esclusiva del foglio
Ecco la bozza del piano della Commissione Ue per rispondere all'Ira di Biden
Così Ursula von der Leyen si prepara ad aprire i rubinetti degli aiuti di stato per rispondere all'Inflation reduction act dell'Amministrazione americana. Un Fondo per la sovranità europea prima dell'estate e intanto, per i paesi senza spazio fiscale, le risorse di RePowerEu
Bruxelles. La Commissione di Ursula von der Leyen si prepara ad aprire i rubinetti degli aiuti di stato per rispondere all'Inflation reduction act (Ira) dell'Amministrazione Biden, ma senza un fondo di debito comune europeo per consentire anche ai governi senza spazio di bilancio di concedere sussidi e sconti fiscali per incentivare gli investimenti verdi. È questo in sostanza il piano che la Commissione dovrebbe presentare mercoledì, in vista del Consiglio europeo straordinario del 9 e 10 febbraio e di cui il Foglio ha ottenuto una bozza. “Un piano industriale Green deal per un'era zero netto”, è il titolo del documento di 19 pagine, che è ancora in fase di negoziato dentro il collegio dei commissari.
Il piano mira a “incrementare in modo massiccio lo sviluppo tecnologico, la produzione manifatturiera e l'installazione di prodotti a zero emissioni e la fornitura di energia per il prossimo decennio”.
La principale arma per rispondere all'Ira di Biden, oltre a una deregolamentazione delle autorizzazioni e dei permessi, sono gli aiuti di stato. La Commissione intende facilitare l'uso dei sussidi e delle agevolazioni fiscali, come quelli introdotti dall'Amministrazione americana. Ma il piano non contiene novità sostanziali per sventare il rischio di frammentazione del mercato unico. La bozza indica l'intenzione della Commissione di proporre un Fondo per la sovranità europea prima dell'estate.
Nel frattempo, come soluzione ponte per i paesi senza spazio fiscale, dovrebbero essere utilizzate le risorse di RePowerEu, che erano state stanziate nel 2022 per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. La Commissione mercoledì dovrebbe pubblicare linee guida sui Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) per fornire “flessibilità” ai governi. Ma nei fatti non ci sarebbero nuove risorse dell'Ue messe a disposizione dei paesi più deboli per rispondere all'Ira.
Sugli aiuti di stato “la Commissione ora intende concedere maggiore flessibilità agli stati membri” nei settori delle rinnovabili, delle tecnologie per la decarbonizzazione e dell'efficienza energetica, dice la bozza della comunicazione della Commissione. Il “Quadro temporaneo di crisi” sugli aiuti di stato introdotto per la guerra della Russia contro l'Ucraina cambierà nome e sarà trasformato in "Quadro temporaneo di crisi e transizione". Tecnologie come idrogeno rinnovabile e biocarburanti saranno inserite tra quelle considerate come verdi. Saranno cancellati gli obblighi di gara per tecnologie meno mature. Saranno permessi aiuti per coprire i costi di investimento per l'uso dell'idrogeno, l'efficienza e l'elettrificazione. Agli stati membri sarà consentito di concedere aiuti più alti per pareggiare gli aiuti offerti a progetti simili a concorrenti fuori dall'Ue. Altri aiuti più mirati potranno andare a nuovi progetti nella catena del valore delle zero emissioni. Una norma apposita permetterà di "sostenere nuovi investimenti in impianti produttivi in settori strategici a zero emissioni, anche attraverso agevolazioni fiscali". Infine, la Commissione modificherà il regime di esenzione dall'obbligo di approvazione di Bruxelles, alzando le soglie per cui la notifica non è richiesta nei settori dell'idrogeno, della cattura e conservazione del carbonio, dei veicoli a zero emissioni, delle performance energetiche degli immobili e delle infrastrutture di ricarica.
Sul fronte della solidarietà verso i paesi senza spazio fiscale, la bozza della Commissione prevede di “dare una risposta strutturale alle esigenze di investimento proponendo un Fondo per la sovranità europea nell'ambito della revisione del quadro finanziario pluriennale prima dell'estate 2023”. Ma i tempi per negoziare e concordare il nuovo “Fondo per la sovranità europea” saranno molto più lunghi. Nella bozza la Commissione propone di ricorrere a diversi fondi già esistenti, compreso il Fondo europeo degli investimenti della Bei. Ma lo strumento principale è RePowerEu, che era stato lanciato per ridurre la dipendenza dagli idrocarburi russi e prevede l'aggiunta di un capitolo ai Pnrr dedicato all'energia. Per l'Italia potrebbero essere al massimo 9 miliardi, includendo lo spostamento di fondi destinati alla coesione e all'agricoltura. La proposta di von der Leyen sarà di concedere più flessibilità ai governi nell'uso dei trasferimenti e dei prestiti. Le nuove linee guida sui Pnrr riconosceranno “i problemi derivanti dall'interruzione delle catene di approvvigionamento, dei prezzi dell'energia e dell'inflazione”, per “offrire agli stati membri soluzioni efficaci per mantenere l'ambizione dei piani iniziali”. La Commissione incoraggerà i governi a includere nei loro Pnrr “misure semplici ed efficaci per fornire un sostegno immediato alle imprese e aumentarne la competitività” con “sportelli unici per l'autorizzazione delle energie rinnovabili e dei progetti di tecnologia pulita” e con “sgravi fiscali o altre forme di sostegno agli investimenti verdi e in tecnologie pulite intrapresi dalle imprese, sotto forma di credito d'imposta, ammortamento accelerato o sovvenzione legata all'acquisizione o al miglioramento di beni di investimento verdi”.