Sparatoria a Parigi: un uomo uccide almeno tre persone e ne ferisce altre quattro
Un pensionato con precedenti ha iniziato a sparare vicino un centro culturale curdo nel decimo arrondissement. È stato fermato dalle forze dell'ordine che ora cercano di capire se c'è un legame con la sede delle organizzazioni curde pro Pkk vicina al luogo dell'attacco
Questa mattina, nei pressi del Centro culturale curdo Ahmet-Kaya, situato al 16 di rue d’Enghien a Parigi (Decimo arrondissement), un uomo di 69 anni ha aperto il fuoco contro alcune persone, uccidendone almeno tre e ferendone quattro (una è in condizioni gravissime). Secondo un testimone della scena sentito da BfmTv, l’uomo avrebbe “sparato alla cieca”, senza un obiettivo preciso. Un abitante del quartiere, testimone della sparatoria, ha raccontato di aver visto “una persona di una sessantina d’anni che ha tirato fuori dalla sua piccola borsa una pistola e si è messo a sparare nella direzione della nostra casa”. Al Monde, una commerciante di rue d’Enghien ha detto di aver sentito “tra i sette e gli otto colpi di arma da fuoco”, parlando di “panico totale” nei secondi e nei minuti immediatamente successivi ai fatti.
Secondo le informazioni del Parisien, l’uomo è nato nel 1953 a Saint-Denis ed è di nazionalità francese, è un pensionato della Sncf (la società che gestisce le ferrovie francesi), per la quale lavorava come macchinista. Aveva provato a fuggire nascondendosi nella bottega di un barbiere, prima di essere fermato dalle forze dell’ordine: ora verrà interrogato per capire quali sono le motivazioni che lo hanno spinto a commettere l’attacco e soprattutto se esiste un legame con il Centro culturale curdo Ahmet-Kaya. Secondo il giornalista del Point Guillaume Perrier, il centro, fondato nel 2001, è la sede delle organizzazioni curde pro Pkk (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), ed è soprattutto “un luogo molto sorvegliato da tutti i servizi”. L’autore dell’attacco, stando a quanto rivelato da BfmTv, era già noto alla polizia e alla giustizia francesi per due episodi di tentato omicidio avvenuti nel 2016 e nel 2021. Il primo si è verificato nella Seine-Saint-Denis, il dipartimento di Saint-Denis, il secondo nel dicembre dello scorso anno, quando si è reso protagonista di un’aggressione a carattere razzista ai danni di alcuni migranti accampati al parco di Bercy. L’uomo, armato di una sciabola, aveva lacerato diverse tende proferendo frasi contro “gli stranieri” e prendendosela in particolare con due migranti sudanesi (uno di loro, fu salvato in extremis). La giustizia aveva aperto un fascicolo giudiziario per tentato omicidio e violenze a carattere razzista con armi. Oggi, la procura di Parigi ha aperto invece un’inchiesta per “assassinio, omicidio volontario e violenze aggravate” in seguito ai fatti di rue d’Enghien.
Secondo le parole della sindaca del Decimo arrondissement, Alexandra Cordebard, i luoghi colpiti dalla sparatoria sarebbero tre: il centro culturale curdo, un ristorante e la bottega di un barbiere. “Abbiamo visto un vecchio signore bianco entrare e sparare nel centro culturale curdo, poi si è diretto verso il barbiere accanto. Ci siamo rifugiati nel ristorante con i dipendenti”, ha testimoniato all’Afp Romain, vice direttore del ristorante Pouliche di rue d’Enghien. “Grazie alle forze dell’ordine per il loro intervento decisivo in occasione del terribile attacco avvenuto nel Decimo arrondissement. Pensieri commossi alle vittime e alle loro famiglie. Siamo accanto a loro. Verrà aperta una cellula psicologica nel comune del Decimo”, ha reagito la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, attraverso il suo account Twitter. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, in trasferta a Tourcoing per visitare un commissariato di polizia, ha annunciato il suo rientro immediato a Parigi per monitorare la situazione da vicino.
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