lezioni dall'Ucraina
La Cina provoca Taiwan (e i suoi alleati) che si prepara a resistere alle pressioni, anche militari
L'isola comincia a pensare a come agire sulla sua Difesa perché i cambiamenti potrebbero influenzare l'opinione pubblica. La questione della leva obbligatoria: prolungarla, ma solo per i maschi. Con il rischio di aumentare il gender gap
Settantuno aerei da guerra dell’Esercito popolare di liberazione, nelle 24 ore tra sabato e domenica mattina, hanno volato in un’area molto vicina all’isola di Taiwan. Secondo il ministero della Difesa di Taipei, 47 di questi aerei avrebbero oltrepassato la cosiddetta “linea mediana” dello Stretto, entrando nell’area di identificazione aerea di Taiwan. Le esercitazioni effettuate dalla Cina, attorno all’isola che Pechino rivendica come suo territorio, sono le più imponenti sin dall’agosto scorso, quando la visita a Taipei della speaker della Camera americana, Nancy Pelosi, provocò la reazione muscolare della Cina.
Il ministero della Difesa di Pechino ha fatto sapere di aver condotto dei pattugliamenti di operatività al combattimento ed “esercitazioni d’attacco” contro Taiwan. Solo una settimana fa al largo delle coste della regione cinese dello Zhejiang, nel mar cinese orientale, si erano svolte le esercitazioni navali congiunte tra Cina e Russia: le più vicine a Taiwan mai effettuate.
Da quando è iniziata la guerra della Russia contro l’Ucraina, Taipei e Washington, oltre che gli altri alleati del Pacifico come il Giappone, stanno cercando di aumentare la capacità di resistere a un eventuale attacco militare contro Taiwan – che prima del 24 febbraio scorso era considerata un’eventualità molto remota, ma che di recente ha iniziato a prendere concretezza – o almeno di esercitare un’azione di deterrenza nei confronti della Cina.
I giochi di guerra di domenica sono “una risposta ferma all’attuale escalation provocatoria condotta da America e Taiwan”, ha detto domenica sera Shi Yi, portavoce del Comando del Teatro orientale delle Forze armate cinesi. Il riferimento è probabilmente al budget della Difesa americano, firmato venerdì scorso dal presidente Joe Biden, che definisce la Cina una “sfida strategica”, e autorizza fino a 10 miliardi di dollari per l’assistenza alla sicurezza e l’acquisto di armi di Taiwan. L’America sta aiutando Taiwan a rafforzare la sua Difesa, e allo stesso tempo il Giappone – l’alleato strategico più importante di Washington nel Pacifico – supera decenni di pacifismo post bellico con un budget record per la sua Difesa.
Per la politica taiwanese inizia adesso una fase molto delicata. Il paese autogovernato, una delle democrazie più sviluppate d’Asia, che vive con la minaccia costante di una futura “riunificazione completa” con Pechino, non ha mai creduto davvero alla minaccia militare. La capacità cinese di modificare lo status quo – per esempio, aumentando in modo costante e impercettibile la pressione bellica, con “sconfinamenti” sempre più frequenti, oppure boicottando settori di commercio precisi, rendendo complicati i rapporti economici tra Taipei e Pechino, ma non impossibili – serve a destabilizzare l’area, ma anche a manipolare l’opinione pubblica taiwanese.
Tsai Ing-wen, presidente di Taiwan sin dal 2016, ha portato alla vittoria il Partito democratico progressista e ha lavorato per la costruzione di un’identità taiwanese da opporre alla Repubblica popolare cinese, ma la sua figura è stata meno efficace internamente, e il Partito democratico progressista è entrato in una fase di declino, soprattutto dopo la sconfitta alle elezioni locali di fine novembre. Per questo in molti si domandano come reagirà la popolazione taiwanese quando Tsai annuncerà una delle riforme della Difesa di Taiwan più importanti degli ultimi anni: la riforma della leva obbligatoria. Se ne parla da parecchio tempo: per ora gli uomini taiwanesi sono chiamati alle armi soltanto per quattro mesi – chi vuole, può sostituire il servizio nelle Forze armate con un servizio civile un poco più lungo.
Martedì durante una conferenza stampa molto attesa, la presidenza taiwanese dovrebbe annunciare l’inizio di un nuovo corso, un rafforzamento (e ammodernamento) delle forze di Difesa e il prolungamento della leva a un anno per rispondere alle crescenti minacce militari cinesi. Per ora l’obbligatorietà dovrebbe essere prevista solo per gli uomini e non per le donne – una differenza che, secondo alcuni esperti, potrebbe aumentare il gender gap come è successo in Corea del sud, l’altro paese minacciato dal vicino nordcoreano. Se c’è una cosa che l’Ucraina ha insegnato a Taiwan è che essere preparati al peggior scenario è l’unico modo per resistere alla destabilizzazione che cerca Pechino e conservare lo status quo.