Qatar gate
Il Parlamento Ue pronto a revocare l'immunità di Cozzolino (anche con i voti del Pd)
Assieme all'eurodeputato già sospeso dal Partito democratico, è coinvolto anche l'italo-belga Marc Tabarella. Il voto a Strasburgo è previsto per il 13 febbraio. Il dem Benifei: "Sosterremo le richieste della magistratura"
Con una nota ufficiale del Parlamento, la presidente Roberta Metsola ha annunciato ieri l'avvio di una procedura urgente per valutare la richiesta della magistratura belga di rimuovere l'immunità che protegge gli eurodeputati Andrea Cozzolino (già autosospesosi dal Pd) e Marc Tabarella, entrambi del gruppo Socialisti&Democratici. La stessa presidente ha poi aggiunto che "il Parlamento europeo ha fatto tutto ciò che era in suo potere per aiutare le indagini in corso" a garanzia dell'assenza di impunità, svincolandosi così anche dalle accuse di negligenza nei confronti suoi e dell'Europa che si sono sollevate all'indomani dell'inchiesta.
La richiesta della magistratura si inserisce nel quadro più ampio delle indagini che cercano di ricostruire la “rete” di pressioni tessuta dal Qatar e dal Marocco per influenzare le decisioni politiche del Parlamento europeo. Secondo il giudice istruttore Michel Claise, a capo dell'inchiesta, la “rete” sarebbe stata gestita da una “squadra” in cui figurerebbero proprio Cozzolino, assieme al suo assistente Giorgi, e Antonio Panzeri (arrestato oramai quattro settimane fa). Tutti e tre gravitavano attorno alla ong Fight impunity.
I legami in cui Cozzolino sarebbe coinvolto vedono protagonisti l'ambasciatore del Marocco in Polonia Abderrahim Atmoun (che secondo il giudice avrebbe fatto da intermediario per il capo del Dedg Yassine Mansour) nonché il ministro del lavoro del Qatar, Ali Ben Samikih Al Marr. Se dovesse cadere dunque l'immunità, gli inquirenti potrebbero verificare le accuse con il sequestro dei conti corrente e più in generale dei suoi beni.
Ancora a metà dicembre, Cozzolino si era dichiarato “a completa disposizione per qualsiasi chiarimento”, manifestando la sua “massima fiducia nella magistratura”. Del medesimo parere sembra essere anche l'altro eurodeputato coinvolto, Marc Tabarella (nato in Belgio ma di origine italiana): il suo legale ha fatto emergere la volontà di quest'ultimo di “essere ascoltato rapidamente per potersi difendere”. Le accuse nei suoi confronti sono relative solo al Qatar, che Tabarella aveva difeso esplicitamente il 14 novembre scorso durante un dibattito in capo alla commissione dei Diritti umani, attorno alla questione del trattamento dei lavoratori per la costruzione degli stadi. “Non ho visto questo interesse quattro anni fa”, aveva detto alludendo ai Mondiali in Russia del 2018.
L'eventuale rimozione dell'immunità potrebbe forse rappresentare una svolta nell'ambito delle indagini del cosiddetto “Qatargate”. Potrebbe infatti cambiarne il corso, se dovessero ad esempio comparire nuove prove, perché gli europarlamentari possono essere raggiunti dai provvedimenti giudiziari solo in caso di flagranza di reato. Ma la richiesta dei magistrati nei confronti di Cozzolino e Tabarella esclude di fatto il coinvolgimento di altri eurodeputati i cui nomi erano comparsi tra gli inquirenti, fra i quali Alessandra Moretti e Brando Benifei, sempre del Pd e del gruppo Socialisti&Democratici. Proprio Benifei questa mattina ha confermato che il Pd è pronto a votare a favore del provvedimento.
L'iter procedurale ora prevede la comunicazione ufficiale della richiesta di revoca (16 gennaio), cui seguirà il trattamento della commissione Affari giuridici che porterà infine al voto in plenaria il 13 febbraio. La speranza per l'Europa, dopo uno scandalo che ne ha minato le fondamenta istituzionali, è il raggiungimento di una larga maggioranza, come segnale chiaro a conferma della voce perentoria di Metsola.