Dall'Italia
Tajani sull'Iran: "La pena di morte è un punto di non ritorno. Stiamo lavorando ad altre sanzioni"
Nell'audizione di oggi il ministro degli Esteri ha condannato la repressione violenta dei manifestanti da parte del governo di Teheran. E ha spinto sulla moratoria in merito alle esecuzioni capitali. La stessa posizione espressa ieri da Mattarella
"Chiediamo una moratoria immediata della pena di morte". È la presa di posizione che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha espresso oggi in un'audizione in merito alla situazione dei diritti umani in Iran. "Le notizie che arrivano dall'Iran raccontano di una brutale e crescente repressione che ci lascia sgomenti e indignati con esecuzioni capitali, torture in carcere e violazioni dei diritti umani" ha proseguito il ministro. "La linea rossa è stata superata con l'esecuzione delle condanne a morte, nessuno si può arrogare il diritto di togliere la vita a un essere umano", ha dichiarato Tajani, per poi sottolineare l'impegno del nostro paese "presso l'Onu a sostegno della moratoria sulla pena di morte" che ha portato a far passare da 123 a 125 i paesi a favore.
A quanto riportato dal ministro degli Esteri, l'Italia ha chiesto alla Repubblica islamica di "dimostrare un vero cambiamento di atteggiamento"; una richiesta che però non ha prodotto risultati concreti. L'ambasciatore iraniano in Italia, Mohammad Reza Sabouri, ha infatti risposto che il suo paese rispetta i diritti umani e che le forze di sicurezza impegante a reprimere le proteste non sono armate.
Insieme agli altri paesi dell'Unione europea, l'Italia sta lavorando a un quarto pacchetto di sanzioni "per lanciare un segnale inequivocabile di condanna". Tajani ha anche voluto chiarire che non si potrà rinunciare a un coinvolgimento dell'Iran "in un confronto esigente ma all'occorrenza anche costruttivo". "Il nostro obiettivo infatti è quello di cercare di promuovere un atteggiamento responsabile di Teheran nello scacchiere regionale la cui stabilità e sicurezza hanno per Italia un'importanza strategica. Coltiviamo la speranza che si possano ripristinare le condizioni per riprendere a tessere i fili di un dialogo rivelatosi prezioso anche in un passato recente, anzitutto nell'interesse dei cittadini iraniani, ma anche per gli equilibri nella regione", ha affermato il responsabile della Farnesina. Il governo italiano "sperava in un cambio di atteggiamento a seguito della liberazione di Alessia Piperno", ma, come ha chiosato il ministro, il segnale "si è dimostrato senza seguito".
Nella sua audizione, Antonio Tajani, ha seguito la linea tenuta anche dal presidente della Repubblica. Infatti, Sergio Mattarella - nel colloquio di ieri al Quirinale con l'ambasciatore iraniano - ha condannato la repressione delle manifestazioni scaturite dalla morte della giovane curda iraniana Mahsa Amini e si è detto indignato per le condanne a morte e le esecuzione di molti dimostranti; sentenze che, come ha evidenziato oggi il ministro degli Esteri, sono arrivate a seguito di "processi farsa".