wagner e bielorussia

Lukashenka forma mercenari per accontentare Putin

Micol Flammini

A Minsk viene addestrata una compagnia privata per azioni di sabotaggio in Ucraina

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha chiesto agli alleati di accelerare la consegna delle armi perché la Russia nella parte orientale dell’Ucraina sta intensificando gli assalti, nel tentativo di sfondare le linee di difesa di Kyiv. Zelensky ha detto: “Dobbiamo fare del tempo la nostra arma”. Anche Vladimir Putin corteggia il tempo, ma lo vorrebbe dilatare, nella speranza che sopraggiunga lo sfinimento a rovinare l’alleanza tra l’occidente e l’Ucraina. Chi tenta di allungare il tempo, stirarlo, stropicciarlo più che può è anche Aljaksandr Lukashenka, il dittatore bielorusso che dall’inizio dell’invasione sta offrendo la sua nazione alla Russia per attaccare l’Ucraina, ma esita a entrare con i suoi soldati in guerra. I motivi di questa reticenza sono molti, due i principali: l’esercito bielorusso non è ben addestrato e neppure numeroso, la popolazione  non è favorevole alla guerra e il dittatore vuole evitare una nuova ondata di proteste. 

 

Secondo alcune indiscrezioni, Putin avrebbe chiesto l’intervento di soldati bielorussi nel conflitto e il dittatore di Minsk  prende tempo. Lukashenka è titubante, sa che deve accontentare il Cremlino. Secondo Valery Sakhashchik, che si occupa di questioni legate alla Difesa per Svjatlana Tikhanovskaya, la candidata alla presidenza che nel 2020 ha sfidato Lukashenka e ora vive in esilio,  il dittatore avrebbe trovato il trucco per non scontentare Putin e non coinvolgere i suoi  soldati: una Wagner tutta sua. Sakhashchik è un ex comandante dell’esercito bielorusso e ha raccontato alla Deutsche Welle di allenamenti regolari, rifornimenti e reclutamenti di una società di sicurezza privata che starebbe addestrando i suoi uomini per operazioni di sabotaggio e ricognizione. Secondo Sakhashchik l’addestramento e il reclutamento andrebbero avanti da alcuni mesi in modo intenso e  la quinta brigata delle forze speciali con sede a Maryina Gorka si occuperebbe di fornire le nozioni necessarie al combattimento. Il numero dei mercenari sarebbe arrivato a mille. A rafforzare le informazioni fornite dall’ex comandante passato all’opposizione sono le inchieste di alcuni siti indipendenti che hanno raccontato di un supporto da parte del gruppo Wagner: i miliziani sarebbero arrivati in Bielorussia durante l’estate promettendo a chi decideva di arruolarsi un compenso di diecimila rubli, 3.700 euro.

 

La compagnia di sicurezza privata di Minsk in realtà sarebbe stata creata nel 2020, l’anno delle proteste che il dittatore ha represso arrestando e picchiando, forse nel tentativo di  costruire un  servizio di sicurezza parallelo nel caso in cui la polizia fosse passata dalla parte dei manifestanti. E’ con la guerra contro l’Ucraina che l’attività di reclutamento si è fatta più intensa e mirata, non conta più soltanto veterani, ma ha iniziato ad addestrare anche combattenti africani e sudamericani. Le inchieste non hanno rivelato chi sia il finanziatore della compagnia, ma tra il denaro arrivato dal Cremlino in Bielorussia – Mosca è la fonte di sostentamento di Lukashenka – potrebbe esserci anche una quota destinata a questo esercito irregolare, che per ora rimane fuori dal territorio ucraino, ma potrebbe diventare la prossima concessione a Putin. 

  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)