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Sale il bilancio delle vittime tra Turchia e Siria. Erdogan visita gli sfollati
Si scava ancora per recuperare le vittime mentre pioggia e neve complicano le attività di soccorso. Il presidente turco tra le macerie: "Ci sono stati problemi con i soccorsi, la situazione migliorerà"
Il bilancio dell'impatto del devastante terremoto che ha colpito il confine tra Turchia e Siria ha superato le 11.200 vittime, secondo quanto si apprende da Bbc. Solo in Turchia il numero dei morti è arrivato a 8.574 e oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è recato in visita nelle zone terremotate. Più difficile avere delle stime esatte per le persone che sono rimaste uccise in Siria, i media di stato e i gruppi di soccorso hanno però confermato ora più di 2.660 vittime. Nella zona sotto controllo del regime di Bashar el-Assad, il ministro della Salute ha dichiarato 1.262 morti e 2.285 feriti, secondo l'agenzia statale Sana news; mentre i Caschi bianchi (White helmets) che operano nelle zone in cui vivono i ribelli parlano di più di 1.400 siriani uccisi e 2.700 feriti. I volontari hanno lanciato un appello, dopo aver dichiarato che il tempo a disposizione per i soccorsi si sta riducendo sempre di più: "Abbiamo un disperato bisogno che la comunità internazionale agisca rapidamente e garantisca che più aiuti possano raggiungere il nord della Siria". Hanno poi aggiunto disposizioni più concrete: "Servono più attrezzature specializzate per la ricerca e il soccorso, pezzi di ricambio e carburante per le ambulanze a causa del numero di edifici crollati e dei danni alle nostre attrezzature esistenti".
Un enorme ostacolo per i soccorsi, nonché per dare rifugio a chi ha perso casa, sono le condizioni meteo. A Gaziantep, città più vicina all'epicentro della prima scossa di magnitudo 7.8, la temperatura è costantemente sotto lo zero e durante la settimana crollerà fino a -7 gradi. Pioggia e neve rendono difficili le operazioni di estrazione dei corpi dalle macerie e il salvataggio dei sopravvissuti. Nelle zone più a nord, le temperature sono scese fino a -5 gradi e a ridosso del confine, dicono le previsioni, potrebbero scendere ancora.
Dopo il ritrovamento sotto le macerie di una bimba appena nata, e viva, ancora unita tramite il cordone ombelicale al corpo senza vita della madre, ad Hatay è avvenuto un altro straordinario salvataggio. Nella città turca un ragazzo di otto anni è stato estratto da sotto i resti di un edificio crollato dopo 52 ore.
Nel corso delle sue visite nelle zone turche epicentro del sisma, da Hatay e Kahramanmaras a Pazarcik, luogo della prima scossa, Erdogan, ha dichiarato che "all'inizio [dei soccorsi, ndr] ci sono stati problemi con strade e aereoporti, ma nei prossimi giorni la situazione migliorerà". Ha poi aggiunto: "Lo stato sta facendo il suo lavoro, abbiamo mobilitato le nostre risorse". Intanto, la Turchia ha annunciato lo stato di emergenza per tre mesi nelle 10 province colpite dal sisma. Continuano ad arrivare gli aiuti internazionali con squadre in soccorso della popolazione turca - mentre per la popolazione siriana, gli equilibri politici precari rendono il sostegno più complesso. Finanche dall'Ucraina un gruppo di 90 soccorritori è partito per prestare aiuto. Il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che gli esperti ucraini possiedono grande esperienza sulla gestione dei disastri naturali.
Dall'Unione europea 6,5 milioni di aiuti a Siria e Turchia
Il Meccanismo di protezione civile dell'Unione europea ha confermato gli aiuti alle aree colpite dal terremoto. Si tratta in totale di 6,5 milioni di euro: 3,5 dei quali destinati all'assistenza per l'emergenza umanitaria in Siria, e altri 3 milioni destinati invece alla Turchia.
L'annuncio arriva dopo l'esplicita richiesta da parte della Siria, paese in cui l'Unione europea sottolinea di star già cooperando insieme a partner che si occupano di sostegno umanitario con kit medici, cibo e rifugi e supporto nella ricostruzioni degli edifici distrutti.
L'invio di squadre e fondi alla Siria - che sarebbe stato altrimenti complesso soprattutto a livello di diplomazia internazionale, essendo il paese diviso in zone di regime e zone controllate dai ribelli - è stato autorizzato nell'ambito di uno specifico programma che era stato progettato per sostenere paesi afflitti da calamità naturali, attivando perciò il Meccanismo.
[articolo aggiornato alle 16,52]
L'editoriale dell'elefantino