori di sinistra”, ma non è sufficiente per tornare a governare il paese. La gauche deve recuperare tematiche come ordine, sicurezza, nazione e lavoro che ha abbandonato alla destra sovranista, proponendo un “discorso forte” in grado di riavvicinarla al popolo. “Lo stato d’emergenza democratico ci impone di andare a convincere le classi popolari e medie che abbiamo perso”, scrivono l’ex ministra Rossignol e i suoi compagni, “solo la promessa di un futuro migliore potrà impedire loro di votare per l’estrema destra. Chiamiamo ‘linea popolare’ questa strategia che punta a ritrovare il motivo per cui la sinistra è stata creata: difendere coloro che hanno solo il lavoro per vivere”.
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