La falla Musk

La voce ucraina su Twitter è stata ridimensionata, mentre s'allargano QAnon e putinismo

Paola Peduzzi

Kyiv accusa Elon Musk per il prefisso che non compare più sul social media e per il funzionamento di Starlink che non è più sicuro né garantito come prima. E’ cambiato qualcosa

Milano. I media ucraini accusano Twitter, o meglio Elon Musk, di aver tolto il prefisso ucraino dai numeri di telefono che si possono inserire sul social media per autenticare il proprio account: +380 non compare nella tendina dei possibili prefissi da scegliere. United24.media, una piattaforma digitale legata al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e cuore della raccolta fondi del governo, ha pubblicato lo screenshot che indica l’assenza del prefisso e ha scritto: “Per noi è vitale continuare a mostrare al mondo quel che sta accadendo nel nostro paese”, cioè i bombardamenti indiscriminati di Vladimir Putin su tutta l’Ucraina, che hanno danneggiato pressoché tutte le infrastrutture dell’elettricità, che stanno tenendo al buio e al freddo il paese e che aumentano i costi della ricostruzione. Mykhailo Podolyak, uno dei consiglieri di Zelensky, ha detto che “War in Ukraine” è scomparso dai trend su Twitter e che c’è stato “un radicale ridimensionamento della copertura dell’aggressione russa”, oltre a denunciare la scomparsa del prefisso per autenticare gli account ucraini. “Mi chiedo se ci saranno mai dei Twitter Files sull’autunno/inverno 2022”, ha concluso Podolyak, riferendosi alla campagna di denuncia contro il pregiudizio liberal del social sotto la vecchia gestione. 

 

La querelle tra l’Ucraina e Musk è aperta da tempo, i toni diventano via via più acidi anche se al fondo resta una consapevolezza chiara dell’Ucraina e una accusa altrettanto chiara di Musk verso Kyiv: entrambe hanno a che fare con Starlink, il sistema satellitare di proprietà di Musk. Come è noto, Starlink è stato decisivo per la difesa militare dell’Ucraina dall’aggressione russa: gli ucraini lo sanno alla perfezione e hanno in passato più volte ringraziato pubblicamente Musk per questo dono indispensabile. Proprio per questo, ora che il funzionamento di Starlink non è più né sicuro né garantito come prima e che gli ucraini hanno iniziato a lamentarsene in molte sedi, Musk li accusa di ingratitudine: vi ho salvati, vi sto salvando, cosa avete da lamentarvi? Musk intanto chiede al Pentagono di coprire i costi di un asset per la difesa così strategico come Starlink e si rincorrono conferme e smentite di un accordo – in realtà si rincorrono voci di tutti i tipi, dal fallimento ormai imminente di Starlink ai fondi elargiti fin dall’inizio della guerra dall’Amministrazione Biden all’azienda di Musk. A fine anno intanto i costi del servizio satellitare per gli ucraini aumenteranno, secondo un nuovo tariffario. 

 

L’immagine di Musk come benefattore libertario matto e geniale si sta deturpando giorno dopo giorno nella sua gestione di Twitter. Non ci sono soltanto i Twitter Files, un’operazione mastodontica e complessa di disvelamento dei pregiudizi della gestione del social il cui significato politico è molto chiaro (per quello fattuale invece le perplessità sono tantissime), ma anche il riemergere, in nome di una campagna a difesa della libertà d’espressione fatta dallo stesso Musk, del mondo cospiratorio-estremista che fa capo a QAnon, al movimento No vax, all’accusa trumpiana di brogli elettorali in America su su fino al putinismo, il collante più forte nonché il più violento.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi