Chi è Chris Hipkins, il nuovo premier neozelandese

Paola Peduzzi

Ritratto dell’uomo che deve rassettare il Labour dopo le dimissioni di Jacinda Ardern

Milano. In tre giorni, il Labour neozelandese ha trovato un nuovo leader che da domani sarà anche il nuovo primo ministro del paese al posto di Jacinda Ardern, che si è dimessa all’improvviso la settimana scorsa. E’ stato nominato Chris “Chippy” Hipkins, che era anche l’unico candidato, quarantaquattro anni, amante delle salsicce, due figli piccoli, una moglie da cui si è amichevolmente (così dice) separato un anno fa, ministro dell’Istruzione con delega sulla gestione della pandemia e in generale sulla gestione dei guai: lo chiamano “troubleshooter”, oltre a sottolineare che è un tipo brusco e affilato. Prendendo precipitosamente la guida del Labour, Hipkins ha puntato sulla continuità, riservando parole elogiative alla Ardern (sono entrati in politica insieme) e ignorando i borbottii interni al partito che hanno accompagnato la sua uscita di scena.

 

La Jacindamania è  un fenomeno più internazionale che neozelandese: la Ardern è stata molto amata e ha anche ottenuto alle ultime elezioni il 50 per cento dei voti, un risultato mai visto prima (bisogna tornare al 1946) che le ha consentito di eliminare dalla sua coalizione di governo fino a quel momento (andò al potere nel 2017 perché si dimise il suo capo: il Labour aveva perso le elezioni) il partito New Zealand First, la cui natura si comprende già dal nome.

 

Nell’ultimo anno però la passione per la Ardern era andata sfumando, per ragioni legate al post pandemia e a promesse economiche non mantenute: nei sondaggi per le elezioni che si terranno a ottobre, il Labour è indietro di cinque punti percentuali rispetto ai conservatori dei Nationals. I borbottii, che da questa parte di mondo non sono arrivati, riguardano proprio questo: il Labour potrebbe perdere le elezioni, la Ardern avrebbe potuto contribuire a limitare i danni, e invece senza di lei la sconfitta potrebbe essere più smaccata. Non voleva perdere forse, e così rischia di fare un regalo alla destra, a meno che l’uomo cui tocca rassettare il Labour non sappia anche riportarlo in cima ai sondaggi.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi