Il fronte di Lutzerath
Gli attivisti ecologisti tedeschi contestano i Verdi nel villaggio della lignite
Il partito rischia un forte danno di immagine, soprattutto fra i giovani: secondo la polizia sarebbero più di mille le persone asserragliate nel borgo
Berlino. Domani o fra sei settimane. Si gioca fra queste due variabili temporali la partita di Lutzerath, il paesino ormai fantasma che sorge per sua poca fortuna su un giacimento di lignite. Come in tutte le storie tedesche a base di ferro e di carbone, anche Lutzerath è in regione renana. Il borgo che lo scorso giugno contava ancora otto abitanti è nell’occhio del ciclone della politica tedesca. Lo scontro triangolare è nato in seguito alla decisione del governo federale e a quello regionale del Nord Reno-Vestfalia di concedere a Rwe, il secondo produttore di energia in Germania, di sfruttare ulteriormente il giacimento di lignite estraendo altri 290 milioni di tonnellate del carburante fossile radendo al suolo ciò che resta di Lutzerath e ampliando l’adiacente miniera a cielo aperto di Garzweiler II. In cambio del “favore” ricevuto che permetterà all’azienda di tenere aperti due impianti da complessivi 2,4 gigawatt fino a marzo 2024 anziché entro la fine del 2022, Rwe si è impegnata a spegnere altre due centrali elettriche a carbone con una capacità complessiva da 3 GW entro il 2030 e cioè otto anni prima di quanto previsto dalla legge. L’accordo è siglato in piena crisi energetica e giustificato dal vicecancelliere e storico leader dei Grünen Robert Habeck: “La guerra di aggressione di Putin ci costringe a fare, temporaneamente, maggiore ricorso alla lignite per risparmiare gas nella produzione di elettricità. E’ una scelta dolorosa ma necessaria, vista la carenza di gas”.
In una delle numerose prove di pragmatismo a cui il conflitto russo-ucraino li ha obbligati, sono stati dunque i Verdi a dare il beneplacito all’operazione. Un sì concesso dal governo federale e ribadito da quello regionale di Düsseldorf dove i Grünen governano assieme alla Cdu dallo scorso giugno. A rovinare la non festa dei Verdi e a chiudere il triangolo è arrivata però la galassia degli ecologisti tedeschi: Letzte Generation, Ende Gelände, Fridays for Future, Lützerath unräumbar (inamovibile) sono solo alcune delle sigle che hanno un po’ alla volta circondato il borgo, costruito case sugli alberi e occupato i tetti delle abitazioni destinate all’abbattimento nel tentativo di fermare le ruspe di Rwe. La battaglia per Lutzerath ha preso forza e secondo la polizia di Aachen (l’antica Aquisgrana) sarebbero fra i mille e i millecinquecento gli attivisti, in gran parte giovani, asserragliati nel borgo.
Negli ultimi giorni l’arrivo di altri ecologisti militanti ha dato vita alla nascita di un nuovo accampamento nel vicino quartiere di Keyenberg. A sostenere la battaglia contro la lignite si sono presentanti anche gli AnnenMayKantereit, una band musicale di Colonia, organizzando un concerto fra le ruspe e gli attivisti. Nella situazione di stallo non sono neppure mancate le questioni di ordine pubblico: la polizia, che difende Rwe e monitora gli ecologisti è stata colpita da una sassaiola. “Questo non è un buon inizio e spero che non si ripeta”, ha dichiarato lunedì il capo della polizia di Aachen Dirk Weinspach, impegnato a organizzare lo sgombero.
Il caso di Lutzerath brucia sulla pelle dei politici Verdi, un partito oggi come mai prima parte dell’establishment, eppure ancora legato alla propria militanza, per esempio, contro il nucleare. La ministra dell’Economia e della Protezione del clima del Nord Reno-Vestfalia Mona Neubaur ha criticato l’uso della violenza come mezzo per raggiungere i propri obiettivi. “Chiunque minacci o addirittura ferisca le forze di emergenza, attraversa una linea rossa”, ha dichiarato, appellandosi ai manifestanti affinché evitino un’escalation. Nel ricordare che negli ultimi cento anni circa 300 villaggi sono stati evacuati e 100 mila persone ricollocate in Germania per fare posto all’estrazione del carbone, lo Spiegel ha osservato che i Verdi non hanno fatto un buon affare e che, studi di alcuni think tank alla mano, l’economia tedesca non avrebbe bisogno di altri 290 milioni di tonnellate di lignite ma forse di 80 milioni al massimo. Gli attivisti sperano di resistere fino a marzo, quando la legge impedisce l’abbattimento di alberi per non disturbare le specie nidificanti, ma è improbabile che Rwe resti in attesa per un altro anno. I Verdi, forti delle simpatie di tanti elettori giovani, rischiano da parte loro un danno di immagine e non è un caso che la Linke renana, il partito socialcomunista, stia cercando di mettere il proprio cappello sulle proteste a Lutzerath.
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